8. Catene

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Jimin sta camminando nervosamente intorno al suo letto, chiedendosi che cosa stia accadendo in questo momento nella piccola stanza che in tutti quegli anni ha accolto Yoongi. Il castano sa che, se volesse, potrebbe semplicemente andare ad assistere all'incantesimo, vedere suo padre mentre stipula un patto con uno degli esseri che più lo disgustano nel mondo, eppure, i suoi piedi non sembrano dargli la possibilità di lasciare la sicurezza della sua camera.

Non vuole andare perché non vuole vedere una cosa del genere, non vuole vedere suo padre che stipula un patto magico come se la magia non fosse la cosa che più disprezza al mondo, non vuole di nuovo vedere gli occhi di Yoongi cambiare colore come avevano fatto tanti anni prima. Non vuole semplicemente assistere a qualcosa che non dovrebbe accadere in primo luogo.

Non può fare a meno di chiedersi cosa succederà quel pomeriggio, se Yoongi proverà a rivolgergli la parola, se lo insulterà per non essersi più fatto vedere. Non lo sa, e la cosa lo sta lentamente portando alla follia.

I palmi delle sue mani sono umidi, come se avesse appena finito un allenamento, ma sa fin troppo bene che si tratta solo di nervosismo, o terrore, sinceramente non riesce a distinguere molto bene i sentimenti che sta provando in quella matassa di emozioni che si è formata nel suo petto.

Poi, tutto si ferma, una serva entra nella sua stanza per avvisarlo che il pranzo è pronto, e Jimin trova suo padre seduto al suo solito posto, a capotavola, come se non fosse successo nulla. Il castano passa quel tempo in silenzio, cercando di mangiare il più possibile per non fare notare nulla di strano al re, e quando il più grande si alza dal tavolo, Jimin sa che è arrivato il momento di andare da Yoongi, perchè il re gli rivolge un leggero sorriso di incoraggiamento, come se stesse andando a combattere. Probabilmente suo padre pensa davvero che il castano sia spaventato dal mago, ma ciò che davvero terrorizza il principe, è il ricordo di quell'amicizia passata.

Sorride leggermente verso il padre, apprezzando l'incoraggiamento che il re sta provando a dargli, nonostante sia per la ragione sbagliata.

Inizia ad incamminarsi verso la stanza di Yoongi, ricordando alla perfezione ogni singolo corridoio che porta alla sua meta, cerca di dimenticare ogni fastidioso ricordo che prova a farsi strada nella sua mente, stringendo i pugni e cercando di ignorare il leggero tremore provocato dal nervosismo.

Quando arriva, prende un profondo respiro ed entra senza aspettare una risposta. Trova Wonho immobile, vicino alla scala, rivolgendogli un leggero sorriso come saluto e ricevendo in cambio un inchino.

"Sua Altezza."

"Puoi andare, è iniziato il mio turno."

Gli ordini di suo padre erano stati ben chiari, Wonho avrebbe osservato Yoongi durante la giornata per assicurarsi che non tramasse qualcosa grazie alla piccola libertà concessagli dal re, Jimin sarebbe rimasto lì durante le tre fatidiche ore, essendo il soldato più fidato di suo padre. Se questa definizione possa essere considerata lusinghiera o meno da parte di un padre, il castano non lo sa. Ovviamente sa di essere forte e veloce, tutto ciò che un cavaliere dovrebbe essere, ma non crede che questo possa bastare contro la magia.

Wonho lo saluta con un cenno della testa, lasciando la stanza velocemente e chiudendosi la porta alle spalle con un sospiro.

Jimin sente il proprio cuore impazzire quando si rende conto di essere lì da solo con Yoongi e, soprattutto, quando si rende conto del fatto che non può rimanere qui sotto per tutto il tempo come ha fatto la guardia, ma sarà costretto a salire per togliere le manette al verde e portargli quegli oggetti che erano stati lasciati di sotto quella mattina.

Sospira leggermente, cercando di convincersi che andrà tutto bene, che Yoongi non proverà a ferirlo non appena tolte le manette, che il verde non proverà a vendicarsi in alcun modo. Però non può esserne sicuro, perché non solo si tratta di una creatura infima, ma Jimin non ha problemi nell'ammettere che se qualcuno lo avesse abbandonato nello stesso modo in cui lui ha fatto con il verde, probabilmente vorrebbe ferirlo profondamente.

Il castano scuote la testa, cercando di allontanare quei pensieri invasivi che non risolveranno nulla e non faranno altro che mandarlo in uno stato di panico. Prende in fretta i pochi oggetti che Yoongi aveva richiesto, salendo quelle scale come se alla fine di esse lo aspettasse una terribile prova e, finalmente, arriva in quel luogo che quella notte aveva sognato ripetutamente, finendo per passare una notte insonne.

Non alza mai lo sguardo per vedere Yoongi, invece, cerca frettolosamente la chiave per aprire le sbarre, riuscendoci in pochi secondi ed entrando nella piccola stanza per chiudersi la porta alle spalle. Non può evitare di sentire la leggera emozione provata all'idea che, dopo tutti quegli anni, è finalmente entrato in un posto che per tanto tempo aveva desiderato visitare. Da piccolo avrebbe voluto entrare per giocare insieme, magari alla lotta, o per poterlo abbracciare, ma adesso sta entrando solo per sfruttare quella stessa magia che nel suo reame è bandita.

Solleva finalmente lo sguardo, incontrando immediatamente gli occhi del verde che lo fissano con sorpresa, come se non si fosse aspettato che Jimin entrasse nella cella. Effettivamente si rende conto della stranezza della cosa, ma non può fare molto per evitare la sua presenza all'interno di quelle quattro mura.

"Adesso ti tolgo le catene, se dovessi provare a ferirmi non esiterò ad ucciderti. La mia spada non è qui con me solo per bellezza."

Yoongi sembra sorpreso da quella minaccia, forse anche un po' triste, ma cerca di non mostrarlo apertamente. Invece, sorride leggermente, annuendo alle sue parole.

Gli porge i polsi con esitazione, osservando il principe che prende un secondo paio di chiavi con pura ansia dipinta sul volto, e poi, le manette gli vengono tolte, e Yoongi può percepire la magia che scorre nelle sue mani, in ogni singola parte del suo corpo, e tutto ciò che vorrebbe fare in questo momento è far lievitare qualche oggetto nella sua stanza. Ma non può farlo, perché il contratto stipulato quella mattina gli vieta ogni tipo di magia che non sia funzionale allo scopo finale del patto.

Solleva lo sguardo, sorridendo nuovamente verso il principe e allontanandosi da lui per non metterlo a disagio. Il castano è chiaramente spaventato da lui, non vuole peggiorare la situazione.

"Devo iniziare a lavorare, credo vi sentirete meglio una volta uscito da qui."

Jimin annuisce leggermente, aprendo immediatamente le sbarre e scendendo le scale in fretta. Non si aspettava di certo questo, ma non può che essere grato che le cose siano andate bene.

Bread - YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora