Indecisioni

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Tornato a casa, mi cambiai velocemente. Volevo buttarmi a letto per addormentarmi il prima possibile, ma era più facile a dirsi che a farsi. La foto di me e Nelson continuava a balenarmi in testa, non permettendomi di concentrare i miei pensieri su altro. Mentre pensavo a lui, mi arrivò un suo messaggio. È proprio vero che se si parla del diavolo, gli spuntano le corna. Lo visualizzai.

"Vez! Bella foto non trovi? Sicuramente abbiamo accontentato non so quante fan! LOL".

<Non solo le nostre fan> pensai, ma evitai di scrivergli un messaggio del genere. Al contrario, gli scrissi: "Ovvio che impazziranno. Chissà quante si immedesimeranno nel plexiglas solo per potermi baciare. Chi non vorrebbe farlo! 😉".

"Sempre il solito egocentrico. E se volessero baciare me e non te?",

"La vedo difficile. Dopo tutto io sono Cesare ♥" gli inviai con un sorrisetto formato sulle labbra. Adoravo sfotterlo e, fortunatamente, riuscivo a farlo anche in questa situazione. Continuammo a messaggiare per diverso tempo, fino a quando, reso conto che si erano fatte le tre di notte, mi mandò la buonanotte informandomi che Beatrice lo aveva sgridato perché stava sempre alzato fino a tardi. Finsi di ridere per il modo in cui me lo aveva scritto, ma dentro stavo letteralmente morendo. Chissà com'era bello svegliarsi con lui accanto. Ma, purtroppo, non lo potevo sapere. Fu in quel momento che realizzai che ero totalmente perso di lui, perché lui era il mio pensiero fisso che, di notte, ancor prima del sonno, cercavo. Lui era il mio sogno.

...

Mi svegliai di soprassalto a causa del cellulare che non la smetteva di squillare. Ancora mezzo addormentato lo presi in mano e, senza guardare chi fosse, risposi. "Pronto?" dissi con la voce impastata dal sonno. "Cesare! Perché non mi hai detto nulla riguardo a quella foto con te e Nelson?". Riconobbi quella voce all'istante, non potevo non farlo. "Sofia, a che foto ti riferisci?" le domandai non connettendo subito talmente ero assonnato. "Ma come a quale foto? Ovvio che mi riferisco a quella dove vi baciate". Ci fu un attimo di silenzio, poi collegai a cosa si riferisse. "Ah si. Non pensavo che fosse importante dirtelo. È stata un'idea di tuo cugino comunque. Ma se l'hai vista vuol dire che l'ha pubblicata?". Ero un po' scocciato dal fatto di essere stato brutalmente svegliato, ma in particolare che fossi stato svegliato solo per farmi ricordare di quella dannata foto. "Ma come non era importante!?", si capiva che era leggermente offesa, ma poi continuò: "si, comunque l'ha pubblicata su Instagram. Non sai quanti commenti ha già ricevuto. Le ragazze sembrano impazzite; tutte a scrivere che i loro sogni si sono avverati, che formate una bella coppia, insomma, tutte cose così..." si mise a ridere, "...ma la tua espressione è top. Sembri davvero innamorato di lui" continuò a ridere. Io, però, non lo feci. Restai in silenzio perché, onestamente non sapevo cosa risponderle. "Cesare? Perché non parli?" mi chiese rendendosi conto che mi ero zittito. "E così SEMBRO innamorato" sospirai senza accorgermi che avevo accentuato la parola "sembro". Sofia smise di colpo di ridere e dal tono che aveva assunto potevo capire che era diventata seria. "Cesare? Ehm... tutto bene? Senti, è da un po' di tempo che noto questa distanza tra me e te. Non mi racconti più niente, non passiamo più molto tempo insieme e... e soprattutto ti stai trasferendo, ma senza me. Mi sto chiedendo se tu vuoi ancora restare con me o lo stai facendo per abitudine". Aveva un tono da funerale, sembrava che stesse per mettersi a piangere. Ci fu un lungo minuto di silenzio nel quale non sapevo cosa dire, ma in compenso mi stavo sentendo una totale merda nei suoi confronti. "Cesare... sii sincero. Tu non mi ami più, vero?". Non le risposi. Le dissi solo: "Sofia, penso che io e te dobbiamo parlare". Dopo di che la telefonata terminò con un semplice "ok" da parte sua. Istintivamente mi portai le mani sugli occhi, mentre gocce di pianto si stavano formando al loro interno. Poi, prima che crollassi del tutto, mandai un messaggio a Dario. "Ho detto a Sofia che dobbiamo parlare...". Lo inviai. Nessuna faccina, nessuna risata, solo tre puntini alla fine della frase che significavano il tutto e il nulla di quello che stavo provando in quel momento.

...

Dato che non dovevo andare in studio, ne approfittai per schiarirmi bene le idee. La mia intenzione era rimanere a letto il più possibile, ma Chewbe non era della mia stessa opinione. Mi saltò addosso facendomi capire che voleva uscire e, così, fui costretto a vestirmi e, preso il guinzaglio, lo portai un po' a spasso. Non ero dell'umore adatto, ma essendo che sia mio fratello che i miei genitori non c'erano, toccava a me fargli la passeggiata. All'inizio volevo solo fare un giro intorno casa, ma, preso dai miei pensieri, non mi accorsi che mi ero allontanato più del dovuto, finendo in centro a Bologna. Ormai ero lì, e ne approfittati per andarmi a prendere un caffè al bar. Una volta seduto e ordinato, mi sentii chiamare. Alzai lo sguardo per vedere chi fosse e notai che erano Nelson e Beatrice che mi salutavano allegramente. Sobbalzai. Non mi aspettavo di incontrarlo e, soprattutto, in compagnia di Bea. Cercai di non pensarci e a mia volta ricambiai il saluto. "Ma c'è anche Chewbe! Ciao pelosone" sorrise Nelson avvicinandosi a me per poi posare le sue attenzioni su Chewbe che, contento di vederlo, scodinzolava. Beatrice si mise a ridere: "Da quando ci stiamo organizzando per prendere il gattino, a Nelson è presa la mania di accarezzare qualsiasi animale". Risi anche io, ma forzatamente. Ancora non riuscivo ad accettare la cosa. Era come se Nelson si stesse pian piano allontanando sempre di più da me e stesse formando con la sua ragazza una vera e propria famiglia. Ero geloso. "Ma che dici Bea! Ho sempre fatto così con Chewbe. Vero Cesare?" mi chiese cercando la mia approvazione. "Si certo, ma solo per fare le big views sul tuo canale" lo presi in giro ricevendo un suo sguardo torvo. Li invitai a sedersi con me per un caffè, ma solo perché mi sembrava brutto non farlo e loro accettarono volentieri. Iniziammo a chiacchierare un po' di tutto, finendo all'argomento foto che avrei preferito evitare. "Come ha preso il bacio tra te e Nelson la Sofi?" ridacchiò Beatrice con un tono di voce che sembrava per lo più una provocazione. "Penso bene" sospirai cercando di fare il vago. Ma, come prevedibile, alle ragazze non sfugge nulla. È come se avessero un sesto senso. "Sicuro? Dalla tua reazione non mi pare" mi guardò con occhi indagatrici. "No, cioè... non è questo". Non sapevo cosa dire. Ero in seria difficoltà e sperai con tutto me stesso che questa conversazione finisse il prima possibile. "È successo qualcosa con Sofia?" mi chiese preoccupato Nelson. "Diciamo che le cose non vanno molto bene ultimamente" ammisi senza entrare nel dettaglio. Manco il tempo di finire la frase che notai Nelson illuminarsi. "Allora ci sta da dio la mia idea. Senti, ho già contattato Tonno e lo avrei dovuto fare anche con te a breve. A fine mese avevo pensato di trascorrere una giornata a casa di mio padre con la piscina e un bell'arrosto. Dillo anche alla Sofi. Magari è una buona occasione per sistemare qualcosa tra voi due" mi disse speranzoso in un mio consenso. L'ultima cosa che volevo era proprio questa. Non avrei sicuramente retto un'intera giornata con Nelson che amoreggiava con la sua ragazza e, soprattutto, con Sofia. Non ora che avevo deciso di lasciarla. Ma, allo stesso tempo non volevo deluderlo, e, così, accettai a malincuore. Felice della mia approvazione mi iniziò ad illustrare tutto il programma della giornata, ma non gli prestai molto ascolto. La mia mente era occupata nel cercare una soluzione e, non trovandola, inviai un messaggio a Dario: "Aiutami! Sono nella merda" gli scrissi attendendo con ansia una sua risposta, ma non la ricevetti. Solo quando ero sulla via del ritorno mi scrisse.

"Vuoi che ci vediamo così mi racconti?".

Ci pensai un po' e poi decisi di rispondergli. "Oggi no. Ho bisogno di restare un po' da solo. Domani, però, quando finisco in studio, potrei passare da te se vuoi".

"Certo Cesare. Ti aspetto domani 😊". Sorrisi. Almeno adesso avevo qualcuno con cui confidarmi. Tutto questo per me era un fottuto incubo. Pensavo di aver finalmente completato il puzzle della mia vita. Ma era solo un'illusione. Per essere completo mancava ancora un'ultima casella, la più importante. E quella casella era Nelson, ma, purtroppo, ero convinto che non sarei mai riuscito ad ottenerla. E, così, il mio puzzle sarebbe rimasto incompleto per sempre.

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