10.

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Una donna a me sconosciuta stava mostrando la gamba a Thomas, mentre John gli raccontava del fatto e Tom osservava la ragazza.

Cercai di farglielo capire a John ma lui mi diceva di non interromperlo, così mi voltai e me ne andai, cercando una bottiglia piena di Whisky.
Entrai in cucina e me ne fregai di tutti gli sguardi addosso, quando portai le labbra alla bottiglia.

Vaffanculo Tom, era da tanto che non ti ci mandavo.

Mi voltai verso Charlie e quest'ultimo sospirò.
«Scommetto che c'entra Tommy.»
Ridacchiai, ma senza entusiasmo.
«Da cosa l'hai capito?» Finn cercò di levarmi la bottiglia dalle mani, ricevendo una mia occhiataccia e fallendo miseramente.

«Da come sei entrata.»

Alzai gli occhi al cielo, sentendoli tremendamente lucidi.

«Che se ne vada a fanculo.»

In quel momento arrivò Johnny e quando incrociò il mio sguardo, lo distolse subito.
«Arthur, sei disposto nel tenerti Charles per una notte?»

Chiusi gli occhi.
Cercai di concentrarmi sul mio battito e nient'altro.

Giurai a me stessa che me ne sarei andata, dopo aver ricevuto i soldi promessi.
«Rose...»

John cercò di richiamare la mia attenzione, ma, con scarsi risultati.

Presi il mio porta sigarette che era sul piano cottura e, con la bottiglia nell'altra mano, sorpassai mio fratello facendo scontrare la mia spalla con la sua.
Arrivai vicino a Midnight ed in quel momento mi raggiunse Charlie.

«Non potete continuare a soffrire così, cazzo!»

Nel frattempo salii su Midnight, sistemando le redini.
«Vaffanculo, Charlie! Che se ne vada a fanculo!»

Diedi gambe e feci partire Mid al galoppo.

Neanche si era accorto di me.

***

Dopo aver sistemato il mio cavallo, tornai a casa con tanta voglia di bere.
Così uscii tutte le bottiglie di Whisky che avevo nella credenza ed andai sul retro della casa, dove tenevamo un giardinetto con delle panchine.

Dopo un bel po' tornarono i ragazzi e, per fortuna loro, riuscivo ancora a ragionare.

«È solo un cazzo di accordo, Rose. Lui non prova niente per lei.» Risi di gusto al suono delle parole di John.

Lanciai la bottiglia vuota per terra e mi distesi sul prato, alzando lo sguardo verso le stelle.

«Va bene, tu prendila dalle braccia ed io la prendo dai piedi, poi le facciamo fare un bel bagno ghiacciato.» Disse Finn.

Spalancai gli occhi quando mi afferrarono per portarmi dentro.
«No! Lasciatemi qui. Cazzo! Non vi sto dando alcun fastidio, voglio solo non pensare più! John!»

Le mie preghiere non furono state ascoltate.

Finn mi lasciò con John e, quest'ultimo, lasciandomi in intimo mi infilò dentro la vasca, gettando un secchio di acqua gelida e facendomi tremare all'istante.
Senza perdere tempo portò una spugna sulla mia pelle, piena di schiuma.

In quell'istante i nostri sguardi si incrociarono e, dentro di me, salì una voglia matta di piangere in modo isterico.

Ma lo trattenni in dei singhiozzi che fecero diventare, lo sguardo di John, ancora più dolce.

«Piangi cazzo. Anche se non dovresti; lui dovrebbe solo farti sorridere ed arrossire.»
Passò la spugna sulla mia guancia ed io chiusi gli occhi, lasciandomi andare.

***

L'indomani mi svegliai con il continuo bussare alla porta.
Indossai la mia vestaglia ed andai ad aprire, trovando John.

«C'è Tom sotto, vuole vederci per delle novità sul colpo.»

Ridacchiai. «Che vada a fanculo. Digli che non posso, che sono indisposta.»
Gli diedi le spalle e mi rintanai sotto le coperte.

«Rose se fai così è peggio.» Scossi la testa. «È il mio modo di reagire, lui capirà lo stesso, fidati.»

Il rosso sospirò e scese giù, dopo aver chiuso la porta.
Ma non ci fu neanche un nano secondo di pace che, i passi pesanti di Thomas, corsero verso la mia stanza bussando in modo frenetico alla porta.

«Ti prego Rose, scendi! Mi serve la tua cazzo di mente brillante.»
Ridacchiai, restando con la schiena appoggiata alla porta.

«Esatto! Ti servo, ti servo e basta. Vai a fanculo Thomas Shelby!»

«Va bene.»

Gli sentii dire con tono rassegnato.
Mi tirai su con la schiena, aggrottando le sopracciglia ed osservando l'oggetto che ci divideva, per sua fortuna.
Dopo un po' venne sfondata da Tom.

«Prima gli affari.»

Mi afferrò e mi sistemò sulla sua spalla, portandomi sotto dai ragazzi, che erano intorno al tavolino del salotto.

«So camminare, mettimi giù coglione!»

Gli urlai contro e scatenai una risata da parte di John ed Arthur.
«Non c'è niente da ridere. Idioti.» Tom mi mise giù e solo in quel momento notai di essere con i piedi scalzi, infatti quando toccai il pavimento, tremai dal freddo.

«Adesso ascolta attentamente, dopo chiariamo il casino che hai al posto di quella tua fottuta testolina brillante.»

Disse Tom, con lo sguardo incastrato nel mio e l'indice che mi indicava.

Mi strinsi di più nella mia vestaglia e, per la prima volta nella mia vita, mi sentii piccola ed indifesa in mezzo a loro tre.

A f***ing mess 3 || Peaky BlindersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora