Chapter 16

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Il resto della giornata trascorre abbastanza fluidamente e mentre io e Gillian usciamo dall'istituto scolastico le chiedo di passarmi i suoi appunti di Filosofia, devo rimettermi alla pari con il programma se non voglio rischiare la bocciatura.
Immersa nei miei pensieri non mi accorgo di essere già arrivata al nostro appartamento finché Gill non fa scattare la serratura di casa girando ripetutamente le chiavi in essa, un leggero profumo di vaniglia inebria i miei sensi mentre entro chiudendomi la porta alle spalle; quando mi muovo di qualche passo la voce della mia coinquilina blocca ogni mia azione.

"Faith! Non pensare di sfuggirmi così facilmente! Abbiamo molte cose di cui parlare, ragazza!" squittisce. Rimango sorpresa quando voltandomi la trovo con un ghigno beffardo al posto del cipiglio che mi sarei aspettata. Stare troppo tempo con Louis Tomlinson è un male per chiunque.

"Si? Di cosa vorresti parlare?" chiedo slacciando le stringe dei miei stivali e buttandoli con noncuranza vicino al divano. Forse dovrei essere più ordinata, forse.

"Ethan l'ha presa tanto male, vero?" si lascia andare sul sofà picchettando con le sue dita dalle unghie perfettamente laccate il posto vicino a lei.

"È stato molto comprensivo, in realtà, ho pianto per quasi tutto il tempo fino all'abbraccio con Harry ma-"

"Hai abbracciato Harry?" squittisce.
Posso sentire le mie guance scaldarsi ed il sangue affluire velocemente verso esse.

"Lui ha abbracciato me, ha cercato di uhm, consolarmi" solo ora mi rendo conto di come Harry sia stato gentile e premuroso nei miei confronti.

"Solo questo?" chiede alzando il suo sopracciglio destro. Scuoto leggermente le spalle alzandole.

"Cos'altro avrebbe dovuto fare?" rispondo col suo medesimo tono di voce. Si passa con frustrazione una mano sul volto sospirando leggermente.

"Gesù, compatisco Louis in questo momento" sussurra più a se stessa che a me. Lascio scorrere il suo commento senza darci particolare importanza, non voglio parlare di me ed Harry, non ora almeno.

"Quindi, cos'hai intenzione di fare ora?- mi osserva mentre finalmente mi siedo accanto a lei- intendo con tutta quest'enorme storia" muove melodrammaticamente le mani intorno a noi.

"Nulla, lascio che le ferite si ricuciono da sole col tempo" concludo.
L'unica cosa che posso fare è aspettare, aspettare che la mia vita smetta di essere un mare in tempesta e che il sole crei un varco fra le nuvole portando un po' di tranquillità e chiarezza in quest'immenso casino.
Gill apre la bocca per parlare ma il ronzio del telefono di casa la blocca facendola alzare camminando a passo svelto verso l'oggetto che produce quell'odioso suono.

"mmh, si amore, siamo in casa" i suoi occhi mi squadrano dalla testa ai piedi mentre risponde a quello che ho dedotto essere Zayn "non è il caso di uscire, non stasera, uhm, magari puoi venire qui, sì?" Gillian mi guarda e sorride lievemente quando tiro su i pollici in segno di consenso, non farò deprimere anche lei a causa mia.
Dopo aver riposto la cornetta con un sorriso sornione batte le mani ripetutamente ridacchiando come un'ingenua bambina di giovane età.

"Zayn sarà qui per le otto, facciamo la pasta?" propone mantenendo il suo ghigno.

"Certo Gill" confermo.

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Quando la mia coinquilina ha proposto di preparare della pasta all'amatriciana non mi sarei aspettata di trovare residui di pancetta e sugo al pomodoro sparsi per tutta la penisola della cucina, ma evidentemente, non conosco ancora le 'doti culinarie' di Gillian, per così dire.

Stake [Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora