"Quindi ti ha intortato per ottenere il lavoro?"
chiesi guardando Mirko perplessa.
"Esattamente. Sono stato troppo ingenuo a credere che fosse cambiata, è rimasta la stessa stronza di qualche anno fa", rispose con un filo di amarezza nella voce.
"Ma perché proprio quella sera? Infondo tu sapevi cosa stavo passando"
"Mi sentivo inadeguato"
Lo guardai confusa.
"In che senso?", aggiunsi curiosa.
"Non prendermi per idiota, però mi sentivo impotente a vederti così vulnerabile per tutto quello che ci stava succedendo nell'ultimo periodo e per la storia di tuo padre...alla fine ho preferito evitare di fare i miei soliti casini tentando di allontanarmi un po' in modo che potessi stare tranquilla il più possibile senza preoccupazioni"
Sorrisi per la delicatezza con la quale pronunciò quelle parole, era come se conservasse ancora con sè quel timore.
Come poteva pensare una cosa simile?
"Invece di casino ne ho fatto e mi maledico ogni singolo istante. Se penso che stavo per perderti io.."
Lo zittii subito alzandomi dalla sedia per andare ad abbracciarlo.
"Non dirlo. Non ci siamo persi, siamo ancora qui più forti di prima"
Lui mi strinse sorridendo.
"Non pensare mai di essere inadeguato. Sei la persona più adatta a me, mi completi Mirko"
"Ti amo", rispose dopo un lungo e dolce bacio.
Dopo essere passata a casa e aver salutato a modo Lia aggiornandola su ciò che era accaduto negli ultimi giorni, decisi di far visita a Luca per accertarmi che stesse bene.
Suonai alla porta, ma non aprì nessuno e così abbastanza preoccupata decisi di chiamarlo.
'Ei, sono io. Stai bene? Sono passata da te ma non ho ricevuto risposta'
'Ali, tutto ok grazie. Scusami, mi sono dimenticato di avvertirti che avrei ripreso con il lavoro oggi. Potresti farmi un favore dato che sei lì? Guardi se ho lasciato il portafoglio sul tavolo? Devo averlo dimenticato stamattina nella fretta'
'Certo, dove trovo le chiavi?'
'Nel sottovaso della pianta c'è una copia. Grazie mille, scrivimi!'
'Ok un bacio'
Aprii la porta con quelle chiavi e andai in cucina per controllare se ci fosse traccia del portafoglio sul tavolo, ma niente.
Curiosai in giro per vedere dove fosse finito, quando mi accorsi all'improvviso di alcuni rumori provenienti dalla camera.
Mi stranii un secondo, mi feci coraggio nonostante l'ansia che si faceva sempre più fitta e mi avvicinai piano alla porta.
Sara era in casa.
Ma allora perché non aveva aperto?
Cercai di sporgermi senza farmi notare il più lentamente possibile per vedere cosa stesse succedendo all'interno della stanza.
Non era da sola, con lei c'era un'altra persona che però risultava coperta in parte dalla porta semichiusa.
La sentii parlare con tono scocciato
"Ti avevo detto di inventarti una scusa più credibile! Sei un idiota"
"Ma cosa vuoi che ne sappia lei? Non arriverà mai a capire che me lo hai detto tu"
"Edoardo, sei un incapace. Lo sei sempre stato"
"Allora perché non hai chiesto ad altri di farti questo favore? Spiegamelo, avanti"
"Perché tu odi Mirko e Mirko odia te. È logico che a provarci con la sua ragazza doveva essere qualcuno di cui lui non si fida. Invece tu, rammollito, non hai fatto assolutamente nulla se non chiacchierarci due minuti. Tempo perso, io almeno l'ho invitato a casa. Quei due non si molleranno mai di questo passo"
"Allora accetta il fatto che stiano insieme e falla finita"
"Pensavo fossi d'accordo nel rovinare la carriera di Mirko"
"Si la carriera, non la vita sentimentale. Cosa me ne può fregare di chi si porta a letto quello?"
"A me importa"
"Ma sei fidanzata"
Corsi via da quella casa sconcertata.
Non potevo credere a quello che avevo sentito, non avrei mai e poi mai pensato che una persona potesse arrivare a tanto rivelandosi così meschina.
Provavo ribrezzo, delusione e tanta rabbia in quel momento.
Dovevo assolutamente dirlo a Mirko o qui la faccenda si sarebbe messa molto male.
Provai a contattarlo più volte, ma non rispose.
A mente lucida realizzai che fosse in studio a finire di registrare e che sarebbe stato impegnato per un bel pezzo.
Andai da Lia e le raccontai tutto in attesa che Mirko ritornasse a casa.Mirko's pov
"Fine, lo abbiamo concluso. Oddio, non ci credo. Adesso mi metto a piangere dalla gioia"
dissi allontanandomi dal microfono per raggiungere Simone in saletta.
"Sei stato grande Mì, la canzone per Alice spacca e andrà tantissimo. Vedrai!"
Sorrisi soddisfatto del lavoro, finalmente un po' di pace dopo le settimane turbolente che ho passato.
Mi sedetti sul divanetto e mi accesi una sigaretta, mentre Simone si avvicinò cautamente a me sedendosi sulla sedia vicino.
"A proposito di Alice, mi dispiace aver dubitato di lei e averla accusata ingiustamente. È la tua vita privata e dovrei rimanerne fuori"
"Simo, io e te abbiamo un rapporto speciale e ti porto dentro al cuore da un pezzo, ti devo tanto. Però certe cose preferirei non esporle ecco, non è questione di arroganza o fiducia...vorrei evitare di commettere gli errori passati, voglio essere più lucido d'ora in avanti. Non voglio rovinare niente"
"E non lo farai, fidati. Sei una persona speciale, dovresti iniziare a capirlo anche tu amico"
La conversazione si interruppe a causa dello squillo di un cellulare, il mio per l'esattezza.
Era Alice che mi chiedeva quando sarei tornato a casa, probabilmente mi stava aspettando a casa mia e io non vedevo l'ora di stare finalmente in pace con lei.
Salutai Simone, misi in ordine le ultime cose e poi lasciai lo studio per salire in macchina.
Appena sceso mi capitò sotto tiro l'ultima persona che avrei voluto vedere in quel momento.
"Ei Martonara!"
Lo ignorai proseguendo a piedi verso la strada più vicina.
"Che antipatico, eddai fermati un secondo"
"Che cosa vuoi ancora Edo?", gli chiesi infine spazientito.
"Ma niente di che, mi piacerebbe fare quattro chiacchiere con te"
Mi fermai a guardarlo intensamente per qualche istante, poi proseguii per la mia strada indifferente
"Peccato tu sia così schivo, Alice è molto più solare di te...almeno lei parla. Mi accontenterò di consolarla nuovamente appena le spezzerai ancora il cuore. Perché sappiamo entrambi molto bene che lo rifarai"
"Con chi vorresti parlare tu, scusami?" dissi girandomi di colpo puntandogli il dito quasi sotto il mento.
Quel sorrisetto irritante avrei voluto farglielo sparire a suon di schiaffi.
"Non te l'ha detto?"
"Cosa avrebbe dovuto dirmi?"
Edoardo si mise davanti a me a braccia conserte per poi sussurrare con falsa innocenza
"Pensavo che Alice ti avesse confidato del discorsetto fatto mentre tu eri da Sara"
"Non farebbe mai una cosa del genere. Ora levati di mezzo", dissi stringendo i denti.
"Eh va bene come vuoi, non mi credi? Perché non glielo chiediamo insieme?"
"Edoardo, te lo ripeto l'ultima volta: sparisci da qui"
"Facciamo questa cosa e giuro che poi sparisco"
"Ma ci provi gusto?"
Non rispose e si incamminò.
Arrivai a casa e la trovai sdraiata sul divano intenta a sfogliare una rivista.
"Ei, finalmente sei arriv- che ci fa quello qui?"
Alzai gli occhi al cielo dandole un piccolo bacio sulla testa
"Sta farfugliando idiozie da tipo mezz'ora, ma se non l'avessi portavo qui mi avrebbe esaurito nel giro di poco e ho pensato che sarebbe stato poco carino avere un morto sulla coscienza", risposi con un sorrisino falso rivolto all'ospite
"Non sono idiozie. Voglio solo che, si insomma, Alice..da quella chiacchierata di quella sera io non ti ho tolto dalla mia testa. È come se mi avessi stregato non so"
"Ma hai sbattuto la testa gravemente o?"
Sorrisi sotto i baffi
"Te ne puoi andare da casa mia adesso?" chiesi al biondo
"Eppure quando hai pianto io ero lì a consolarti, Mirko invece dov'era?"
Guardai Alice confuso aspettando smentisse quanto detto dal tipo.
"Non so cosa tu ti sia messo in testa, ma quella sera non è successo assolutamente niente. Sei tu che sei venuto a cercare me"
"Che cosa?!", dissi rivolgendomi a lei
"Visto" disse sogghignando Edoardo
"Tu stai zitto. Alice!"
"Mirko, ti giuro che quella sera non è successo nulla. Ero nel parco qui dietro perché avevo bisogno di camminare e poi lui è arrivato, ma non è successo niente. Piuttosto, dovrei parlarti di qualcosa di ben più importante"
"Cosa c'è di più importante di quel feeling di quella sera? Lo sai anche tu Alice"
"Senti adesso mi hai stancato, esci da casa mia e non farti più vedere nella mia zona"
dissi spingendolo fuori dalla porta chiudendogliela in faccia.
Mi girai sconvolto verso Alice
"Ma si può sapere che cazzo è successo?"
"Prima ti calmi un secondo, poi ti spiego"
"Dimmi solo se devo uscire, rincorrerlo e spargere per terra i suoi denti"
Lei sorrise per poi abbracciarmi
"Non devi. Ti ripeto che non è successo nulla"
"Io lo odio"
"Lo so bene. Ma se mi lasci spiegare che cosa ho visto e sentito oggi tutto avrà più senso"
La guardai con uno sguardo più dolce di prima.
Quella ragazza aveva una capacità unica nel calmarmi e così mi rilassai scacciando le mille preoccupazioni dalla mia testa per ascoltare ciò che avesse da dirmi.
Quando finì di parlare quasi non riuscii a capacitarmi di quanto sentito, non avrei mai pensato potesse esistere qualcuno che mi odiasse così tanto e ci rimasi totalmente di sasso.
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Mirko o Rkomi?
Fanfiction"Ripenso a quando sei entrata nella mia vita. Con quel tuo modo buffo di atteggiarti, quegli occhioni curiosi e la tua sbadataggine. Questa volta mi sento amato, mi sento completo, mi sento Mirko."