Il puzzle prende forma

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Il ritorno in macchina fu abbastanza strano. Per tutto il tragitto Tonno non disse nulla; preferì rimanere in silenzio ad ascoltare tutta la mia frustrazione che, con rabbia, gli stavo versando addosso. Solo quando si rese conto che mi ero sfogato abbastanza, intervenne. Non disse chissà che cosa, ma le parole che uscirono dalla sua bocca erano state le più giuste e vere che qualcuno, fino a quel momento, mi avesse mai detto. Sembrava capire il mio stato d'animo alla perfezione. Parlare con Tonno, rispetto a Dario, era completamente diverso. La sintonia che c'era tra noi era speciale. Mi trovavo bene a parlare con Dario, ma non era la stessa cosa. Tonno era quell'amico che, qualunque fosse il problema, correva sempre in tuo aiuto e sapeva sempre cosa fare per farti stare meglio. Ed io, in questo momento, avevo un estremo bisogno di lui. Nonostante fossimo già arrivati a casa sua da un pezzo, lui non scese dalla macchina, ma restò con me a tenermi compagnia tra i miei pensieri che, pian piano, riuscii a sfogare tutti.

...

Il lunedì mattina arrivò più veloce di quanto io potessi immaginare. Alzarmi dal letto significata soltanto che sarei dovuto andare in studio e incontrare Nelson. Non ne avevo per niente voglia, anche perché come mi sarei dovuto comportare? Era stato lui a baciarmi, a dirmi che i suoi sentimenti per me erano ancora vivi; aveva fatto tutto lui. E, quindi, in questi casi, come ci si comporta? Il sapore delle sue labbra era ancora impresso in me ed era letteralmente impossibile scordarselo. Ne desideravo ancora, ma ero convinto che non le avrei più "assaggiate". In quel momento il telefono squillò. Era Tonno che mi chiamava per chiedermi se stessi andando in studio perché in caso contrario si sarebbe inventato una scusa da dire agli altri. Gli risposi che era tutto ok e che mi stavo iniziando a preparare per uscire e lo ringraziai per la sua premura. Ma non volevo che si preoccupasse ulteriormente per me. Avevamo trascorso insieme anche la domenica per cercare di tirarmi su di morale e, quindi, non mi andava di dargli ancora rogne per i miei problemi. Sapevo che lui lo faceva con piacere e che non mi aveva mai detto che fosse un problema, ma era una cosa mia, che dovevo risolvere da solo. Per cui mi convinsi che era meglio andare al lavoro che stare a casa a rimuginare su quanto accaduto. Resomi conto che si erano già fatte le nove e mezzo, mi vestii in fretta e furia e, prese le chiavi dell'auto, e dopo aver accarezzato Chewbe, uscii di casa. Arrivato in studio, la prima cosa che feci fu farmi un buon caffè, anche perché stavo letteralmente dormendo in piedi.
"Cesare è davvero tutto ok? Sicuro?" mi si avvicinò di soppiatto Tonno facendomi andare di traverso il caffè per lo spavento.

"Stai tranquillo! Ormai sono diventato un esperto a far finta di nulla" ironizzai per sdrammatizzare la situazione, ma ciò non fece altro che aumentare le preoccupazioni del mio amico che insistette talmente tanto finché non acconsentii a dirgli qualunque problema si fosse generato tra me e Nelson, in modo che potesse intervenire. Dopo di che mi lasciò in pace e, con un sorriso soddisfatto, si allontanò e prese la telecamera con cui iniziò a registrare il primo giorno della nuova settimana per Around the Valley. Io, invece, ne approfittai per andare al mio computer e, mettendomi le cuffie sulle orecchie, sperai di non venire disturbato. Ma mi ero dimenticato che Tonno quando ha la videocamera in mano se ne frega di questi dettagli. All'inizio dell'around sembrava, infatti, procedere tutto bene. Io, nel mio angolino stavo riuscendo benissimo ad ignorare Nelson che, una volta arrivato, stava già dando spettacolo con una foto del suo gattino che il gattile per il momento ospitava. La faceva vedere a tutti, ma arrivato vicino a me notai che si era bloccato. Fissandomi per qualche secondo non sapeva se avvicinarsi o meno e, alla fine, decise di allontanarsi per prendere lui il controllo della videocamera e sfottere un po' il povero Tonno che, ultimamente, aveva quest abitudine di chiamare Nicolas così tante volte nei vari around da non rendersene neanche conto. Poi, la videocamera tornò nelle mani di Tone e la prima cosa che fece fu quella di avvicinarsi a me ignorando totalmente il mio non voler essere disturbato.

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