8. Biscotti e vaniglia

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Subito dopo quella frase così enigmatica, il rosa esce dal bagno, lasciandomi a rimuginare nella sola compagnia delle mie ferite. Che cosa stavano a significare quelle parole? Jungkook mi considerava un errore, o errato quello che mi aveva fatto passare?

Ero rimasta così interdetta, che sono stata bloccata sulla tazza del wc per un po', senza sapere come comportarmi o cosa dirgli. Avrei voluto ringraziarlo, ma lui non c'era già più. Forse non voleva più guardarmi. Forse quello che era successo tra di noi doveva finire immediatamente così com'era iniziato. Ma io, anche dopo essermi vestita, non l'ho minimamente superato.

Quel ragazzo mi confonde. È un dannato enigma per nulla semplice.

I vestiti mi stanno. Un po' larghi, ma almeno mi coprono a sufficienza. Sono anche comodi. L'intimo mi calza alla perfezione. Non voglio sapere dove lo abbiano procurato; volevo solo cambiarmi e non indossare qualcosa che puzzasse ancora di sangue. Molto probabilmente arrivava da un'altra valigia rubata in aeroporto.

Appena apro la porta del bagno, mi ritrovo davanti un sorridente Hoseok. Mi saluta con la mano, ma sono troppo concentrata a riflettere per ricambiare in tempo.

«Colazione?» mi chiede, ed io annuisco.

Avevo acconsentito sovra pensiero, senza riflettere seriamente. Seguo il ragazzo per tutto il corridoio fino a sbucare in cucina, dove sono radunati tutti i ragazzi. Alcuni hanno una faccia piuttosto riposata e serena. Altri, quelli che avevano lavorato la notte precedente, compreso Hoseok, hanno delle profonde occhiaie scure e la bocca semi aperta. Paiono stravolti tanto quanto me.

«Cosa preferisci mangiare?» mi chiede il biondo.

Ci penso su un attimo, ma poi mi rendo conto che qualsiasi cosa andrebbe bene pur di riempire un po' il mio stomaco che, alla vista di alcuni biscotti sul tavolo, aveva iniziato a lamentarsi affamato. Chiedo di poter prendere posto e gli altri me lo concedono senza problemi. Quando poggio il mio fondoschiena sulla sedia, esalo un sospiro.

Alzo la testa e vedo Jungkook seduto davanti a me. I nostri occhi si toccano, come due macchine agli autoscontri. I suoi però, scappano via.

Jimin si allunga sul tavolo con la mano fasciata per andare a pendere una brocca poco distante da me. Senza pensarci, lo agevolo e gliela allungo.

«Grazie.» mormora

«Come va la tua mano?» gli chiedo.

Non è che me ne importi del tutto qualcosa, ma vorrei farmi perdonare in qualche modo prima che, preso dal rimorso verso di me, decidesse di farmi fuori. Gioco d'astuzia.

«Meglio.» afferma «Jin mi ha detto di tenerla a riposo almeno per altri due giorni, ma penso che domani toglierò la benda. Devo lavorare.»

Gli do ragione e guardo ancora il rosa. Lui sta sgranocchiando un biscotto.

«Forza, Sooyun! Prendi qualcosa.» mi incita Taehyung.

Inizio ad ispezionare il tavolo. Senza sapere bene come comportarmi, stendo le dita ed afferro uno dei biscotti che avevo visto prima. Gli do un morso e studio per un attimo il suo sapore. È buono; sa di banana.

Sposto la visuale e noto che il confetto aveva cominciato ad osservarmi contrariato. Ricambio l'occhiata e mimo con le labbra un "che c'è?", infastidita. Poi guardo il biscotto che regge tra le dita e il mio, identico. Divertita, comprendo. Gliene rubo un altro. Lui afferra il piatto e se lo porta in grembo, nascondendolo con le ginocchia. Per importunarlo, guardo Jungkook finché non ho finito di mangiare entrambi i biscotti. La sua faccia è esilarante.

Dopodiché, gli altri iniziano a chiedermi come fosse andato il mio primo lavoro. Ho cominciato a spiegare timidamente, non molto sicura se dovessi narrare tutto nel dettaglio. I dolci che avevo mangiato volevo tenermeli nello stomaco, dopo tutto.

PINK GASOLINE ✓ [Jeon Jungkook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora