|7|

333 31 54
                                    

Apologies

"Mi dispiace, cercerò di sopportare il tuo carattere infantile pur di poter gioc- No, no! Così non va!"

Era da quando si era svegliato che provava a trovare le parole giuste da dire al rosso.
Non era un tipo bravo con le scuse.

Semplicemente cercava un modo per non risultare aggressivo e distaccato come al solito, ottenendo il risultato contrario.

Aveva appurato che chiedere scusa come lo faceva con suo padre era esattamente ciò che non avrebbe dovuto fare.

"Troppo formale"
Si era detto, infondo se avesse voluto farsi un amico di certo non avrebbe dovuto adottare quel tipo di metodo.

"Mi dispiace... boke. DIO TOBIO MA RIESCI A FORMULARE UNA FRASE SENZA INSULTARLO?"
Urlò contro se stesso allo specchio, pentendosi subito dopo data l'ora del mattino.
Si scompigliò i capelli con una mano, frustrato.

Si disse che avrebbe sfidato la sorte, senza prepararsi prima le parole, dato che a quanto pare non ci riusciva in nessun modo.

Prese lo zaino dalla sedia, già pronto dalla sera prima e scese le scale silenziosamente.

Rendendosi poi conto dell'assenza del padre dalla mancanza del cappello sull'appendiabiti attaccato al muro.

Capitava spesso che il padre mancasse per qualche giorno, che sparisse senza dire nulla.
A volte Kageyama temeva che lo avesse abbandonato e mentre da una parte ne era ovviamente felice, dall'altra era terrorizzato che suo padre non tornasse a casa, come avrebbe fatto tra la scuola e la pallavolo a trovare anche un lavoro per mantenersi?

Non voleva ammettere a se stesso che infondo da una parte, la colpa di ciò che stava subendo fosse sua.

Se solo avesse avuto la forza e il coraggio di denunciare tutto ed andare avanti con la propria vita, non sarebbe stato ancora in quella situazione.

Scacciò via i pensieri dalla testa, uscendo di casa, controllando di aver chiuso bene la porta.
Fece il tragitto in silenzio, soprappensiero.

Nemmeno si rese conto di non aver messo la musica come suo solito.
Camminava pensando e ripensando a come si sarebbe scusato con il rosso per il suo comportamento e a come gli avrebbe chiesto di scendere a patti.

Averlo visto così silenzioso e giù di morale la sera prima lo aveva spaventato, in parte.
E se non avesse più voluto avere a che fare con lui e la squadra?

Cambiare scuola non sarebbe difficile e sarebbe altrettanto semplice lasciare il club di pallavolo per iscriversi ad uno privato.
Non seppe il perchè ma il moro si sentì triste all'idea che Hinata potesse andarsene.

Magari perché, come aveva già pensato in precedenza, finché lo sentiva blaterare di cose stupide ed inutili non riusciva a dar voce a quel casino che era la sua testa.

Magari perché infondo in quel poco tempo, anche lui si era affezionato al rosso e trovarsi da un momento all'altro privato di una presenza così sentita e rumorosa, gli sarebbe dispiaciuto.

Cercò in tutti i modi di darsi una ragione, una spiegazione a come si sentiva riguardo a Shoyo, senza trovarne una.

E proprio mentre rimuginava sul suo insolito comportamento di chiedere scusa agli altri, vide il protagonista dei suoi pensieri.

La testa rossa coperta dal cappuccio della felpa, in sella come al solito alla sua bici.

Pensò di alzare la mano, salutarlo da lontano e scappare poi via in classe senza dire una parola, per quanto si sentiva impreparato.

•YUGEN• Kagehina ItaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora