Novembre arrivò d'improvviso, si presentò una mattina piovosa ed uggiosa. Il cielo grigio fu il perfetto accompagnatore di quel lunedì.
La pioggia scorreva sulle finestre dell'aula di biologia, con un rumore assordante.
Un colpo forte e deciso batté alla porta, dalla quale entrò Marco.
In quel momento il cuore fece un tuffo, un salto, e atterrò assordante. Ora si muoveva più veloce che mai ed i miei occhi non riuscivano a spostarsi da altre parti, erano fissi sui suoi, e nonostante qualcosa mi dicesse di smetterla ero paralizzata.
Non capii nemmeno ciò che disse, ma trovai tutta la classe, la professoressa e lui a fissarmi.
Distolsi finalmente lo sguardo e mi guardai intorno.
Cosa? Cosa c'era?
Guardai Cat che mi disse di andare, dovevo fare il provino.
Il provino.
Avevo studiato giorno e notte per quella parte, mi ero fatta dare alcuni consigli da mia zia, attrice, e ora mi sentivo pronta.
Così mi alzai e mi diressi verso la porta, che chiusi subito dopo.
Guardavo Marco camminare, dietro di me c'erano due ragazze ed un ragazzino, che di rado avevo visto alla prima riunione del corso di teatro.
L'aula magna profumava di lavanda.
"Usiamo il detersivo alla lavanda", così mi aveva detto la bidella del piano terra, un giorno, quando le avevo chiesto del perché di questo odore. Ma io, ogni volta che varcavo la porta della sala immaginavo distese di fiori profumati.
Mi misi a sedere all'ultima fila.
Il primo provino fu quello per la parte maschile.
Un ragazzino lentigginoso strillava sul palco parole confusionarie, gesticolando all'impazzata.
Ancora un altro ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri salì sul palco e recitò con un'ottima interpretazione.
Infine salì Marco.
Non era lui.
Non più.
Era il protagonista, quello stesso personaggio si era impossessato di lui, o forse era stato lui ad essersi impossessato di quel personaggio.
Fatto sta che, alla fine, fu chiaro di chi fosse la parte.
Chiamarono me e altre due ragazze dietro le quinte.
La prima ragazza si chiamava Stella, aveva capelli corti e biondi, un piercing sul naso e portava un grosso cappello nero sulla testa.
La seconda si presentò con il nome di Marley, aveva capelli rossicci e cespugliosi, lentiggini sparse sul viso e occhiali neri.
Entrambe recitarono così bene, che d'un tratto pensai di non farcela.
Non potevo salire su quel palco.
Poi sentì Marco dire il mio nome.
I tre gradini che portavano al palco scricchiolarono sotto il mio poco peso, e mi ritrovai sul palco.
Un riflettore era puntato sulla faccia, vedevo a malapena.
Marco mi disse di iniziare.
Feci un lungo sospiro.
Mi girai, e recitai quel pezzo, proprio come avevo sperato di farlo.
Le emozioni si bloccarono, non ero più in me. Non c'erano Stella, Marley, Marco e gli altri ragazzi, c'ero solo io, e nemmeno.
Non c'erano rumori e voci, non c'erano odori, non c'era alcuna luce puntata negli occhi.
Eravamo solo io ed il mio personaggio.
Finì tutto d'un colpo, quasi fui meravigliata che fosse già finito, e anche un pò triste.
Scesi dal palco, inciampando qua e là per quella luce accecante.
- Bene, vi faremo sapere a breve le parti, le prove sono sabato pomeriggio, sempre alla stessa ora
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Una nuova vita
Fiksi PenggemarVi siete mai chiesti "Chi sono io davvero? Oltre la maschera che indosso? Oltre ciò che gli altri vedono di me"? La protagonista è una normalissima ragazza di diciassette anni, la sua presenza a volte non è notata, si definisce una ragazza ordinaria...