Düsseldorf, la città dove avevamo deciso di trasferirci.
Un bellissimo luogo famoso per l'arte e la moda, contava circa trecentomila abitanti.
Non tardai ad ambientarmi, mi piaceva stare lì.
Mi obbligai a non pensare a nulla.Inizialmente parlavo spesso al telefono con mia nonna.
Mi aveva raccontato che YangYang chiedeva ogni giorno di me.
Voleva il mio numero di telefono per potermi sentire almeno una volta, ma non accettai.
Le dissi di non parlarmi più di lui, la supplicai ed infine mi diede retta.Dopo un anno in quel posto, il dolore sembrava essersi affievolito.
Inconsciamente però, continuavo a cercare qualcosa che me lo ricordasse.
Comprai un quadro raffigurante un campo di lavanda e ogni mattina vaporizzavo nella mia stanza, un profumo per ambienti ugualmente alla lavanda.Credevo andasse tutto bene.
Avevo persino convinto a mio padre che l'idea di trasferirci in Germania si rivelò la scelta più saggia che potevamo fare e forse lo era davvero.
Eppure avevo la costante sensazione di sentirmi sola.
Incompleta.Era di nuovo estate. Una mattina soleggiata in pieno agosto.
Avevo deciso di uscire per fare due passi.
Passai tutto il tempo a chiacchierare al telefono con mia nonna che riuscì a rubarmi una risata sincera.
Dopo avermi chiesto di mio padre ed essersi accertata che stava bene e che aveva quasi totalmente superato la perdita, decise di fare nuovamente il suo nome.Sentì una morsa al petto togliermi il respiro per qualche secondo.
Avevo temuto gli fosse successo qualcosa.
Iniziarono a tremarmi le gambe e con voce rotta le chiesi di continuare a parlare.
La sentì sospirare e schiarirsi la voce.Mi aveva rassicurato che stava bene e che aveva smesso di chiedere di me.
Aveva smesso di fare il mio nome e... aveva deciso di darle il mio diario.
Capì che aveva deciso di tagliarmi fuori dalla sua vita.
Dimenticarmi e cancellare i ricordi legati ai nostri brevi momenti.Ricordai quando mi aveva detto di non tentare di cancellare i ricordi legati a mia madre.
Lui però aveva deciso di farlo con me.
Non avrei potuto biasimarlo, l'avevo abbandonato.
Avevo deciso di non salutarlo.
Lasciandolo con parole trascritte in pagine di un diario.
Una manciata di fogli insignificanti.Chiusi la telefonata.
Abbassai lo sguardo e i miei lunghi capelli mi coprirono il volto nascondendo le mie lacrime.
La mia unica cura.
La ragione per cui avevo smesso di piangere.
La ragione che mi aveva dato la forza, anche a distanza, di non cedere alla tristezza.Quando rialzai lo sguardo vidi qualcuno, ma il tramonto ne oscurava la figura quasi totalmente.
Tirai su col naso e infastidita constatai che non aveva alcuna intenzione di voltare lo sguardo da un'altra parte-Non hai mai visto una ragazza piangere?-
-L'ho già vista e grazie a me aveva smesso di farlo-
Annuì decidendo di incamminarmi per poter tornare a casa.
-Ti assomiglia tanto... sai? Le bastava un mio bacio e tornava a sorridere.-
Mi fermai sui miei passi e sentì una sensazione famigliare. Quella sua frase, quel profumo di lavanda disperso nel vento.
Mi voltai verso la sua direzione e vidi delle sfumature violacee tra i suoi capelli.-YangYang-
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The Lavender Boy~Liu YangYang
Hayran KurguCOMPLETATA "Una manciata di caramelle alla lavanda, dei fiori che si sarebbero appassiti in breve tempo, una foto scattata con una Polaroid accanto a lago. Tutto ciò che mi rimase di quella breve vacanza." [Gli idol che appaiono nelle mie storie so...