Paradiso, dipartimento militare
Aziraphale si era ritrovato improvvisamente circondato dalle familiari mura bianche. Non si sentiva molto bene, certo era stato un trasporto improvviso, ma si sentiva un po' troppo... non-denso?
-Tu! Sei in ritardo!- una voce alle sue spalle lo fece girare di scatto, mostrandogli qualcosa che i suoi occhi non vedevano dall'inizio dei tempi. Angeli, nel loro bianco completo militare, pronti alla battaglia. Aziraphale rimase un attimo sotto shock, ricordi di una battaglia terribile riaffiorarono nella sua mente.
-Sei in ritardo!- gli ripeté l'angelo-generale
-Si. In realtà io non dovevo essere qui. Sto sistemando delle cose sulla Terra- cercò di essere il più vago e convincente possibile. Il generale sembrò non ascoltarlo, prese in mano una cartellina e iniziò a scorrere con il dito su di essa
-Aziraphale, giusto?
-Principato, Angelo della Porta d'Oriente- recitò. Il suo era un titolo importante, durante la Grande Battaglia aveva dato prova della sua forza e dei suoi poteri, era un grande guerriero molto rispettato. Ma questo sembrava contare solo nel campo di battaglia
-Il tuo plotone ti sta aspettando Aziraphale- disse con tono annoiato l'angelo-generale -Aziraphale... Aziraphale... Perché questo nome mi suona familiare? Aspetta, ti avevamo assegnato una...
-Spada di fuoco, lo so. Non è colpa mia, era una brutta giornata per lei
-Ti avevamo assegnato anche un corpo, dov'è?
Aziraphale lo guardò confuso, poi si guardò le mani, non erano materiali. Adesso capiva il perché di quel senso di non-densità.
-Purtroppo non ero completamente pronto ad entrare nel portale di trasporto e il corpo si è scorporato
-Si è scorporato?
-Aveva 6.000 anni
Il generale sembrava sull'orlo di una crisi di nervi
-Io li conto e li riconto, uno per uno, tutti quanti!- le sue parole erano accompagnate da ampi gesti delle braccia -e ora tu ti presenti qui, in ritardo per l'Armageddon, senza spada di fuoco e senza nemmeno un corpo, PATETICA COPIA DI UN ANGELO!
Aziraphale era stufo degli angeli, era stufo del paradiso, di quelle quattro mura bianche piene di falsità e di ipocrisia. Quello non era il suo posto. Il suo posto era con Crowley e doveva raggiungerlo il prima possibile. Non batté ciglio e inspirò piano.
-Suppongo sia proprio così. Non intenderò prendere parte a nessuna guerra
-Smettila di fare il codardo! Mettiti stupito in posizione e non menzionerò più il tuo corpo scorporato. Detrarremo la spada dal tuo stipendio celestiale- il generale sembrava disposto a chiudere un occhio pur di farlo stare al suo posto e finirla con quella discussione che gli stava facendo perdere tempo.
Aziraphale dal canto suo, non voleva assolutamente rimanere lì con loro e partecipare ad un'altra guerra.
-Stavo facendo una cosa importante. Vorrei poter tornare indietro
-Senza un corpo? È ridicolo- cercava di farlo desistere, ma niente
-Lo è?
-Ovviamente. Cosa pensi di fare? Non puoi possederli
-No, ma i demoni possono- un sorrisetto furbo si dipinse sul volto angelico del Principato
-Tu non sei un demone. Sei un angelo
Aziraphale non lo ascoltò e iniziò ad avvicinarsi ad una versione in scala ridotta del Mondo, che si trovava lì, nel bel mezzo dell'immensa stanza
-Cosa stai... Dove vai?
-Come ci si sposta?
-Allontanati da lì!- la voce del generale era arrabbiata e al contempo spaventata, i suoi superiori lo avrebbero ucciso
-Molto bene. Lo capirò...- Aziraphale toccò quella che sembrava essere l'Inghilterra e venne risucchiato dal MondoIn un Pub a Soho
-Non ho mai chiesto di essere un demone!
Se in questo momento foste un barista la scena davanti a voi non vi apparirebbe così strana, un uomo dai capelli rossi e i vestiti neri con degli occhiali assurdi, arrivato lì sbandando con una macchina d'epoca sempre nera. Un tipo strano dagli occhi tristi e il cuore spezzato che sembrava voler finire tutte le scorte del bar e che era seduto ad un tavolo dove scoppiava occasionalmente a piangere e ora urlava cose assurde sul fatto di essere un demone.
Forse non era proprio una cosa di tutti i giorni, ma la tipologia di clienti era più o meno quella.
-Un giorno mi stavo facendo i fatti miei e, guardà un po', ecco Lucifero e i suoi amici. Il cibo non era più buono ultimamente e quel pomeriggio non avevo nulla da fare. In mente che non si dica mi sono tuffato alla velocità della luce in una pozza bollente di zolfo
Crowley se lo ricordava come se fosse ieri, del resto non è una cosa che si dimentica facilmente. Ma in quel momento il dolore era più forte di quello provato in passato, quando lo zolfo gli corrose l'angelica pelle e gli bruciò le splendenti ali bianche, un dolore più forte di quello che lo divorò dall'interno una volta capito che non avrebbe più rivisto le sue stelle. Era il dolore di una freccia infuocata scagliata nel petto da un suo ex-compare avente il dovere di trafiggergli il cuore, ma senza portargli nessuna euforia o benedizione.
Aziraphale gli mancava immensamente, non sapeva come sarebbe andato avanti senza di lui, forse doveva organizzare un'altra rapina in una chiesa.
Fu in quel momento che gli apparve davanti agli occhi.
-AZIRAPHALE! S-sei proprio tu?- prima di lasciarsi andare all'euforia voleva essere certo che l'alcool non gli stesse giocando un brutto scherzo
-Bella domanda. Non ne sono proprio certo, è la prima volta che lo faccio. Mi senti?
-Certo che ti sento
Era Aziraphale! Il suo Angelo! Non era mai stato così felice in vita sua. Voleva saltargli addosso e stringerlo a sé, ma probabilmente lo avrebbe trapassato e sarebbe finito con lo sbattere la faccia contro il pavimento
-Credo di aver fatto un gran casino. Sei stato su Alfa Centauri?
-No, ho cambiato idea. Sono successe delle cose. Ho perso il mio migliore amico
Ci fu un attimo di silenzio
-Mi dispiace...- Aziraphale tossicchiò -ascolta, devi prendermi un libro nella mia libreria
Crowley lo guardò in modo triste
-La tua libreria non esiste più. Mi dispiace, è andata a fuoco
-Tutta quanta?
-Si. Che libro era?
-Quello che la signorina della bici aveva dimenticato. Le Belle e Accurate Profezie...
-Di Agnes Nutter! Si, l'ho preso io!
-Ce l'hai tu?
Crowley prese il libro che aveva tenuto accanto a sé per tutto il tempo, era l'unica cosa rimasta intatta nell'incendio, era l'unica cosa intatta che aveva di Aziraphale
-Guarda, souvenir!- disse indicando con forza il libro
-Leggi i miei appunti all'interno. È tutto scritto lì. Nome del ragazzo e indirizzo. Al resto ci ho già pensato io
-Verrò ovunque tu sia. Dove sei?
Il demone non vedeva l'ora di poterlo rivedere in carne ed ossa
-Ancora non sono da nessuna parte. Sono stato scorporato. Mi serve un corpo, che peccato non poter usare il tuo! Angelo, demone... probabilmente esploderebbe
-Già- Crowley gli sorrise, un sorriso dolce e malinconico -mi sei mancato- disse con un filo di voce.
Aziraphale gli sorrise a sua volta, lo stesso sorriso di Crowley. Rimasero così per un paio di minuti, prima che l'angelo iniziasse a sentirsi strano, si guardò le mani, stava iniziando a scomparire.
-Oh no. Crowley ascoltami, devi andare alla base aerea di Tadfield è lì che avverrà tutto
-Ci vediamo lì, vero? Aziraphale? Ci vediamo lì?- troppo tardi, la figura del Principato era sparita.
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Our thoughts - Good Omens
FanficLa storia è la stessa, identica. I pensieri ci sono rivelati. Il finale cambierà. Un piccolo estratto: -Bene! Allora lascia che ti tenti... Oh no, quello è il tuo lavoro giusto?- disse con un mezzo sorriso. Forse stringere amicizia con quel demone...