I consigli di Dario

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Non sapendo a chi altro rivolgermi, avevo deciso di chiamare Dario in mio aiuto. Ero così agitato che non mi resi neanche conto di star ancora indossando i vestiti sudati usati durante la giornata. Solo quando Dario mi avvisò che stava arrivando me ne accorsi e, in fretta e furia, mi lavai velocemente per poi mettermi i primi vestiti che avevo trovato nell'armadio. Uscii di casa e presi la mia auto per andare nel pub in cui avevo l'appuntamento. Una volta parcheggiato, feci un enorme sospiro e mi avviai al locale dove intravidi già la sagoma di Dario. "Ehilà Cesare! Come stai?" mi chiese sorridendo Dario, ancora ignaro del vero motivo per cui l'avevo chiamato. "Potrebbe andare meglio..." gli risposi lasciando in sospeso la frase. Lui mi guardò un po' perplesso, ma notando che per il momento non ne volevo parlare, lasciò perdere e, insieme, entrammo. Ordinammo un paio di birre con qualche stuzzichino al centro e iniziammo a chiacchierare su qualsiasi argomento ci venisse in mente. "Come va la carriera da scrittore?" gli chiesi anche per capire come stava procedendo la sua vita. "Potrebbe andare meglio" mi rispose lui con un sorrisino che sembrava rinfacciare quello che gli avevo detto prima. Feci un gran sorso di birra ed esclamai: "Hai ragione. Se ti ho chiesto di incontrarci è perché vorrei un tuo parere su una cosa" lo guardai molto preoccupato perché non avevo idea di come avrebbe reagito. "Dimmi tutto Cesare!" mi rispose un po' curioso. "Allora... da dove inizio...", non sapevo proprio cosa dirgli di preciso. Alla fine iniziai a raccontargli partendo dal periodo di quarantena e da quanto mi avesse fatto capire che c'era qualcosa che non stava più funzionando come prima nella mia vita. Gli raccontai di Sofia e di Nelson, lasciando per ultimo il dettaglio del bacio che gli avevo strappato nel sonno. Per tutto il racconto Dario non fiatò, ma restò in silenzio ad ascoltare ogni singola parola che fuoriusciva dalla mia bocca. Poi, una volta che ebbi concluso, sbuffò leggermente e mi fissò ancora un po' in silenzio. "...Dario?" dissi con il cuore che batteva a mille. "Cesare, onestamente non so che dire. Mi hai preso alla sprovvista... cioè, non mi aspettavo una cosa del genere" affermò distogliendo lo sguardo da me per posarlo sul suo boccale di birra. "Lo so Dario... ma ti giuro, non sapevo a chi altro rivolgermi". Solo quando mi guardò preoccupato mi resi conto che lo avevo detto con un tono piagnucolante.

"Non ti ho mai visto così Cesare. Sembri proprio un'altra persona",

"Perché non faccio il cretino come al solito? Perché non ho parlato di cacca e sesso? Guarda che posso essere serio pure io!". Notai che le labbra di Dario si erano incurvate in un piccolo sorriso.

"Non lo metto in dubbio. Senti, ma con Sofia come stai facendo? Nel senso che, per caso le hai detto niente riguardo a... be... riguardo a quel bacio?",

"No per carità! A stenti sono riuscito a raccontarlo a te, figuriamoci a lei. Tu sei il primo in assoluto che sa tutte queste cose" ammisi un po' triste perché mi sentivo un verme nei confronti di Sofia.

"Ho capito...". Silenzio. Ci fissammo negli occhi senza proferire parola. Solo i sorsi che davamo alle nostre birre smorzavano un po' quell'atmosfera che era diventata pesante. Alla fine presi coraggio e gli chiesi: "Hai cambiato opinione nei miei confronti ora che sai che mi piace un ragazzo?".

"No Cesare. Non cambierei mai idea su di te. Tu sei sempre tu. Mi dispiace restare zitto, ma sto cercando di elaborare tutte le cose che mi hai detto. Sai... non è semplice" disse dando un altro sorso alla sua birra per riprendere fiato. "Dovresti essere sincero almeno con lei. Dopo tutto state insieme da tanto ed è corretto nei suoi confronti". Sospirai profondamente ed appoggiai la testa tra le mani come se la stessi sorreggendo.

"Lei non si merita tutto questo. Sono una persona orribile". I miei occhi si erano riempiti di lacrime e, invece di stare meglio, mi sentivo peggio di prima.

"Cesare non dire così. Tu non sei una –", ma lo squillo del mio cellulare lo fece interrompere. Prendendolo in mano vidi che Nicolas mi stava chiamando. "Dai rispondi. Tranquillo, finiamo di parlare dopo". Alla fine risposi.

"Pronto Nic? A che devo la tua chiamata?" dissi provando ad essere il più naturale possibile.

"Cesare, le foto che vi ho scattato oggi sono uscite proprio bene, in particolare una. Avevi un'espressione perfetta, di un bacio tanto desiderato, ma impossibile da avere. Se vuoi te la mando adesso, così la vedi in anteprima come ha fatto Nelson. Poi, domani, la pubblico" mi disse molto serenamente. Cazzo! Non pensavo di essere così leggibile. Se perfino Nicolas se ne era accorto, figurati i nostri fan che erano attenti ad ogni singolo gesto. "Cesare? Ci sei?" continuò Nicolas accorgendosi che mi ero zittito.

"Si, si, scusa. Stavi dicendo che anche Nelson l'ha visto, no? Che ne pensa?" gli domandai col cuore in gola sperando in una risposta positiva.

"Non lo so. Gliel'ho mandata e basta. Dai dimmi se la vuoi anche tu",

"Si mandamela pure. Sono proprio curioso di vedere com'è venuta" affermai cercando di non fargli capire la voglia che avevo nel vederla. Ci salutammo e, una volta chiusa la telefonata, me la mandò.

"Non ho il coraggio a visualizzarla" esclamai a Dario che mi invogliò nel farlo. Presi coraggio e l'aprii. Fu in quel momento che capii che ero decisamente fottuto. Anche la foto parlava chiaro: la voglia che avevo di Nelson era talmente tanta che chiunque se ne sarebbe accorto se ci avesse prestato un po' di attenzione.

"Devi assolutamente parlare con Sofia. Adesso più che mai lo devi fare". Dario era serissimo nel darmi questo consiglio mentre, molto preoccupato, fissava la foto.

"Si nota così tanto?" gli chiesi con un filo di voce anche se la risposta già la conoscevo.

"Mentirei se ti dicessi di no, ma almeno, a parte me, nessuno sa dei tuoi sentimenti. Quindi potrebbero pensare che ti sei calato molto bene nella parte" sospirò Dario cercando di tirarmi un po' su di morale. Ma non ci riuscii. Ormai sapevo di non avere più scampo a questi miei sentimenti. Così, decisi che era arrivato il momento di parlare con Sofia. Gli unici problemi erano: quando farlo? E soprattutto, come dirglielo? Ma, purtroppo, a queste domande non avevo ancora trovato una riposta.

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