Capitolo 3

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Una volta spiegato il tutto, mi sentivo più leggera.
Era come se finalmente fossi riuscita a liberarmi da un macigno che mi opprimeva ormai da tempo.
"Bhe oggi hai avuto proprio una bella giornata comunque, menomale che si conclude alla grande con il mio concerto", disse lui colpendomi leggermente il braccio con il gomito.
"In realtà non credo di venire, o meglio, non credo che Lia voglia ancora che io vada con lei", risposi guardando un punto fisso davanti a me.
"Questo dipende da te. Puoi rinunciare sia a lei che ad un superfantatsicomegamitico concerto, oppure ti dai una svegliata e ti vai a prendere quello che vuoi fanciulla. Ergo, il suo perdono e la vostra felicità. Non ne vale la pena buttare via tutto per una scemenza, credo tu sia abbastanza intelligente per capirlo. Non servo di certo io.", disse agitando la mano davanti al mio viso per catturare la mia attenzione.
Queste sue parole colpirono il mio orgoglio ed ebbero quasi un effetto catartico.
Fu come una gettata d'acqua gelata addosso, un risveglio da uno stato di torpore prolungato per troppo tempo.
"Hai ragione, devo prendere coraggio e prendermi quello che voglio", dissi fiera.
Lui sorrise e aggiunse "Facciamo così, se stasera ti vedo con la tua amica al mio concerto, domani siete entrambe invitate in studio."
"E come farai ad essere certo che ci saremo in mezzo alla gente?", domandai con naturalezza.
"Perché controllerò io stesso. Cercate di arrivare un po' prima ai cancelli, all'entrata troverete Simone. Basta che gli diciate che siete mie conoscenti e vi farà passare.", rispose sfrontato.
"Sei incredibile", dissi io.
"Lo prendo come un complimento. Senti, adesso io devo scappare perché ho il soundcheck molto presto. Questo è il mio numero, usalo con diligenza e soprattutto per scrivermi. Almeno so che ho un contatto con te.
Ci vediamo stasera, ci conto.", disse lui.
Mi lasciò il pezzo di carta con il numero in mano e si allontanò.
Iniziai ad incamminarmi verso casa, ormai avevo messo l'orgoglio da parte ed ero pronta ad affrontare Lia.
Una volta arrivata la ritrovai seduta al tavolo in cucina, parlammo e riuscimmo a risolvere la situazione con estrema calma.
Il rancore del mattino fu sostituito da un'atmosfera di allegria e agitazione per la serata.
Nel giro di un paio d'ore fummo entrambe pronte per dirigerci al concerto.
Arrivate ai cancelli cercammo subito il famigerato Simone e, una volta trovato, seguimmo le indicazioni dateci da Mirko per poterlo raggiungere poco prima che il concerto iniziasse.
"Mirko, ci sono le ragazze di cui mi hai parlato", disse il ragazzo che ci accompagnò fino a lui.
Lia tremava, "Ah eccovi, bene.", disse Mirko sorridendo verso di noi.
Mi lanciò un'occhiata veloce per avere la conferma che fosse tutto a posto tra me e Lia e io risposi con un rapido cenno.
"Vorrei dirvi tante cose, quando mi trovo a mio agio con qualcuno sono un chiacchierone. Ora come ora però vorrei solo sprofondare insieme alla mia ansia pre concerto, quindi scusate se non sono di compagnia. Ci tengo però che veniate domani in studio, ci sarà anche Lillo! È un mio carissimo amico, non vedo l'ora di presentarvelo.", disse in maniera buffa.
Sorrisi perché si percepiva quanto fosse agitato, era davvero adorabile.
Realizzai che questo tipo di pensieri non avrei dovuto averli e mi maledissi mentalmente.
Lia lo salutò augurandogli un in bocca al lupo per poi precipitarsi a prendere i posti in prima fila.
"Tu non ridere sotto i baffi! Sono sensibile, non prendermi in giro", disse lui portando la mano sul petto fingendo una smorfia di dolore.
"Ma no, fa strano vederti così agitato. Non credo che sia uno dei primi concerti", dissi io.
"Per me no, neanche per Lia vedo. Guarda come combatte per ottenere la prima fila", disse lui indicandola.
Mi girai a guardarla litigare con altre ragazze che sostenevano aspettasse loro di diritto stare davanti.
Fu una scena alquanto buffa, Mirko sembrava già più rilassato.
Mi guardò in silenzio per qualche minuto e poi disse: "Sai perché sono agitato?"
"No, ma se me lo spiegassi ti ascolterei volentieri.", risposi.
"Tutti danno per scontato che se hai fatto strada allora in automatico te la caverai sempre. Che si tratti di un concerto o di un firma copie. Nessuno si interessa realmente di sapere come stai, se ti senti spaesato, se temi gli occhi puntati addosso."
"Come se ti sentissi fuori luogo anche se hai tutto", dissi interrompendolo brevemente.
"Esattamente", concluse lui.
"Io sono cresciuto qui, pensare che tra la gente che sta arrivando ora possano esserci gli stessi ragazzi che anni fa mi prendevano in giro al parchetto perché era già tanto se ne chiudevo una...mi fa strano", aggiunse.
Lo guardai, sentivo che stava ricapitando.
Le stesse emozioni che provavo io tutti i santi giorni, seppur in un contesto differente, le viveva anche lui.
"Fa strano conoscere questo lato di un cantante. Però ti ringrazio, è come se mi stessi dando il privilegio di conoscere Mirko. Ti senti così lontano da Rkomi?", chiesi curiosa.
"Parecchio. Mi ci sto abituando in questi ultimi mesi, ma non sempre è facile. Non in molti capiscono quello che devo affrontare. Per una volta l'hai buttata sul filosofico tu comunque, questo lascia pensare", disse ridendo.
"Intanto ti sei dimenticato di essere in ansia", gli dissi orgogliosa.
"Sei incredibile", disse scuotendo la testa.
"Non rubarmi le battute e vai su quel palco a conquistarti tutto.", lo incoraggiai.
"Però promettimi che domani verrai in studio", mi chiese prima di salire.
Annuii con la testa e sorrisi.
Appena salito sul palco si scatenò il putiferio, il pubblico fu coinvolto interamente dall'inizio alla fine e la voce di Mirko si mescolò perfettamente insieme al coro dei suoi fan.
Poche cose ricorderò nella vita, l'amore che si è sprigionato quella sera tra lui e il suo pubblico è una di queste.

Mirko o Rkomi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora