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Again but for the last time

I due ragazzi si salutarono con le guance ancora rosse e un sorriso sul volto, esordiendo con un "a domani" abbastanza energico da parte del rosso.

Quest'ultimo se ne andò via saltellando sotto lo sguardo divertito di Tobio che non appena lo vide scomparire dalla sua vista entrò in casa.


Il sorriso soddisfatto sul suo volto svanì non appena incrociò lo sguardo del padre, in piedi al centro della stanza con le braccia conserte.

Il volto del moro si impallidì e un'espressione di puro terrore si dipinse sul suo volto.

Non riuscì a spiccicare parola, completamente terrorizzato dall'uomo di fronte a se. Era consapevole che sarebbe dovuto scappare, dire qualcosa, cercare di salvarsi in qualche modo ma le sue gambe non accennavano a muoversi.


Lo aveva visto, era sicuro che lo avesse visto. La finestra della cucina alla sua sinistra dava una bella visuale della strada.

Il padre nemmeno disse nulla, si avvicinò semplicemente al figlio sotto il suo sguardo terrorizzato.


Lo prese per i capelli, tirandoli con forza mentre lo trascinava verso le scale della cantina. Tobio aveva già capito cosa sarebbe accaduto, erano anni che suo padre non lo portava li, ma il ricordo di quel posto era più che vivido nella sua mente.

Una volta raggiunte la scalinata in legno il padre lo spinse di sotto e mentre Kageyama si teneva il retro della testa per il forte impatto che aveva avuto contro la porta sul fondo, il padre scese i 18 scalini con gran calma.


Prese le chiavi appese al muro a metà tragitto e una volta raggiunto il figlio, a terra dolorante, lo prese per il polso facendolo alzare nuovamente con forza.

Aprì la porta con il grande mazzo di chiavi e trascinò il moro all'interno. Percorse tutta la buia cantina fino ad arrivare al termine della stanza, lanciò di nuovo Tobio a terra, portando poi la mano al ponte del naso mentre camminava avanti e indietro.


"fammi capire" iniziò, facendo venire i brividi al ragazzo a terra per quanto la sua voce fosse calma e pacata.

"ti permetto di andare a scuola, di praticare uno sport, di avere degli amici e addirittura di andare a casa loro e tu..." interruppe il soliloquio, girandosi verso il figlio che in quel momento tremava di terrore, con lo sguardo fisso sul terreno.


"GUARDAMI" urlò questa volta, facendo sobbalzare il moro, il quale dalla paura fece scappare un singhiozzo. quest'ultimo alzò gli occhi verso il padre, lentamente e timoroso del contatto visivo.


Una volta incrociato lo sguardo tobio capì che quella notte lo avrebe perseguitato nei suoi incubi per anni a venire. Gli occhi dell'uomo che si definiva suo padre erano velati di rabbia, le pupille ristrette a due miseri puntini neri mentre tutt'intorno il blu sembrava essere diventato nero pece. Le guance di tobio si bagnarono di nuovo.

"ti lascio fare tutto questo e tu decidi di scoparti il tuo compagno di squadra?" una risata nervosa si aggiunse alle sue parole, si girò, dando le spalle a Tobio, che provò a parlare nel tentativo di calmarlo. 


"Papà io-" venne interrotto dalla suola delle scarpe del padre, che in preda alla furia più totale gli scagliò un calcio in volto, intimandogli di tacere.

•YUGEN• Kagehina ItaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora