Soho

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Londra,
1967

Il piano era stato deciso, l'obiettivo anche, il motivo sconosciuto.
C'erano state delle lamentele, niente che la promessa di una bella somma di denaro non potesse zittire.
Crowley era appena uscito dal bar, le luci rosse del quartiere che si riflettevano sul suo completo nero, l'odore del sesso, emanato dalle puttane agli angoli delle strade, si mescolava con l'odore del fumo dei sigari dei loro clienti. Il demone si incamminò verso la sua Bentley nera, ironicamente parcheggiata davanti ad uno di quei cinema che proiettavano porno.
Gli umani e la loro ossessione commerciale del sesso. Dove era finito l'essere romantici? Evidentemente non gli bastavano più i romanzi rosa. Povero Shakespeare, se fosse nato in quest'epoca sarebbe fallito di sicuro, altro che Romeo e Giulietta.

Salì in macchina con i suoi pensieri e la sicurezza che avrebbe ottenuto l'acqua santa, ma non come pensava lui.
Appena chiuse la portiera accanto a lui apparì Aziraphale. Era...arrabbiato? Spaventato? Triste? Crowley non riusciva a decifrare la sua espressione
-Cosa stai combinando?
-Ciao anche a te
-Ho sentito quello che vuoi fare, sfortunatamente per te qui le voci girano veloci. Vuoi rapinare una chiesa e lo so cosa vuoi. Sei impazzito?
-La devo prendere. Mi serve, ne abbiamo già parlato, o almeno io ci ho provato. Senti, fai finta di niente, ti porto a casa e continuiamo con il nostro accordo
-No!
Aziraphale sembrava sull'orlo del pianto, mentre la sua voce iniziava ad alzarsi
-Non voglio vederti mentre rischi di morire!
Crowley rimase spiazzato. Aziraphale gli diede un termos decorato in tartan, ci fu un silenzio che sembrò durare un'eternità e poi sussurrò delle parole, sbagliate per due esseri che si dovrebbero odiare
-Io ci tengo a te Crowley...
Gli occhi di Crowley erano coperti dagli occhiali scuri e ne era grato, perché era sicuro che altrimenti lo avrebbero ingannato, ma in quel momento non gli importò più di nulla. Aziraphale teneva a lui. A lui.
Si avvicinò ad Aziraphale, la sua mano si mosse verso la guancia dell'angelo, in quel momento voleva solo baciarlo.
Aziraphale si avvicinò a sua volta.
Avevano aspettato secoli, secoli affianco l'uno dell'altro e solo ora, finalmente, decisero di fregarsene.
Le labbra ad un millimetro di distanza quando una voce ruppe quel silenzio magico
-You go to fast for me Crowley
Aziraphale gli diede un bacio veloce sulla guancia e si ritrasse, continuando a guardare Crowley, la sua mano vagò alla ricerca della maniglia per aprire la portiera
-No...
Il cuore del demone era in frantumi
-Almeno lascia che ti riaccompagni a casa...
-Magari un giorno potremmo andare a fare un picnic o cenare al Ritz. Sei un bravo tentatore
Il rumore della portiera che si chiudeva fù l'unica cosa che accompagnò quella battuta, nessuna risata, solo il silenzio e il vuoto che facevano compagnia a Crowley nella sua macchina

Altro che Romeo e Giulietta.

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