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Strange feelings -2/ workship

Tobio sospirò pesantemente, aprendo gli occhi e tirandosi su con il busto, incrociando anche le gambe nel frattempo.

Appoggiò i gomiti sulle gambe coperte dal piumone, sorreggendosi poi la testa con le mani.

Non aveva chiuso occhio e dopo un ora di tentativi aveva appurato che chiudere gli occhi e restare immobile non lo avrebbe aiutato a prendere sonno.

Continuava a farsi domande su domande e la sua preoccupazione e ansia cresceva ogni secondo di più.

Erano anni che il padre non gli chiedeva di dormire fuori, si chiedeva quindi che cosa gli sarebbe accaduto una volta tornato a casa.

La prima volta, aveva disobbedito a suo padre, uscendo a tarda notte per andare a trovare sua madre, scavalcando anche il recinto del cimitero.

Quando suo padre aveva scoperto la mancanza del moro, non vedendo le sue scarpe davanti alla porta andando in bagno lo aveva chiamato al cellulare.

Gli chiese dove fosse urlando nonostante l'ora tarda e una volta che il figlio gli ebbe detto la verità, confessando di essere andato dove gli era proibito, gli aveva intimato di non rientrare a casa per nessun motivo.

Il moro tuttavia tornò lo stesso, quella notte faceva particolarmente freddo e dove avrebbe mai potuto trovare un posto in cui dormire un quattordicenne alle 3 del mattino?

Una volta entrato dalla porta si rese conto del suo errore, ritrovò la casa completamente sottosopra e il padre seduto su una sedia al centro della stanza, l'unico mobilio non fissato al terreno che era ancora in piedi.

Gli vennero i brividi, gli sembrò quasi di star a guardare il padrone del chaos.
Suo padre alzò gli occhi verso di lui, rivelandoli pieni di rabbia, quasi ignettati di sangue.

Quella notte Kageyama rischiò la sua vita, ogni oggetto alla portata del padre gli fu scagliato contro, bicchieri, sedie, addirittura stoviglie come coltelli da cucina gli finirono addosso con violenza.

Si ritrovò in ospedale una volta che ebbe ripreso i sensi, con diverse ferite sul volto e in tutte le parti del corpo.

L'uomo che gli aveva procurato tutto ciò raccontò ai dottori che aveva avuto un incidente in bici, una macchina gli era andata contro e una volta visto che il giovane era svenuto se l'era data a gambe, lasciandolo in strada.

Ovviamente tutti credettero alla sua versione e Tobio non osò proferire parola.

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"P-papà.."
Disse, non appena ebbe riacquisito conoscenza.

"Te lo avevo detto di non rientrare Tobio, ti avevo avvertito"
Il padre lo guardò inespressivo, ancora furibondo.

Tobio sgranò gli occhi, incredulo di quanta malvagità potesse dimostrargli quell'uomo.
Aveva cercato in tutti i modi fino a quel giorno, di convincersi che fosse soltanto ancora sconvolto dalla morte di sua moglie, tuttavia dopo l'accaduto di quella notte, iniziò ad avere seriamente paura dell'uomo che era suo padre.
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Il ragazzo scosse la testa, come a voler allontanare quei ricordi dalla sua mente, sospirando nel frattempo.

Si girò in direzione del rosso, che dormiva beatamente a bocca aperta, bagnando anche un po' il cuscino con la sua saliva.

Ovviamente la postura era del tutto scomposta, le braccia aperte, coprivano tutta la larghezza del letto, la gamba sinistra tirata su, mentre la destra completamente distesa.
Anche il cuscino era storto, andando a sollevare anche parte del busto di Shoyo, rivolto verso il materasso.

•YUGEN• Kagehina ItaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora