E poi vorrei non pensarti

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Cesare era ancora in bagno a pensare a ciò che era appena successo, non sapeva nemmeno lui perché avesse avuto quella reazione, "volevo solo che passassimo del tempo insieme" disse a bassa voce mentre si teneva ancora la testa tra le mani. La sua mente stava per scoppiare, da una parte era frustrato e arrabbiato per quello che aveva fatto Nelson e dall'altra era confuso e si sentiva uno stupido, non riusciva a mettere ordine nei suoi pensieri e nei suoi sentimenti. Alla fine si fece forza, si vestì e uscì dalla camera intenzionato a scusarsi con Nelson. "Dov'è Nelson?" chiese il ragazzo a Tonno, "Si è fatto prestare dei vestiti ed è uscito, ha detto di non aspettarlo" gli rispose il ragazzo biondo mentre era intento ad asciugarsi i capelli con un asciugamano. "Ma tutto ok tra voi? L'ho visto parecchio arrabbiato e poi non capisco perché si è fatto prestare dei vestiti da me, non poteva entrare in camera e prendere i suoi?" chiese Tonno vedendo Cesare con una faccia da funerale. "Si tutto bene" rispose Cesare più freddo che mai, poi aggiunse "Ti ha detto dove andava?". Tonno si fermò un attimo, alzò gli occhi al cielo per ricordare cosa gli avesse detto l'amico prima di uscire. "Ah si certo, adesso ricordo, ha detto che andava a fare una passeggiata in riva al mare con una certa Gaia, penso sia quella ragazza che ha conosciuto oggi in spiaggia". Cesare si morse il labbro inferiore e annuí con la testa, quella storia lo stava facendo star male, non riusciva nemmeno a capire il perché di tutto ciò, era stanco, voleva solo pensare ad altro, avrebbe chiarito con Nelson quando lui avesse fatto ritorno a casa, ora voleva solo distrarsi.
3 ore dopo tutti e cinque i ragazzi erano in preda all'alcol, Cesare li aveva convinti a fare una gara di shottini dopo cena, ovviamente era stato lui il vincitore, si scolò metà dell'angolo bar, intenzionato a non pensare più a nulla, non voleva pensare più a Nelson, a quella Gaia, alla litigata con lui, a quei sentimenti che non riusciva a capire, voleva solo divertirsi e liberarsi la mente, ma nemmeno i litri di alcol riuscirono a placare i suoi pensieri, anzi...
Erano quasi le 2 di notte quando Cesare si alzò dal divano a fatica, tutto traballante. "Nelson non è ancora tornato" disse biascicando senza che gli altri lo potessero sentire, in fondo erano crollati tutti nel salone, chi sul divano, chi per terra, chi sulla sedia.
Con la maglia sporca del sugo della pizza che si erano mangiati a cena e l'alito che sapeva di alcol, Cesare uscì di casa per andare a cercare Nelson. Era veramente messo male, vedeva tutto sfocato, era già tanto che riusciva a tenersi in piedi senza cadere a terra. Arrivò sulla spiaggia e dopo qualche minuto intravide una coppia di ragazzi seduti sul bagnasciuga in direzione del mare, erano molto vicini, ridevano e scherzavano, sembravano proprio una coppia. Si avvicinò un po' di più e si accorse che era proprio Nelson con quella ragazza della spiaggia, Gaia. Senza pensarci due volte, con la mente annebbiata dall'alcol, urlò "NELSON! PERCHÉ PROVO QUESTE COSE PER TE?! SPIEGAMELO CAZZO!". Nelson sconvolto si girò verso il ragazzo. Nemmeno il tempo di poter dire una parola che Cesare si accasciò a terra, aveva usato le sue ultime energie per urlare quelle parole all'amico e ora era crollato. Nelson gli corse incontro più velocemente che poteva. "Oh Cesare! Cesare ma che hai?! Ma puzzi di alcol, ma sei diventato matto?!" Lo prese in braccio. "Scusa Gaia, non so cosa gli sia successo, ma devo subito riportarlo a casa" disse alla ragazza che nel frattempo aveva capito ben poco di quello che era accaduto. "Non ti preoccupare, lo capisco, spero non sia nulla di grave, ci vediamo domani" disse lei facendogli un sorriso.
Nelson corse a casa più velocemente che poteva, Cesare non riprendeva conoscenza e lui si stava preoccupando. "Se non muori, giuro che ti uccido io!" disse il riccio con voce tremante e una lacrima che gli scendeva sul volto. Aprendo la porta di casa, vedendo bottiglie vuote aperte e bicchierini di vetro, capì che gli amici si erano dati alla pazza gioia e avevano alzato il gomito un po' troppo, ma ovviamente non erano messi così male come Cesare. Nessuno si svegliò al suo rientro. Entrò nella stanza matrimoniale e mise sul letto Cesare, assicurandosi che l'amico non avesse sbattuto niente durante la caduta di prima. Si mise vicino a lui e gli prese la mano, attendendo un suo risveglio, voleva capire cosa fosse successo, perché avesse bevuto in quel modo, perché era venuto a cercarlo in spiaggia e soprattutto perché gli aveva urlato quelle parole. <Ma che vuol dire che prova delle cose per me...?> pensò mentre guardava l'amico sul letto. Cercò di resistere per vedere se l'amico si svegliasse, ma la stanchezza era troppa, si addormentò vicino a Cesare, tenendogli la mano. L'indomani mattina non sarebbe stato facile come risveglio.

ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti, ovviamente siamo ancora agli inizi di questa fantastica storia. Come vi sembra? Se avete suggerimenti e consigli sono sempre ben acceti☺️ ricordatevi di commentare se vi va e di mettere una stellina, arriverenze♥️

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