«Accendilo.»
Io e quel bellimbusto dai capelli rosa ci stiamo fissando da forse cinque ininterrotti minuti. Io ho un ghigno super divertito appiccicato sulla bocca, lui invece non la smette di imprecare a bassa voce. Forse lo sto facendo solo perché mi diverte. Magari, all'opposto, mi piace vederlo sottomesso.
Oh... eccome se mi piace. Guardo le sue spalle tese e un brivido di eccitazione corre giù lungo la mia schiena.
Dopo quello che avevo sentito, e dopo il mio attimo di smarrimento, avevo deciso anch'io di volermi divertire con il coniglio pasquale. Ho pensato che il gioco, il nostro gioco, si sarebbe dovuto estendere ad entrambi. Nessuno deve entrare e nessuno deve uscirne. Siamo solo noi due. Io e Jungkook.
E, in questo momento, in questo esattissimo istante, lui è in netto svantaggio: sono io che lo sto dominando. Chi l'avrebbe mai detto?
Mi mordo il labbro inferiore e lo guardo dall'alto. Non per davvero dato che sono sempre e comunque più bassa di lui, ma da una posizione di superiorità gerarchica. Come se avessi appena superato un gradino, schiacciandolo così sotto il peso della mia importanza, della mia magnificenza. Quindi, adesso, ha finito di fare lo splendido? Oggi il vento gira proprio nella mia rotta.
«Avanti, confettino.» lo esorto con voce grave «Accendilo.»
Mi avvicino al suo petto allargando il mio sorriso trionfante. Guardo oltre la sua spalla e poi ancora i suoi occhi scuri, luogo dove è impresso il disdegno più totale e seccato. Questa era la reazione che volevo. Potrei urlare dalla felicità.
«Che fai? Ti tiri indietro? Oh!» esclamo con la cadenza più scadente e sorpresa «Non dirmi che hai paura, Kook?»
«Io non ho paura.»
Se la sua intonazione potrebbe ingannare chiunque, la sua faccia non lascia nulla al caso: ha paura il cazzone. Così, volendo terminare il nostro battibecco una volta per tutte, lo supero e vado verso la parete opposta. Jungkook mi segue con il collo, sempre più con la coda in mezzo alle gambe. Quando sono ad una distanza ottimale, allungo una mano e vado ad afferrare l'oggetto del suo tangibile terrore. Prima di agire lo fisso di nuovo, con una risata isterica che preme per uscirmi dalle labbra. Nell'attimo in cui giro la rotella e lo stesso si accende, il rosa trasalisce come un agnellino.
«Non ci credo!» urlo sbellicandomi «Hai paura di un fottuto forno a microonde!»
Ecco che lui, facendo appello a tutto il suo coraggio e con la fronte sudata, si volta completamente nella mia direzione. Vedo la sua faccia paonazza e la mia risata si amplifica a dismisura
«Io non ho paura del forno a microonde!» reagisce
«E invece sì, fifone. Vieni.»
Lo prendo per un polso e, come conseguenza al suo stato di trance, trascinarlo al mio volere si rivela una bazzecola. Lo piazzo davanti al microonde, afferrandogli l'indice affusolato. Lo guido divertita verso il vetro illuminato di giallo dell'elettrodomestico, aspettandomi che possa esplodere da un momento all'altro. Sia quest'ultimo che il ragazzo di fianco a me. Lo sento tremolare, letteralmente. Non mi sarei mai aspettata potesse avere paura di una cosa così banale. Che poi, paura; se la sta praticamente facendo sotto.
«Visto? Non c'è niente di cui aver-»
Non faccio in tempo a finire il mio falso incoraggiamento che il pericoloso forno a microonde fa uno strano rumore, quasi come un gorgoglio. Jungkook trattiene un fremito e si allontana di corsa, strattonando via la sua mano dalla mia.
Okay, okay, l'ho torturato abbastanza. Per questa volta può bastare.
Spengo l'elettrodomestico e mi asciugo le lacrime che mi erano venute per le risate. Il confetto rosa si poggia con il bacino al bordo del tavolo, incrociando le braccia per cercare di nascondere il sudore che ha iniziato a colare persino su di esse.
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PINK GASOLINE ✓ [Jeon Jungkook]
Fanfiction[COMPLETA] La vita di Sooyun Ryeo apparirebbe perfetta ad un paio di occhi poco attenti; un lavoro più che stabile, una bella casa, tanti soldi e niente debiti nascosti. Cosa ci sarebbe di meglio? Nulla, assolutamente nulla. Un giorno tuttavia, la s...