E poi vorrei restarti accanto

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Era appena sorto il sole, qualche raggio entrò dalla finestra passando attraverso le tapparelle della serranda, illuminando la stanza quanto serviva per vederci qualcosa.

Cesare si era addormentato ore prima tenendo la mano di Nelson, con la testa sopra le loro mani giunte.
All'improvviso il ragazzo si svegliò, qualcuno gli stava accarezzando amorevolmente la testa, passandogli la mano tra i capelli.
Ancora mezzo addormentato Cesare tirò su la testa, guardò verso il cuscino e capì che quella mano era proprio di Nelson.
"Nels! Sei sveglio!" disse Cesare stringendogli la mano e cominciando a piangere.
"Mi dispiace Cesare...non puoi capire quanto mi dispiace, non è come credi..." disse Nelson con un filo di voce, riferendosi a quanto era successo in discoteca la scorsa notte.
"Nels non ti devi scusare, dovrei essere io a scusarmi, sono stato un idiota, se ti avessi lasciato spiegare, ora staresti bene..." dicendo queste parole Cesare continuò a piangere tenendosi il viso.
"Ma io sto bene Cesare, guardami..." rispose Nelson prendendolo per mano.
"Credevo di averti perso..." gli disse Cesare accarezzandogli una guancia con delicatezza per paura di fargli male.
Nelson fece lo stesso all'altro ragazzo "Sono qui Cesare...e ti amo anch'io".
"Mi hai sentito?" disse Cesare stupito.
Nelson sorrise "Certo, ho sentito tutto...non ti avrei mai lasciato solo Cesu".
Nelson, con quella poca forza che aveva, tirò a se Cesare e lo baciò. Le lacrime salate sigillarono le loro bocche, finalmente erano di nuovo insieme.

Cesare uscì dalla stanza per avvertire il medico che Nelson aveva ripreso conoscenza e, mentre lui lo visitava, il ragazzo ne approfittò per chiamare gli amici e dargli la bella notizia.
"Si pronto Cesare, che succede?!" Rispose Tonno al telefono preoccupato, probabilmente stava ancora dormendo.
"Tone! Si è svegliato! Nelson si è svegliato!" rispose.
"Dio ti ringrazio..." Tonno tirò un sospiro di sollievo, poi continuò "arriviamo subito!".

Cesare rientrò nella stanza e chiese al medico notizie sulla salute del ragazzo.
"È un miracolo che si sia già svegliato, ovviamente non è più in pericolo di vita, ma dobbiamo tenerlo sotto osservazione per qualche giorno qui in ospedale. Tornerò tra un po' per vedere come sta".
Il medico disse così e lasciò la stanza.

Cesare riprese posto sulla sedia vicino a Nelson, la stessa sedia su cui aveva passato tutta la notte.
"Cesare, è tutta la notte che sei qui, dovresti andare a riposare un po', mangiare qualcosa..." gli disse Nelson.
"Nels sto bene" gli rispose Cesare passandogli la mano tra i capelli e sorridendo. Era così felice di vederlo sveglio, non voleva staccarsi da lui mai più.

"Nels!" urlò Nic entrando nella stanza d'ospedale.
"Ragazzi siete qui" disse Nelson felice di vedere gli amici.
"C'hai fatto prendere uno spavento" disse Frank tirando un sospiro di sollievo.
"Però quella fascetta in testa ti dona parecchio devo dire" disse Tonno per sdrammatizzare, riferendosi alle bende mediche intorno alla testa dell'amico. Tutti si fecero una risata, finalmente erano tranquilli.

Arrivò l'ora di pranzo e i ragazzi decisero di andare a prendere qualcosa da mangiare al bar lì vicino. Inutile dire che Cesare non si mosse di un passo e gli altri dovettero portargli un panino.

I ragazzi passarono la giornata insieme a Nelson, ridendo e scherzando come loro solito. Tra una battuta e l'altra, il tempo volò.

Si fece sera e il medico venne a controllare Nelson.
"Ragazzi perché non tornate un po' a casa a riposare? Siete tutti stanchi e anche Nelson ha bisogno di riposo. Non vorremmo ritrovarci altri cinque pazienti" disse il dottore ridendo, poi continuò "Tornerete domani mattina, il vostro amico è in buone mani".
"Ma dottore..." cominciò Cesare, ma venne interrotto da Neslon "Cesu ascolta il dottore, starò bene, ma ora voglio che tu torni a casa, ti faccia una doccia e mangi qualcosa. Ci vediamo domani mattina" gli disse sorridendogli e stringendogli la mano.
"Va bene..." si convinse Cesare.

I cinque salutarono Nelson e si avviarono verso casa.

Cesare entrò nella stanza matrimoniale e sentì un vuoto, sentiva la mancanza di Nelson come mai prima. Si fece una doccia, mangiò qualcosa con gli altri e poi si mise a letto. Quel letto era così vuoto...fu allora che si accorse di non poter stare più senza Nelson.
Il ragazzo prese una maglietta dell'altro intrisa del suo profumo, la strinse a sé e si abbandonò al sonno, l'indomani si sarebbe dovuto svegliare presto per correre dal ragazzo.

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