St James's Park,
Meno due giorni all'apocalisseAvevano deciso di ritrovarsi al St James's Park, come sempre, ma questa volta invece di una panchina avevano scelto un gazebo, Non sapevano neanche loro il perché, ma ora era tutto diverso e i loro discorsi sarebbero stati troppo ruvidi per le orecchie delicate delle anatre.
Sempre che avessero le orecchie.
-Ebbene, hai notizie?- chiese Crowley. Aziraphale era appena arrivato, eppure, già si sentiva che qualcosa in quella conversazione sarebbe andato storto
-Che tipo di notizie intendi?
-Hai già scoperto il nome, l'indirizzo e il numero di scarpe dell'Anticristo?
Crowley era già partito nervoso, dopo che Aziraphale l'aveva lasciato nella Bentley in quel modo era stato pervaso dalla tristezza e la frustrazione, non sopportava più la lotta continua tra inferno e Paradiso e ancor di più non sopportava il fatto che il suo angelo avesse paura della sua fazione. Nel suo continuo rimuginare su tutto ciò che era accaduto il giorno prima era addirittura arrivato alla conclusione che Aziraphale fosse fuggito in quella maniera per evitare la conversazione. Ma il demone non era l'unico a comportarsi in modo diverso. Era ovvio a entrambi che qualcosa di strano tra loro due fosse accaduto. Innanzitutto per una situazione del genere sarebbero tranquillamente potuti andare nella libreria di Aziraphale come sempre, poi non erano seduti alla solita panchina e Crowley non aveva dato un passaggio ad Aziraphale per una "casuale" passeggiata nel parco per poi prendere un gelato. L'angelo sembrava parlare come se nascondesse qualcosa e il demone lo trattava con sarcasmo e leggerezza
-Il numero di scarpe? Perché dovrei saperlo?
-Era una battuta. Neanche io ho scoperto nulla
-È il Grande Piano, Crowley
Non c'era bisogno che Crowley si togliesse gli occhiali per capire aveva girato gli occhi
-Certo. Per la cronaca, che vada violentemente al diavolo questo dannato Grande Piano
Crowley aveva iniziato a girare per il gazebo in modo nevrotico
-Che tu sia perdonato
Crowley si voltò verso di lui
-Non sarò perdonato, mai. Fa parte del lavoro di un demone. Non essere perdonato. Funziona così
-Eri un angelo una volta
-È stato molto tempo fa
Aziraphale cercò di cambiare discorso e addolcì il tono
-Troviamo il ragazzo, i miei agenti possono riuscirci
-È poi che facciamo? Lo eliminiamo? Qualcuno deve farlo. Io non uccido i bambini- il cambio di tono di Aziraphale non aveva funzionato. Crowley si era tenuto tutto dentro, per troppo tempo. Il solo pensiero che quella situazione fosse colpa di una cosa successa all'inizio dei tempi lo faceva sentire male. Si sentiva schiacciato. Schiacciato dalle domande, schiacciato dall'odio verso se stesso, da quello che provava per Aziraphale e che non riusciva più a gestire.
-Sei tu il demone, io sono il buono. Non spetta a me uccidere i bambini. Se lo uccidi tu il mondo avrà tregua e il Paradiso non si sarà macchiato di sangue
-Non vuoi macchiarti di sangue? Che santarellino ipocrita! - ipocrita, come tutti gli altri angeli
-Sono molto più santo di te! È questo il punto. Dovresti uccidere tu il ragazzo
-Io non ucciderò nessuno! È tutto ridicolo. Tu sei ridicolo. Non so perché ti parlo ancora
In seimila anni non avevano mai avuto una discussione del genere, si erano sempre tratti bene, mai una parola d'odio, a meno che non fosse ironica. Stavano diventando ciò che tanto odiavano, si dipingevano l'un l'altro come gli era stato insegnato. Un demone era perfido e senza pietà, un angelo era ipocrita e falso.
Crowley si girò, voleva andare via da lì il più infretta possibile.
-Non puoi andartene, Crowley. Non hai un posto dove andare- disse Aziraphale, il tono un po' dispiaciuto e un velo di supplica nella voce
-L'universo è grande. E anche se il mondo si squagliasse, esploderemmo insieme
Aziraphale rimase di sasso, si schiarì la gola
-Insieme?
Il demone si rigirò.
-Ascoltati- la voce di Crowley si era fatta improvvisamente dolce -da quanto tempo siamo...- sospirò -amici?- quella parola la disse con difficoltà -te lo dico io, seimila anni!
Aziraphale era entrato nel panico, non sapeva bene il perché, ma era così
-Amici? Noi non siamo amici. Siamo un angelo è un demone. Non abbiamo nulla in comune. Non mi stai nemmeno simpatico
-Si, invece. E su una cosa hai ragione, non siamo amici, siamo molto di più, e lo sai. Non siamo amici, perché io ti amo Aziraphale! E so che provi lo stesso, lo so
Crowley si avvicinò ad Aziraphale, gli prese il viso tra le mani, Aziraphale tremava
-S-siamo su fronti opposti- i suoi occhi erano lucidi, era sull'orlo del pianto
-Guardami negli occhi angelo, siamo dalla stessa parte. Nella nostra parte- Crowley gli sorrise
Aziraphale non ci riusciva, era perdutamente innamorato di quel sorriso, non poteva permettere che qualcuno lo portasse via. Doveva proteggerlo. Ma soprattutto doveva pensare.
Lo baciò. Un bacio leggero e un "Mi dispiace" appena sussurrato sulle labbra del demone
-Non esiste nessuna "stessa parte", Crowley- si stava allontanato pian piano dal vecchio serpente, il cuore a pezzi e le lacrime che scendevano senza controllo -Non più. È finita- si girò e con uno schiocco di dita tornò nella sua libreria. Crollò sulle sue ginocchia, le lacrime che venivano assorbite dalle vecchie assi di legno del pavimento, se solo quelle assi avessero potuto assorbire tutto il dolore che lui stava provando in quel momento, sarebbe stato tutto più facile.Crowley aveva il cuore spezzato, ancora una volta. Salì sulla sua Bentley e guidò fino a casa, Love of my Life dei Queen che gli faceva da sottofondo, come per prenderlo in giro. Tirò fuori il CD è lo lanciò con rabbia sui sedili dietro. Parcheggiò in malo modo sotto casa, una bottiglia di vino rosso già in mano, si mise a bere. Crollò sul pavimento freddo della stanza, piangendo convulsamente, le piante tutt'intorno a lui che lo proteggevano come un ventre materno.
Non capiva cosa fosse successo, i suoi pensieri erano sfocati, quel bacio, susseguito da quelle parole era stato troppo per lui. La sua punizione doveva essere cadere, diventare un demone, ma la sua punizione sembrava essere eterna e sembrava coinvolgere solo Aziraphale.Spazio autrice:
Si lo so è passato un sacco di tempo. Ho scusanti? Assolutamente no, sono solo una procastrinatrice compulsiva.
Cooooomunque, lasciando da parte i miei problemi con la gestione del tempo, devo parlarvi di questa storia e del suo futuro. Tranquilli la finisco, ho già scritto altri capitoli devo solo aggiustarli, ma onestamente non vedo l'ora di finirla. Mi sono venute altre idee e ho già iniziato a scrivere delle bozze e un paio di capitoli ancora allo stato grezzo. Vi dico solo che non sarà su Good Omens ma su BBC Sherlock (no, non abbandono GO, ma Sherlock ha un posto speciale nel mio cuore e questa AU la volevo fare da un po') nonostante l'AU sia un cliché assurdo ci sto lavorando molto, non solo a livello di trama ma anche di scrittura, che sperò sarà nettamente differente da quella che state leggendo. Quindi niente, ci vediamo con il prossimo capitolo, scusate eventuali errori di ogni genere ma volevo veramente pubblicarvi questo capitolo.
-AJW
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Our thoughts - Good Omens
FanficLa storia è la stessa, identica. I pensieri ci sono rivelati. Il finale cambierà. Un piccolo estratto: -Bene! Allora lascia che ti tenti... Oh no, quello è il tuo lavoro giusto?- disse con un mezzo sorriso. Forse stringere amicizia con quel demone...