la vita ha un senso se siamo in due a lottare

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Eravamo da poco tornati a casa quando, pensando finalmente di riuscire a riposarmi, mi piombarono in camera Tonno e Gianluca. Nonostante sapessero che l'indomani ci aspettavano più di sei ore di macchina per tornare a Bologna, non avevano alcuna intenzione di andare a dormire, ma si misero a cantare a squarciagola cercando di coinvolgermi. Ed io, di certo, non ero un tipo a cui piaceva solo assistere. Steso sul letto insieme a Tonno, mentre Gianluca in piedi di fronte a noi cercava di ballare, se ballo si può definire quel passo sgangherato che ripeteva di continuo, mi unii a questo mini concerto. Se qualcuno ci avesse sentito, avrebbe potuto benissimo chiamare la polizia e farci zittire all'istante per il fracasso che stavamo facendo. Ed essendo così stonati, sicuramente avrebbe fatto più che bene. A farci smettere di cantare per qualche secondo, però, ci pensò Nelson, che era entrato in camera per capire cosa stesse succedendo.

"Unisciti a noi" aveva esclamato Gianluca afferrandolo per un braccio e trascinandolo accanto a lui. Ma vedendolo perplesso, Tonno non si fece problemi a motivarlo per farlo rimanere insieme a noi, rivangandogli che la volta scorsa non si era unito, ma aveva preferito restare in camera con Beatrice. "Si, non fare come l'altra sera! Dai, stai qui con noi" quindi gli aveva detto sperando di convincerlo, con Gianluca di sottofondo che gli sussurrava in tono malizioso: "Bea può aspettare un po' prima di riavere le tue attenzioni". Non so perché Nelson mi guardò per qualche istante prima di rispondere. Forse era stato per la battuta fuori posto di Gianluca, ma ultimamente facevo fatica a comprendere ciò che gli passava per la testa.

"Vado a prendere la videocamera; voi continuate pure a cantare" disse alla fine, allontanandosi da noi per poi ritornare quasi subito riprendendo quello che stava accadendo. Avevamo cominciato a cantare a sguarciagola il ritornello quando Nelson ritornò facendo attenzione a non farci smettere. Questo era "oro" per i suoi vlog come ci disse più volte lui. A quanto pare, i momenti come questi gli facevano fare tante visualizzazioni, soprattutto se a crearli eravamo io o Tonno. E, quindi, Nelson ne approfittava.

...

Dopo altre cinque o sei canzoni, rigorosamente stonate, Gianluca e Tonno se ne tornarono in camera, anche perché era l'una passata e alzarsi l'indomani, altrimenti, sarebbe risultato impossibile. Ma sembrava che Nelson non avesse tanta voglia di andare a dormire.

"Ti va di guardare qualche video insieme?" mi aveva proposto, prendendo posto accanto a me sul letto come se nulla fosse. Ancora più confuso, lo guardai scettico, poi gli risposi. Ma non era mia intenzione dirgli un semplice "si" o "no"; non era questo quello che volevo al momento.

"Perché dovremmo guardare dei video noi due da soli?". Pensai che la mia fosse una domanda più che legittima dopo tutto quello che era accaduto tra noi. Però la sua espressione scontenta per la risposta appena ricevuta, mi fece interrogare se fosse stato giusto rispondergli così.

"Hai ragione... forse non dovremmo" si limitò a dire abbassando lo sguardo. "Forse non dovrei neanche stare qui adesso..." fece una breve pausa prima di inspirare profondamente ed esclamare: "...e come darti torto". Alzò lo sguardo posandolo su me. Un velo di malinconia ricopriva i suoi occhi, non permettendomi di vedere altro se non l'inquietudine che in quel preciso momento stava vivendo. Vederlo in quello stato mi fece stringere il cuore. Non era compassione la mia, era voglia di avvolgerlo tra le mie braccia per provare a fargli tornare il sorriso. Ma sapevo di non avere più questo privilegio. Così mi limitai ad appoggiare la mia mano sulla sua, riuscendo ad ottenere la sua attenzione.

"Tu puoi stare dove vuoi e a me fa solo piacere averti qui accanto" gli dissi intrecciando le dita delle nostre mani. Accennò un sorriso che, per qualche secondo, eliminò la tristezza che si era impossessata del suo viso.

"Come fai a non odiarmi dopo tutto quello che ti ho fatto passare?". La sua voce era incerta come lui era insicuro su quello che mi stava chiedendo. Ma per quella domanda vi era un'unica risposta.

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