Io e lui.
Lui ed io.
Io e Jungkook non andremo mai d'accordo. E quando faccio riferimento ad un accordo non intendo solo fiducia, rispetto e complicità, ma parlo di sopportazione vera e propria. Guardare qualcuno in faccia senza avere l'irrefrenabile desiderio di sputargli in mezzo alla fronte. Osservando il confettino tutti i santi giorni non voglio solo condividere la mia saliva con le sue guance piene, no. Voglio direttamente disintegrarlo. Non ucciderlo, sia chiaro. Solo divertirmi un tantino come lui aveva fatto con me.
Divertirsi di qua, divertirsi di là. Solo piacevole follia allo stato puro, dalla mia pelle alla sua pelle. Spassoso ed infantile è il nostro gioco malato.
Eppure, ormai, dovrei saperlo: non si scappa. Non so dirmi ancora se la fuga sia bloccata dal mio senso o da quello di Jungkook, però lui aveva ammesso inconsciamente una cosa saggia.
Io sono diventata pericolosa. Ho ucciso solo una persona fino ad adesso e non nego che il peccaminoso senso di colpa mi stia logorando ad un ritmo lento, doloroso, straziante ed irrispettoso. Ma sono così, mi sono modellata in questo modo distorto. Ho deciso io di costruirmi questa zavorra che dimora ovunque sul mio corpo. Sono parte di loro, parte della componente più oscura del mondo.
Un mondo diviso, dove non ci sono mescolanze di nessun genere. I buoni e i cattivi, il bianco e il nero, la notte e il giorno, lo Yin e lo Yang. C'è sempre un poco di bene nel male e c'è sempre un poco di male nel bene. Sì, forse sì, da qualche altra parte. Ma non qui. Qui ci sono solo cattivi, il nero, la notte, tutto uno Yin senza la Yang.
E' tutto nero qui... niente grigio.
Avevo imparato ad accettare molto presto questa mia nuova condizione di vita. E' passato un mese abbondante e ho sempre aiutato la squadra come meglio ho potuto, nel pieno delle mie possibilità. Come aveva detto Jimin inoltre, nessuno era venuto a cercarmi dopo l'incendio.
Ciò si è rivelato ancora più strano e sconcertante. Come titolare dell'azienda dei miei genitori, dopo quello che era accaduto, chiunque avrebbe fatto ricorso a me. Capisco che nessuno sappia dove ci troviamo o la nostra esatta posizione, ma è bizzarro ugualmente. Singolare e piuttosto comodo. Avrebbero potuto mettermi sotto indagine per il reato che avevo concretamente commesso, ma le prove erano andate distrutte nelle fiamme, così come tutto il resto. Era finita da dove era iniziata. Era stato piuttosto tranquillo.
Tutto sotto controllo, il nostro controllo.
Stare a casa con Jimin e Taehyung è come essere il terzo in comodo. Per esempio; adesso i due ragazzi sono stravaccati sul divano. Il primo tiene la testa dell'altro sulle gambe e le dita infilate nei suoi capelli, le quali giocano distrattamente con le ciocche scure di quello sdraiato sul sofà. Io prendo posto dalla parte opposta, una voragine che divide il mio bozzolo dalla loro intimità. Non è un atteggiamento sdolcinato quello dell'accoppiata silenziosa, solamente fraterno. Sta di fatto che mi sento comunque di troppo.
«Oh!» strilla Taehyung tutto d'un botto, mettendosi a sedere e tirando una gomitata al mento dell'amico «L'hai visto quello? Ha fatto un salto mortale pazzesco! Jimin-ah, insegnamelo.»
La faccia sofferente di quest'ultimo mi sottrae un minuscolo sorriso. Il film d'azione sulla tv continua mentre quello senza più una mascella impreca.
«Se vuoi ti insegno come fratturare un femore, mh? Che ne dici di farmi da cavia, brutto idiota?» Jimin guarda il compagno, protraendo le mani dalle dimensioni ridotte verso la sua coscia con un segno decisamente poco rassicurante. Continuo a divertirmi, l'altro sembra fare lo stesso. «Smettila di fare il tragico, hyung. Sei ancora tutto intero.»
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PINK GASOLINE ✓ [Jeon Jungkook]
Fanfiction[COMPLETA] La vita di Sooyun Ryeo apparirebbe perfetta ad un paio di occhi poco attenti; un lavoro più che stabile, una bella casa, tanti soldi e niente debiti nascosti. Cosa ci sarebbe di meglio? Nulla, assolutamente nulla. Un giorno tuttavia, la s...