Capitolo 14

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Svegliarsi fu più complicato del previsto.
Avevo un dolore lancinante alla testa e la sveglia delle 6:30 non mi aiutò per niente.
Mi trascinai con le poche forze che avevo in cucina per prepare velocemente un caffè e mi accorsi solo dopo aver acceso il neon che la maglietta del pigiama era segnata dal mascara colato la sera precedente.
Devo aver pianto parecchio, ma decisi di non pensarci per non aggiungere ulteriore stress alla giornata che risultava essere già impegnativa di sua.
Lia si alzò poco dopo, ci teneva a salutarmi e ad incoraggiarmi un ultima volta.
"Vieni qui Aliciotta", disse assonnata allargando le braccia.
Sorrisi per la sua espressione dolce e istintivamente la abbracciai stringendola forte.
"Ti voglio veramente bene" le sussurrai.
"Che hai sulla maglia?", disse staccandosi da me e iniziando a prendere poco a poco coscienza del mondo.
"Niente di che, mi sono macchiata"
"Non me la racconti giusta. Perché hai gli occhi gonfi?" disse aggrottando sempre di più la fronte.
Volevo evitare il discorso.
D'altronde sarei partita nel giro di poche ore e non avrei di certo lasciato come ultimo ricordo un dispiacere alla mia migliore amica raccontandole quanto accaduto.
Mi scansai leggermente per lavare la tazzina
"Allergia", risposi indaffarata.
Lia capì probabilmente che stavo cercando di sviare la conversazione e scrollò le spalle sospirando.
"A che ora passa a prenderti Mirko?"
Alzai di poco lo sguardo cercando di trattenermi per non finire nuovamente in lacrime.
Odiavo essere così sensibile.
"Non passa Mirko" risposi amareggiata.
"Ma come, non avevi detto che ti avrebbe accompagnata in stazione?"
"Mirko non viene. Ha avuto degli impegni di lavoro e ha finito molto tardi"
Spostai il borsone verso la porta, misi la giacca e abbracciai ancora Lia che invece rimase  pietrificata dopo la mia risposta alla domanda.
"Vuoi che ti accompagni io? Se mi dai due minuti mi preparo e accendo la macchina"
"Hai già fatto abbastanza per me, grazie. Ti aggiorno appena arrivo"
"Salutami Luca e scrivimi sempre!"
disse urlando dall'uscio mentre mi incamminai per strada.
Sotto casa trovai mio fratello in macchina che prontamente scese per caricare il bagaglio.
"Sei pronta?", domandò.
Annuii.
"Promettimi che staremo insieme" gli chiesi girandomi appena verso di lui.
Lui sorrise
"Te lo prometto".
Il viaggio fu abbastanza lungo, nonostante fosse mattina presto la strada per la stazione era già bella trafficata.
"Non credevo che Sara fosse capace di questo. Mi dispiace che abbia causato dei casini" disse improvvisamente.
Non risposi subito, presi due minuti per riflettere effettivamente sull'accaduto.
"Come hai reagito tu?", chiesi.
"Come devo aver reagito? Appena ho scoperto che non era con le sue amiche, ma con lui, le ho chiesto spiegazioni. Non mi ha risposto e io ho preso atto della cosa.
Non ci parliamo per ora, ma forse è meglio così. Tu?"
"Non ho avuto il piacere di parlarci ancora e non ho intenzione di farlo"
Lui annuì, parcheggiò nel posteggio dietro la stazione Centrale e scese dalla macchina.
Nel mentre io feci tappa al bar, avevo bisogno di mangiare qualcosa per evitare di cadere a terra a causa di quel maledetto mal di testa sempre più forte.
"Eccoti finalmente!", sentii dire da Mirko che si faceva spazio tra le persone per potermi raggiungere al bancone.
Ringraziai la commessa per poi dirigermi fuori verso il binario.
"Come mai non mi hai risposto al telefono?"
"Non ho sentito", risposi secca.
"Ti avrò chiamata 10 volte"
Rimasi in silenzio cercando con lo sguardo Luca
"Volevo dirti.."
Lo interruppi subito.
"Non mi interessa minimante cosa tu voglia dirmi. Ora come ora so solo che sei l'ultima persona che pensavo mi avrebbe deluso e invece, eccoti qui. Nel momento più incasinato della mia vita hai ben pensato di rivederla nonostante mi avessi giurato non ci fosse più nulla tra di voi e io, cretina, ti ho pure dato retta. Te pensa."
"Alice, lasciami spiegare un secondo"
"Io sto per affrontare una delle mie più grandi paure e tu te ne esci così? Ma cosa dovrei ascoltarti a fare?
Vattene Mirko, è tempo perso. Non voglio nè vederti e nè sentirti"
"Lasciami almeno spiegare però, cazzo"
disse alzando la voce e prendendomi il braccio
"Non toccarmi"
Lasciò andare la presa.
"Ti prego almeno guardami in faccia"
"Non riesco", sussurrai con la voce quasi spezzata
"Mirko, dacci un taglio", disse Luca comparendo da dietro.
"Luca, almeno posso spiegare a te che cosa è successo?"
"Ali, vai a obliterare i biglietti" disse Luca rivolgendosi a me
Mi incamminai, ma riuscii a sentire parte della conversazione dei due.
"Non meriti neanche che io stia qui a parlarti. Non mi interessa cosa tu abbia fatto ieri sera con Sara, ma mia sorella non avresti dovuto trattarla in quel modo. Sono anni che non la vedevo serena e tu sei riuscito a spegnerle di nuovo il sorriso.
Mi dispiace solo che abbia perso tempo con te"
"Luca ascoltami, io non farei mai del male ad Alice"
"Troppo tardi Mirko"
"Ho combinato un casino lo so, ma tutti sbagliamo io non-"
Vidi con la coda dell'occhio Luca che alzò la mano davanti a sè come per invitare Mirko a smettere di parlare.
Mossa ragionevole.
Presi il bagaglio, i biglietti obliterati e con la testa bassa salii sul treno che era appena arrivato seguita da mio fratello.
"Alice!"
Sentii chiamare a gran voce.
Non mi girai, presi posto e infilai le cuffiette ignorando completamente il mondo esterno.
Lo vidi lì dal finestrino, con gli occhi lucidi, in mezzo alla gente e il braccio sopra la testa.
Era il suo modo di porsi quando si sentiva a disagio o in imbarazzo.
Lo guardai per poco, lessi il suo labiale 'perdonami'
Chiusi gli occhi, partì 'Apnea'

Mirko o Rkomi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora