C'mon babe || LiamPayne

5.

Decisi così di informare anche Liam dell'uscita, chissà se avrebbe accettato.

Dopo qualche squillo, il ragazzo risponde "Pronto?"

"Liam, sono Emily, hai da fare stasera?" domando speranzosa.

"No, come sai sono arrivato qui da poco e conosco solo Matthew e te.."

"Beh allora stasera ti faccio conoscere la mia compagnia se ti va" sorrisi anche se ovviamente lui non poteva vedere la mia espressione in quel momento.

"Molto volentieri Emily, passo a prenderti io se vuoi"

In mattinata a lavoro, infatti, oltre a scambiarci i numeri di telefono ci eravamo scambiati anche gli indirizzi, non si sa mai.

"Sarebbe carino, vieni da me per le nove, ci beviamo un caffè, facciamo due chiacchiere e poi raggiungiamo gli altri in periferia, ok?"

"Perfetto! A dopo Emily" 

"A dopo Liam!" risposi energica chiudendo la chiamata e notando che erano solo le 17, "che avrei fatto fino all'arrivo di Liam?", pensai.

Ripresi il telefono e scrissi un messaggio a Liam:

   "Potrei sembrarti troppo invadente ma, mi chiedevo, ti andrebbe di cenare qui da me? Intanto vivo da sola.

   Non sentirti obbligato."

                                           - Emily

"Ma che ho fatto..avrà le sue cose da fare, si è anche appena trasferito, che stupida.." pensai allungando la mano verso il telefono che avevo appena riposto sul tavolo della cucina con l'intenzione di scrivergli che avevo cambiato idea, ma non feci in tempo.

  "Vengo molto volentieri, dimmi tu a che ora.

   Non sei per niente invadente, anzi, mi fai uscire un po' da queste quattro mura."

                                                                                                             - Liam 

 "Vieni qui alle 19, poi vediamo cosa cucinare, a dopo."

                                                - Emily

Aveva accettato.

Aveva accettato e ne ero così sollevata, ora dovevo mettere a posto un po' la casa e farmi una doccia.

Mi legai i capelli in uno chignon improvvisato e precario e cominciai a mettere nel lavello alcuni piatti e bicchieri che avevo lasciato sul tavolo della cucina nei giorni passati, iniziai a lavarli energicamente spruzzando detergente per piatti ovunque oltre che addosso a me, dovevo darmi una calmata.

Finii di lavare i piatti, li asciugai e li riposi nello scaffale sopra il lavello, dopodichè andai in camera mia e dopo un grande sospiro dovuto al disastroso stato della stanza, iniziai a darle un senso.

Raccolsi felpe, canotte, calzini sparsi a terra e li portai in bagno dove li gettai nel cesto della biancheria sporca che guardai con pietà, stava per scoppiare.

Merda, erano già le 18 e dovevo ancora farmi la doccia.

Misi a posto le ultime cose, spensi lo stereo che stava ancora emettendo musica, corsi in bagno, chiusi la porta a chiave, mi dava ansia lasciarla aperta vivendo da sola, e cominciai a svestirmi.

Sciolsi quello che era rimasto dello chignon che mi ero fatta un'ora prima circa ed entrai nella doccia.

Dopo essermi insaponata e aver lavato per bene i capelli potei eliminare tutte le tracce di sapone dal mio corpo e uscire nuovamente dalla doccia coprendomi all'istante con un grande asciugamano bordeaux.

Presi un ennesimo asciugamano, questa volta più piccolo, e iniziai ad asciugarmi i capelli mentre mi avvicinavo allo specchio notando di avere il mascara cosparso sulle guance, mi ero come sempre dimenticata di struccarmi.

Mi lavai subito la faccia e dopo qualche risciacquo il mio viso tornò alla normalità.

Asciugai in fretta tutto il corpo, aprii la porta del bagno e dopo essermi raccolta i capelli nell'asciugamano andai in camera ancora a piedi nudi per prendere qualcosa di comodo da indossare.

Intimo nero, come sempre, calzini anch'essi neri, i soliti pantaloncini neri, una canotta bianca, una delle tante felpe che risiedevano nel mio armadio, rigorosamente nera e delle pantofole grigie da anziana.

Tornai in bagno e mi asciugai i lunghi capelli nel poco tempo che rimaneva prima dell'arrivo di Liam.

Mi pettinai e dopo essermi guardata un'ultima volta allo specchio oltrepassai la mia camera da letto ed andai nel salotto, che confinava con la cucina, e mi accesi una sigaretta nell'attesa.

Erano esattamente le 18.55.