Una telefonata indesiderata

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I giorni che seguirono la mia dichiarazione furono molto pesanti: da una parte c'ero io che fingevo che fosse tutto apposto, dall' altra vi era Nelson che fingeva che io non esistessi. Solo quando proprio era necessario mi rivolgeva la parola, ma, appena poteva ignorarmi, lo faceva. Questo suo modo di fare mi generava forte ansia e, anche se mi sforzavo a far finta di nulla, non era così semplice apparire al meglio, non quando ero caduto letteralmente in un baratro che non mi permetteva di trovare una via d'uscita. Infatti, un occhio ben attento, si sarebbe accorto del forte disagio che provavo nei video stando vicino a Nelson in cui ero costretto ad indossare una maschera sorridente che, però, in quel momento non mi apparteneva. Persino Tonno si era reso conto che qualcosa in me non andava e, presomi in disparte, mi aveva chiesto se fosse tutto ok. "Sto solo pensando ad un modo divertente per pubblicizzare il nostro nuovo merch" gli avevo risposto per cercare di troncare il discorso prima che potesse prendere una piega che non avevo voglia di affrontare, non di nuovo almeno. Fortunatamente per me sembrò che Tonno ci avesse creduto e, quindi, mi lasciò stare. Mi venne di getto quella scusa in quanto, proprio neanche una mezz'oretta prima stavo parlando con Nic del fatto che presto sarebbero usciti sul nostro store le nuove magliette di Space Valley e che, quindi, le avremmo dovute pubblicizzare. Alla fine, possiamo dire, che eravamo riusciti a trovare un modo simpatico per fare ciò e, nel mentre, ero riuscito anche a distrarmi da tutto il casino che avevo in testa.

Finalmente arrivò il tanto voluto week end di quella che sembrava una settimana interminabile. In realtà non avevo nessun programma in particolare, soprattutto dopo che avevo ricevuto la notizia che quella domenica sarebbe saltato il salotto live. Questo perché, già da lunedì, avremmo iniziato a cercare un modo per tornare a fare i salotti come avevamo sempre fatto, ma che a causa del Covid avevamo dovuto cambiare. Per cui, una volta svegliato e fatto colazione, mi misi al computer per giocare un po' a qualche videogioco. Ero così preso dalla partita che, per un momento, riuscii a non pensare a Nelson, cosa che non mi accadeva più da tanto tempo. Ma una chiamata improvvisa me lo riportò alla mente. Deglutii nervosamente non appena lessi sullo schermo del cellulare il nome "Beatrice" e, molto incerto se rispondere o meno, alla fine decisi di accettare la chiamata.

"A che devo questa telefonata, Bea?" domandai alla ragazza dall'altra parte della cornetta cercando non farmi sentire agitato.

Dopo un attimo di esitazione Beatrice parlò: "Cesare va tutto bene tra te e Nelson?" e mi fece venire un groppo alla gola che non se ne andò per tutta la restante conversazione.

"Certo... perché non dovrebbe esserlo?" le risposi cercando di non far trapelare il disagio che stavo provando in quel momento.

"Si, hai ragione, scusa... è solo che Nelson da qualche giorno si comporta in modo strano. Sai, qualche sera fa è tornato a casa con un'espressione molto strana, cupa e sbigottita allo stesso tempo, e quando gli ho chiesto cosa ci fosse che non andava lui mi ha totalmente ignorata. Poi, il giorno dopo, si è scusato con me per come aveva reagito e mi ha solo accennato che c'era stato una specie di litigio tra te e lui, ma non mi ha voluto dire altro. E da quel momento passa la maggior parte del tempo, quando sta a casa, nel suo studio e, le poche volte che stiamo insieme sembra sempre così distratto. Dato che lui non mi vuole dire niente, ho pensato di – ",

"— di chiedere direttamente a me, giusto?" finii io la frase per lei.

"Si... proprio così..." disse prima di cadere in degli interminabili secondi di silenzio che seguirono tale affermazione. Sospirai profondamente. Non mi aspettavo affatto che Nelson avesse reagito così dopo quanto successo tra noi. Insomma... mi pareva "normale" quando stava in mezzo agli altri, ma, forse, stava fingendo anche lui.

"Non so che dirti Bea... si abbiamo litigato di recente, ma onestamente non so proprio perché si sta comportando così. Sai, lui mi sta totalmente ignorando da quel giorno..." affermai con una tale amarezza che, penso, abbia colto.

"Cosa? Cavolo Cesare mi spiace. Cioè non ha mai fatto così... Ma questo litigio per cos' era? Perché in passato avete battibeccato tante volte, ma non siete mai arrivati al punto di ignorarvi" precisò lei. Mi ammutolii di colpo. Non sapevo davvero cosa dirle perché la sua domanda mi aveva spiazzato. Non potevo di certo dirle che avevo baciato il suo ragazzo e confessato i miei sentimenti per lui. "Cesare? Ehm..." ripeté più volte al telefono Beatrice per cercare di farmi dire qualcosa.

"Non posso dirtelo" alla fine pronunciai con un filo di voce. Mi mancava l'aria per quanto ero agitato e le parole non mi venivano fuori.

"Come sarebbe che non puoi dirmelo? Che sta succedendo Cesare?" sembrava supplicarmi Bea per cercare di capire che cavolo stava avvenendo tra me e Nelson. Una cosa del genere d'altronde non si era mai verificata.

"Bea ti prego, basta... ho fatto un terribile casino con Nelson e non so come rimediare. E mi sento tremendamente in colpa anche nei tuoi confronti – ",

"—perché ti senti in colpa verso di me?" domandò più che legittimamente interrompendo quello che mi stavo sforzando di dirle.

"Perché si Bea! Gli ho confessato una cosa che forse non avrei mai e poi mai dovuto dirgli! E il problema è che, con questa cosa, vieni messa in mezzo tu. Io non ci sto capendo più niente e sto male, tanto male. Per favore, te lo chiedo d'amico: non chiamarmi più per chiedermi queste cose" le dissi con voce strozzata per le lacrime che mi stavano uscendo fuori. Chiusi di botto la chiamata, senza darle la possibilità di replicare, ma non stavo riuscendo più a reggere la conversazione. Forse era da vigliacchi, ma non me ne importava. Stavo così tanto male che in quel momento non me ne fregava nulla se lei ci fosse rimasta male o meno. Lanciai il cellulare sul letto con tutto il nervoso che avevo in corpo e uscii dalla stanza per recarmi in bagno, dove mi sciacquai il viso. Poi, rientrato in camera e in preda all'ansia, recupererai il cellulare e senza pensarci un secondo in più, scrissi un messaggio a Nelson. "Se mi odi abbi il coraggio di dirmelo in faccia invece di continuare ad ignorarmi". Lo inviai e poi, in preda al panico per quello che avevo appena fatto, cominciai a fare su e giù per la camera ripetendomi più volte che tanto non mi avrebbe risposto. Ma mi sbagliavo. Dopo neanche cinque minuti il mio cellulare squillò, facendomi notare che avevo una notifica. Con la mano tremante lo afferrai e la visualizzai. Non ci potevo credere... era Nelson! Nelson aveva risposto al mio messaggio.

ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi 😊 quasi sia avevo detto che volevo fare una storia di pochi capitoli... certo... come no hahahaha alla fine mi sono resa conto che per quello che voglio scrivere sarà molto più lunga hahaha comunque, ora che ci penso, sto pubblicando nel giorno del compleanno del nostro Nelsino! La foto che hanno messo i Celson oggi per i rispettivi compleanni mi ha fatta sorridere! Sembrano una di quelle coppiette gay dei film americani! Li amo ♥ 

 come no hahahaha alla fine mi sono resa conto che per quello che voglio scrivere sarà molto più lunga hahaha comunque, ora che ci penso, sto pubblicando nel giorno del compleanno del nostro Nelsino! La foto che hanno messo i Celson oggi per i ris...

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