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A Dean piacciono anche i ragazzi.

La prima volta che se ne accorse fu durante un caso, quando era ancora piccolo e lavorava con suo padre, e quel bambino della sua stessa età, figlio del testimone che stavano interrogando, lo aveva invitato a giocare con lui.
Non aveva potuto farlo: stava investigando ed era la prima volta che stavano affrontando un mutaforma, doveva essere preparato per riconoscerlo in una eventuale caccia in cui il padre non sarebbe stato presente.
Quello, tuttavia, gli aveva sorriso ed era rimasto lì accanto a lui mentre John interrogava il padre e Dean non aveva potuto fare a meno di notare come una fossetta si apriva sul suo volto quando sorrideva, come i capelli biondo cenere gli ricordassero i suoi cereali preferiti ed aveva percepito un piccolo tuono aprirsi pacatamente all'altezza dello stomaco, non consapevole di cosa potesse significare.

E poi da adolescente, quando durante le ore di motoria in una delle tante scuole in cui era stato, aveva guardato un po' troppo a lungo il corpo di un suo compagno di classe.
Il petto magro, le gambe scolpite, i muscoli che costernavano le braccia. Era arrossito quando si era reso conto di quello che stava facendo ed era andato dalla ragazza con cui era stato la sera precedente baciandola con più foga di quanta necessaria.

Non era qualcosa a cui aveva mai pensato, semplicemente perché non poteva.
Suo padre non lo avrebbe mai approvato e doveva occuparsi di Sam in assenza della madre.
Cosa sarebbe successo se un giorno avesse deciso di baciare un ragazzo al posto di una ragazza e suo padre lo fosse venuto a sapere?

Ed aveva provato a negarlo, a baciare ogni volta più ragazze per convincersi che "No, Dean non ti attrae quel ragazzo" eppure era crollato.
Era successo un giorno, mentre guardava un porno ed era venuto piangendo perché quando un uomo compariva sulla scena sentiva il membro pulsare nella sua stessa mano e non voleva che fosse così.
E lo aveva accettato rompendo la lampada del comodino in uno scatto di rabbia.

"Dean, ti piacciono anche i ragazzi."

Ed ora, nonostante tutto, lo reprimeva.
Sapeva che gli piacevano.
Lo vedeva nel modo in cui, entrato in un qualsiasi locale, non riusciva a guardare solo le ragazze, quando vedeva un uomo attraversare la strada e pensava che avrebbe voluto baciarlo.
Eppure si limitava a questo: a saperlo. Lo nascondeva, non andava con gli uomini, non diceva mai di no ad una ragazza.

Avvertiva la consapevolezza, vivida dentro di sè, che non si sarebbe mai lasciato andare: tutto quello che provava era avvolto nella vergogna.

E Castiel non è un uomo. Lui è un angelo, un'essenza in un corpo umano di sesso maschile. Non ha un vero e proprio genere.
Ma Dean sente che in un corpo maschile o femminile o nella vera forma che Castiel presenta senza alcun tipo di tramite a nasconderla, ne sarebbe comunque attratto.
Perché vi è qualcosa nell' innocenza con cui parla, nella determinazione stoica con cui affronta le circostanze, nella personalità timida e posata e testarda, affascinata da ogni minimo particolare che Dean non riesce ad allontanare dai suoi pensieri, completamente schiavo dell' energia che emana.
E mentre brividi che non aveva mai conosciuto fino ad allora, gli attraversano il corpo, Dean nega.
È più semplice in questo modo.
Non merita Castiel.

Non può lasciare che ogni cosa bella della sua vita finisca in frantumi per mero egoismo.
Non può rischiare di distruggere anche lui.

E percepisce la pelle fremere ad ogni sguardo e gli occhi tintinnare ad ogni tocco e mentre sente che potrebbe esplodere da un momento all'altro, reprime, nasconde.

Perché è meglio così.

«Formaggio?» La voce arrivó lontana, risvegliando Dean dai suoi stessi pensieri
«Cosa?»
«Formaggio. Vuole del formaggio sulle patatine, signore?»
Il cameriere del locale in cui era entrato lo guardò con aria interrogativa aspettando di ricevere una risposta con la penna nera che tintinnava sul blocco di fogli.

Falling Stars - DestielDove le storie prendono vita. Scoprilo ora