Capitolo 27.

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Stamani l'unica cosa che volevo accadesse era non aprire mai più gli occhi, sul serio, il livello di voler prendere a pugni chiunque avesse avuto la brillante idea di rivolgermi la parola era davvero elevato.

Per motivi alquanto ragionevoli e del tutto giustificabili, consigliai a me stessa di starmene a casa e rilassarmi, evitando probabili litigi con qualcuno.

Ovviamente qualcosa che si aggiunse fu quel fertile periodo che ogni donna doveva affrontare mensilmente senza poter aver il diritto di poter controbattere contro chiunque abbia avuto la splendida idea di imporlo solo al genere femminile.

Con un sospiro incoraggiante, tiro fuori i piedi dalle coperte pesanti del letto e afferro il telefono, iniziando a dare una veloce occhiata ai vari Snap che ho ricevuto durante la notte.

Ma nulla di troppo entusiasmante o di diverso dal solito.

Ho approfittato di recuperare le ore di sonno che ho perso in alcuni giorni di questi ultimi due mesi alzandomi più tardi rispetto ai miei standard.

Proprio per questo a sol leggere l'ora avverto un mancamento.
Le due del pomeriggio.

Nessuno è venuto a chiamarmi, né mia madre, né Miss Shara e neanche le altre quattro domestiche; tutto ciò è così strano; ma appena aver sceso le scale non sembrò più essere così.

Miss Shara lavora pulendo i soprammobili, persino Julian si gira dalla mia parte mentre allaccia un nastro bianco intorno alla coda di cavallo e l'altra domestica porta una pezza bianca a Miss Shara.

Tutto è nella norma.

"Buon giorno, nessuno l'ha disturbata perché richiesto da sua madre.
Ci ha detto che stanotte è rientrata molto tardi e che sarebbe stato utile non interrompere il suo sonno." Miss Shara si alza da terra e posa delicatamente la pezza sul mobile mentre incrocia le dita.

"Ha aggiunto pure di aver lasciato un foglio che lei deve leggere, si trova di fianco alla cesta di frutta."

Annuisco e vado dritta verso la cesta di frutta, piena di pesce e noce-pesche.
Che odio, io detesto entrambe i frutti.

Apro il foglio.

Sei rientrata tardi stanotte e quando stavo per andar via ho visto che stavi ancora riposando a letto, perciò ho detto io alle domestiche di non sveglierti.
Perdonami se passo poco tempo con te, ma i conti dell'azienda mi occupano molto tempo, quando ritorno a casa potremo uscire e andare a fare cena in un ristorante assieme, magari parlare dei tuoi comportamenti così misteriosi.

-Mamma

Quelle parole erano musica per le mie orecchie, ho sempre raccontato tutto a mia madre senza mai nasconderle nulla.

Mi fido ciecamente di lei e stimo i suoi modi di affrontare situazioni di ogni genere.
Di sicuro mi avrebbe chiesto come mai ultimamente le mie uscite sono frequenti e perché ritorno a casa così tardi.

Non mi ha mai privato di tornare a casa tardi, d'altronde ha avuto prova della mia responsabilità nel tempo grazie a vari episodi che si sono verificati nel tempo.

Ad esempio riuscire ad essere la ragazza che non beve troppo, organizzare le feste dall'inizio, andare bene a scuola ed essere sempre sincera.

Queste piccole cose insieme ad altre, mi hanno permesso si essere ciò che adesso mostro a tutti e favorire a me stessa una libertà più avanzata rispetto ad altri miei coetanei.

Un Contratto Di Cuore [COMPLETA] ||Mattia PolibioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora