capitolo 9

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Arrivati in centro giriamo tutti i negozi di ogni tipo solo per l'aria condizionata, fa troppo caldo per strada.

Abbiamo parlato tanto, di qualsiasi cosa e di qualsiasi discordo tranne che dell'amore.
Di punto in bianco decido di parlare di Nicolas, tabù per Dario infatti si è ammutolito, lui ha parlato di Cesare ed io ho reagito allo stesso modo così da chiudere discorso.

Siamo seduti sull'erba, siamo soli e c'è tranquillità e decido di riaprire quel discorso, so che ha bisogno di parlane

<<ehi..ascolta, so e capisco che per te sia difficile parlare con lui>> inizio un po' titubante, ho paura di sbagliare e farlo rimaner male <<ma secondo me dovresti>> continuo <<dovresti proprio farlo>> abbassa lo sguardo, gli prendo le mani <<dovresti proprio farlo sai? Lo vedo come ti guarda, Dario, Nic pende dalle tue labbra.>> dico con convinzione. Non direi mai una bugia, ne sono così certa perché Nicolas ne parlò con Cesare dopo che Dario ne parlò con me sui Colli.

Mi guarda con speranza ma tanta preoccupazione <<potrei anche farlo e..ma se poi va male? Gli altri ne verrebbero a conoscenza no? Mi giudicheranno e allontaneranno. Io no->> <<Dario io capisco le tue preoccupazioni ma, credimi, non succederà nulla di tutto questo>> cerco di calmarlo <<e poi, anche se dovessero allontanarsi? Buon per te e male per loro. TU sei prezioso Dario, non ti meritano se non accettano il tuo star bene la tua felicità.>>

Finisco il mio discorso molto più che sicura di me, tutti l'hanno capito e ne sono felicissimi, non aspettano altro.
Lo guardo e capisco che è combattuto <<e va bene, se deve andare va, no?>> si alza <<andiamo forza, potrebbe andare bene no?>> chiede più a se stesso che a me <<oh Dio potrebbe andare bene>> mi prende per mano <<andiamo forza>> mi tira in un abbraccio sussurrandomi un "grazie" all'orecchio.

Siamo arrivati nel nostro locale di ritrovo dove c'è già il restate gruppo, entrati ci dirigiamo al "solito tavolo", ci sediamo da anni ormai qui

<<oh era ora, finalmente siete arrivati>> dice Cesare mostrando il suo essere infantile
<<esatto, Dario devi smetterla di rubarti la MIA migliore amica>> esclama anche lui allo stesso tono
alzo gli occhi al cielo e abbraccio Dario, lui mi sorride così da ricevere occhiatacce dai due bimbi.

Mentre stiamo per prendere posto vicini, Cesare si sposta di una sedia così da sedermi tra lui e Tonno mentre Dario vicino a Nic. Che ship ragazzi.

Seduti da non so quanto tempo, sono appoggiata a Tonno che mi sta abbracciando accarezzandomi la spalla.

Ho notato che Cesare inizialmente non mi dava molte attenzioni poi ha iniziato a chiedermi di fargli i grattini sul collo, quindi spostarmi da quella comodissima posizione. Assolutamente no.

<<No, sto comoda>> dico avvicinandomi sempre di più al mio amico
<<daiii>> risponde lagnandosi
<<nu Cesi>> rispondo chiudendo gli occhi
<<Da->> viene interrotto dal Tone <<no bello, ha scelto me, il SUO migliore amico>> dice con tono vittorioso

Dopo questa risposta smette di obiettare e quando sto per addormentarmi sento due braccia prendermi e stringermi forte, no che non è Tonno. Non apro neanche gli occhi, dall'odore capisco che è Cesare.

Oh Dio il suo profumo è un qualcosa di indescrivibile, come tutte le emozioni che sto provando adesso. Le sue braccia sono così accoglienti, il suo petto così comodo, le sue carezze: sono in paradiso.

Sorrido involontariamente e per non farmi vedere fingo di grattarmi il naso. Ormai è, da anni, un'abitudine abbracciarci e stare vicini, ma le sensazioni che mi provoca il solo pensare a lui nel mio stomaco si scatena un party di elefanti.

Impazzisco al sono pensiero che lui venga a casa mia, dorma nella mia stessa casa, mi consideri e che mi voglia accanto. So che tutto questo è grazie a mio fratello e al nostro rapporto creatosi negli anni, so anche per lui sono semplicemente la "piccola sorellina da proteggere" e questo mi distrugge.

<<FEDS>> <<Eh? Che succede?>> vengo risvegliata dai miei pensieri da Nelson che con lo sguardo mi indica il cameriere, oh scusatemi una bellezza della natura che fa il cameriere.

<<uhm per me una coca zero grazie>> scrive e mi sorride, ricambio e ammetto che ho buttato varie volte lo sguardo verso di lui, devo ammetterlo che è davvero carino.

Tonno, accorto della situazione, mi da qualche spinta col gomito ammiccando al ragazzo. Roteo gli occhi e gli rispondo con un simpatico calcio sotto al tavolo <<ti voglio bene>> dico sussurrandogli.

Golden /Cesare Cantelli/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora