Nice

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Londra,
Oggi

L'undicesimo compleanno di Warlock. Oramai mancava poco all'inizio della fine. Dovevano solo aspettare il segnale finale, il mastino infernale.
Crowley guardava compulsivamente l'orologio mentre Aziraphale cercava di intrattenere i ragazzi annoiati.
Avevano trascorso dei fantastici undici anni anche se sotto copertura, uno come balia, l'altro come giardiniere, ma ora era tutto finito.
Crowley spostò il suo sguardo dall'orologio ad Aziraphale, lo guardò, la faccia sporca di torta che in quel momento stava volando da tutte le parti, quella sarebbe stata la loro ultima avventura insieme, poi li avrebbero chiamati entrambi in battaglia, erano destinati a combattersi, magari morire l'uno per mano dell'altro. Era il momento, Crowley gli avrebbe parlato dei suoi sentimenti, non poteva morire senza dirgli niente, magari l'avrebbe ricambiato, magari sarebbero potuti fuggire insieme. Doveva solo arrivare quel maledetto Mastino
-Cazzo, perché non arriva?- i pensieri del demone si interruppero quando il suo sguardo si spostò sul suo orologio. L'orario prestabilito era già passato da un pezzo, cosa stava succedendo?














Undici anni.
Undici anni passati a controllare il ragazzino sbagliato.
Conclusione? Li avrebbero presto fatti fuori. Dovevano sbrigarsi.
-Ok ragioniamo. Cosa potrebbe essere successo?- disse Aziraphale cercando di rimanere calmo
Crowley lasciò cadere pesantemente la propria testa sul volante, il rumore del clacson si propagò per tutto il giardino posteriore. Doveva pensare.
Pensa. Pensa. Pensa. PENSA MALEDIZIONE
-Crowley tutto be...- il demone lo interruppe praticamente urlando
-C'era più di una macchina!- disse alzando la testa di botto
-Cosa?
-C'era più di una macchina parcheggiata fuori dal convento!- ripeté lentamente, questa volta guardando Aziraphale
-Probabilmente c'è stato uno scambio!- ribatté l'angelo guardandolo a sua volta
-Esatto. Ma, come rintracciamo l'anticristo?
Aziraphale si morse il labbro, pensieroso
-Forse hanno dei registri
Crowley non esitò un attimo e premette sull'acceleratore




-Sei sicuro che questo sia il posto?- chiese Aziraphale scettico
-Si- rispose secco il serpente
-Non sembra un ospedale, sembra un posto.....amato
Se c'è una cosa che bisogna sapere sugli angeli è che riescono a percipere le emozioni, sfortunatamente però, non riescono a percepine la provenienza.
Crowley era a conoscenza solo della prima informazione, cosa che lo fece ovviamente entrare nel panico. Certo era ovvio che lui provasse qualcosa nei confronti dell'angelo, ma doveva comunque mantenere un basso profilo, Aziraphale gli aveva chiaramente fatto capire che non era interessato, no, forse non era semplicemente pronto, o forse... No, ok, non era stato chiaro, comunque restava il fatto che lui doveva fingere che il biondo gli fosse indifferente, cosa che ovviamente non era.
Ma Aziraphale dopo quella frase non l'aveva guardato, quindi forse non aveva capito, l'unica soluzione era tastare il terreno.
-Il posto è questo. Cosa intendi con "amato"?
-Beh, l'opposto di quando dici: "Non mi piace questo posto, è inquietante"
-Non dico mai così, a me piacciono i posti inquietanti. Adoro le cose inquietanti. Andiamo dalle suore- ok, la sua risposta l'aveva ottenuta, ora era meglio uscire da quella conversazione il prima possibile.
Neanche il tempo di fare un passo che entrambi vennero colpiti da qualcosa, Crowley fece un salto all'indietro, pensando di essere stato colpito da un proiettile. Aziraphale invece era più tranquillo e si accorse subito che c'era qualcosa che non andava, con la mano si toccò la giacca
-Azzurro?
Le sue dita erano macchiate di vernice azzurra
-È pittura- disse Crowley, osservando la sua mano sporca di rosso
-Hey!- un umano venne incontro ai due esseri -siete state colpiti, dovreste...
La frase non venne conclusa, interrotta dalla testa di Crowley che si trasformò in quella di un serpente per poi tornare normale, il poveretto svenne
-È stato divertente
-Sì, per te, guarda com'è ridotta la mia giacca. L'ho conservata per 180 anni. Non riuscirò mai a smacchiarla!
-Fai un miracolo
-Si, ma... saprò sempre che lì c'era una macchia
Crowley fece un piccolo broncio ironico
-Sotto, intendo
Crowley si avvicinò alla spalla di Aziraphale e con un soffio eliminò la macchia.
Aziraphale lo guardò dal basso, data la posizione che avevano assunto i due era palese come Crowley lo sovrastasse in altezza, per poi cercare di passargli avanti sussurrando un tenerissimo:
-Grazie
Non c'è bisogno di dirlo, ovviamente il cervello di Crowley si era spento. Se Aziraphale non si era accorto del suo amore prima, lo aveva notato sicuramente ora, probabilmente l'aveva investito come un treno.
L'angelo, probabilmente più cieco della fortuna, invece si avvicinò al fucile che quel ragazzo aveva fatto cadere nel momento in cui era svenuto.
-Aggeggi straordinari!- si avvicinò a Crowley -ho esimanto quest'arma. Spara proiettili di vernice
Il demone scosse la testa, si riprese e alzò un sopracciglio
-Voi non siete contro le armi?
-Soltanto quando sono nelle mani sbagliate- Aziraphale guardò da un'altra parte -rafforza la nostra posizione in campo morale- tossicchiò -credo
Crowley lo guardò, sbalordito dall'ipocrisia del paradiso. Poi, un po' per le scuse che rifilava il paradiso ai suoi soldati e un po' per l'espressione di Aziraphale, si mise a ridere
-Una questione morale? Davvero?
L'angelo sapeva che aveva ragione, ma l'espressione colpevole scomparve con l'avvenire di quella risata così... leggera, vera. In seimila anni Aziraphale lo aveva sentito ridere raramente così e ogni volta ne veniva ammaliato.


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