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Our value

Kageyama pensò tutto il giorno all'accaduto, il giorno successivo sarebbe stato di domenica e così si sarebbe concluso il fine settimana nel quale i ragazzi non avrebbero potuto giocare con la squadra, di nuovo.

Il padre non aveva fatto parola riguardo l'accaduto ne si era fatto vedere più di tanto dal figlio quella mattina quando era rientrato.

Tobio non se ne preoccupò minimamente, con tutti i pensieri che aveva per la testa riguardanti il rosso, il padre era solo recondito in una minuscola parte della sua testa.

Si tormentò così tanto che gli sembrò di svenire, come aveva potuto fare una cosa simile? Come era possibile che non fosse riuscito a controllarsi? Lui? Il maestro dell'autocontrollo.

Riusciva a stare in silenzio e buono durante tutti i maltrattamenti del padre e non era riuscito a frenare il suo istinto di avvicinarsi al rosso?

Probabilmente per questo l'amico lo avrebbe odiato per sempre.
La faccia sconvolta di Hinata tormentava i suoi ricordi e lo faceva sentire un mostro.

Penserà che sono strano, che sono un dannato molestatore!

Pensò. Il rosso effettivamente era rimasto paralizzato dal gesto dell'amico, eppure non era la prima volta che si creava un clima fortemente teso tra i due, per un motivo o per un altro ogni volta si ritrovavano ad essere inevitabilmente attratti magneticamente l'uno dall'altro.

Semplicemente il rosso in quel momento non capì la situazione, l'estrema vicinanza con il viso di Tobio gli aveva mandato il cervello in subbuglio e proprio non aveva saputo spiccicare parola.

Eppure sentiva il cuore sobbalzare ogni volta che ripensava a quella scena, non riusciva proprio a capirne il perché, l'idea che potesse piacergli il moro non gli sorvolava nemmeno la testa.

Nonostante ciò ci pensarono su, nessuno dei due aveva mai provato nulla per una ragazza, nessuno dei due si era ritrovato mai a pensare ad una persona prima di addormentarsi la sera, o in classe o in qualsiasi momento della giornata.

Si chiesero più volte se quindi ciò che sentivano fossero le famosissime farfalle nello stomaco di cui tutti parlavano, quelle che mozzano il respiro e arrossano le guance, quelle sempre citate nei libri e sentite nei film.

Si chiedevano se davvero fosse capitato proprio a loro di infatuarsi di qualcuno. Sempre concentrati sulla vita familiare e sulla pallavolo avevano dato per scontato, entrambi, che per loro non ci fosse nemmeno un minuscolo posto nella loro testa per "l'amore".

Amore poi, nemmeno avevano idea di cosa significasse quella parola, cosa comportava? Quali sensazioni, quali comportamenti ti facevano intuire di esserti innamorato?

Si, spesso sentivano la testa leggera e le gambe tremanti al solo pensiero del "quasi bacio" che si erano dati ma infondo sarebbe stato il loro primo, quindi avrebbe avuto senso in ogni caso.

Tuttavia pensarono che per il bene della squadra sarebbe stato meglio pensarci dopo aver dimostrato di poter giocare assieme.

Tobio si disse che avrebbe ignorato l'accaduto durante la partita e solo successivamente avrebbe chiesto scusa al povero Hinata, che si era ritrovato in una situazione scomoda a causa sua.

Shoyo dal canto suo, pensò che probabilmente il moro fosse solo stanco e molto confuso e che mai avrebbe potuto essere interessato a lui, perciò per facilitare le cose non ne avrebbe fatto parola.

Passarono quindi la giornata senza vedersi ne sentirsi, entrambi si allenarono nelle loro rispettive case, utilizzando il muro come valido ed unico partner disponibile.

•YUGEN• Kagehina ItaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora