Capitolo 5.

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"Addison perché l'hai fatto, cosa pensi di ottenere?" Il volto di Mad era stanco, stufo, come se volesse che tutto quello intorno a lei sparisse.
Era terribilmente pallida e il rossore che le tingeva le guance era sparito del tutto.
Si tocca la fronte e chiude occhi, mentre con le dita si massaggia le tempie, ormai sfinita totalmente.

Ho aperto la porta di casa pensando di trovare la solita Mad sorridente che non perde l'occasione di fare festa e battute maliziose, invece questa volta mi sono sbagliata e non di poco.
Ma questa non è lei.
La Mad che conosco, si stancherebbe solo dopo aver ballato per tutta la notte, non per altri motivi.

"Credo sia più importante sapere cosa tu abbia." Solitamente il suo corpo è vestito con gonne, maglioncini o camicette.

Indossa sempre i suoi vestiti costosi che tutti le invidiano.
Ma oggi no, indossa una felpa Fendi molto larga rispetto alla sua vera taglia e una giacca nera con il cappuccio che copre i suoi corti capelli biondi.

"Non sono arrivata fin quì per fissarti, dimmi perché hai baciato Mattia." Sospira e dritta al punto senza peli sulla lingua.
Ammetto che è davvero brutto vedere una persona integrante della vita abbattersi piano piano fino a consumarsi del tutto.
Soffrire in silenzio tentando di mascherare il tutto, anche se fallendo miseramente.

"Volevo farlo." Non mi lascia il tempo di continuare che subito mi avvisa, era come se non avesse bisogno di altre parole, perché aveva già capito cosa volessi dire per davvero.

"Mattia ha il coltello dalla parte del manico, momentaneamente. Non fare decisione di cui potresti pentirti."
"Che intendi?"
"Che ha le nostre aziende un pugno."

Mi acciglio alla sua risposta, sul serio avvolte mi sento un estranea o forse lo sono, inizio a pensarlo ormai da settimane intere senza sosta.

"Se magari qualcuno di voi si decidesse a parlarmi di quello che sta accadendo, sarebbe tutto più facile per me!"

"Vorrei tanto farlo, ma non posso." Deglutisco con un groppo alla gola, tutto questo mi complica persino l'esistenza, non so più se ciò che faccio è giusto o l'esatto opposto.

Questo può definirsi una gabbia.
Non posso baciare un ragazzo che magari potrebbe sapere cose su di me, che non potrebbe nemmeno immaginarsi.
Continuare a scoprire argomenti importanti, ma mai sapere tutto in fondo e le sue conseguenze.
Essere a conoscenza del fango che travolge noi ricchi, ma mai sapere il motivo.
È una gabbia mentale che blocca tutto.

"Dove abita Mattia?"
"Se pensi che Mattia parlerà con te, sbagli di grosso, tesoro. Lui non ti dirà nulla."
"Dimmi cosa dovrei fare allora! Ci sono altre scelte?"
"Tuo padre."
"Perché vi ostinate a pensare che mio padre mi dia retta? Ho baciato Mattia proprio per questo fottuto motivo.
Viviamo in una società in cui ognuno parla per sé e  bisogna rischiare per sapere la verità." Sbuffo e senza pensarci chiudo la porta.

Mi siedo sul divano pensando a cosa dover fare e se aver baciato Mattia ieri sera sia stata la cosa più sbagliata o qualcosa che potrebbe aiutarmi senza dover entrare in particolare affari.

I pensieri mi sovrastano così tanto, rinchiudono le mie emozioni fino a non saper più cosa pensare e ne come agire.

Mi collego su Instagram, sprecando un momento che magari neanche andava pensato.
Che non dovevo neanche sfiorare con la mente.
Digito il suo nome e decido di inviargli un messaggio di direct.

-Su direct // INSTAGRAM

A: @mattiapolibio
Ricordi cosa cosa sia successo ieri sera?

Da: @mattiapolibio
Forse

A: @mattiapolibio
Parlo sul serio

Un Contratto Di Cuore [COMPLETA] ||Mattia PolibioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora