Roma

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8 anni dopo

Nel locale si udiva il clangore delle coppe che si scontravano le une contro le altre in segno di festeggiamento, per poi essere sbattute con prepotenza sui tavoli di legno fradici e appiccicosi ricoperti da piatti pieni di cibo, apparentemente mangiato da bestie più che da uomini.
Crowley era seduto al bancone, lontano dal chiasso e dalle potenziali gocce di vino che avrebbero potuto macchiare la sua toga nera, ad aspettare che la sua coppa di vino rosso gli venisse servita.
-Crawly... Crowley!- lo chiamò una voce dal tono allegro alle sue spalle. Non aveva bisogno di girarsi per sapere che il proprietario di quella voce era bello e tenero proprio come il tono che aveva usato per dire il suo nome.
-Aziraphale!
-Ancora un demone quindi?- disse il Principato cercando di instaurare una specie di conversazione che non sembrasse solo una scusa per poter parlare con quello che ormai considerava praticamente un migliore amico.
-Che razza di domanda è? "Ancora un demone", che cosa dovrei essere? Un'anatra?
Effettivamente aveva ragione, che razza di domanda era? Che cosa gli era passato per la testa?
-Sai, so che hanno aperto un nuovo posto, fanno delle ostriche pazzesche- disse Aziraphale cercando di superare il momento penoso dato dalla sua domanda a dir poco stupida.
-Non ho mai assaggiato un'ostrica- disse Crowley rivolgendo lo sguardo al suo calice di vino
-Bene! Allora lascia che ti tenti... Oh no, quello è il tuo lavoro giusto?- disse con un mezzo sorriso. Forse stringere amicizia con quel demone lo stava cambiando. O forse erano gli umani che lo stavano cambiando. Forse era colpa di entrambe le cose.
Dal canto suo Crowley aveva un sorriso soddisfatto in faccia, anche se in realtà nella sua mente stava accadendo tutt'altro, era rimasto spiazzato dalle parole di Aziraphale. Tentarlo per una cena? Era una specie di appuntamento o cosa?

Per quanto il nostro caro serpente all'inizio avesse provato a sopprimere i suoi pensieri era ora di ammettere che oramai era impossibile per lui fare finta di niente, soprattutto in quella città, a quei tempi, dove l'amore tra uomini veniva celebrato anche negli affreschi. Crowley non riusciva a togliersi Aziraphale dalla testa, è vero, faceva il sostenuto con lui ma solo perché non dovevano destare sospetti, se fossero stati due umani probabilmente ci avrebbe provato sin dal primo giorno in cui si erano incontrati. Non che Crowley sapesse proprio bene cosa fossero quei pensieri, non gli dava un nome, tra i demoni quella roba non esisteva, per lui erano solo pensieri. Forse erano solo impulsi da demone che gli dicevano di fare una tentazione per guadagnare qualche punto in più giù all'inferno, magari se facevi cadere un angelo ti assegnavano un girone e ti facevano principe, duca o chissà cos'altro, ma non avrebbe mai fatto del male ad Aziraphale e comunque non gli interessava nessuna carica lì sotto, amava stare sulla terra e amava stare con Aziraphale.

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