Se fosse stato possibile materializzare l'aria che si respirava, Dean era sicuro che il peso di questa l'avrebbe schiacciato finchè i suoi polmoni, privati di quella stessa che li stava soffocando, non avrebbero ceduto. Non aveva mai sofferto di claustrofobia, eppure lì, fra i suoi pensieri in una stanza che sembrava affollata nonostante l'assenza di qualsiasi essere, il cacciatore sentiva come se stesse combattendo degli impulsi più grandi di lui.Aveva impugnato la Prima Lama quella mattina in vista della missione che lo aspettava tra solo poche ore: l'aveva osservata per alcuni attimi prima di riuscire a toccarla con dita tremanti. Aveva sentito l'energia infusa in questa; il suo stesso corpo implodere tra ramificazioni di un potere che adesso gli pregava subdolamente di usufruirsene. Era come stringere qualcosa di vivo, qualcosa che implorasse costantemente di essere inflitto in qualcos'altro, in qualcun altro ed il marchio, a quel contatto con la sua parte mancante, si era illuminato.
Ed ora che avevano scoperto, attraverso l'aiuto di Crowley, dove effettivamente si trovasse Abaddon, il dover compiere una simile azione spaventava il cacciatore; e non per il fatto di dover uccidere uno dei cavalieri dell'inferno, ma per il mezzo che avrebbe dovuto usare e per la totale assenza di controllo che percepiva mentre ne utilizzava la potenza.
Sentì i passi di quello che riconobbe essere Sam in direzione della porta della sua stessa camera.
« Dean, dovremmo iniziare ad andare. Il luogo di cui ha parlato Crowley è a più di un'ora di macchina da qui»
Il cacciatore annuì, indossando il giacchetto che aveva lasciato poco prima sul letto ed uscendo dalla stanza. Attraversò il corridoio seguendo il fratello ed uscì velocemente dall'entrata del bunker.
Poi, una volta al volante, si voltò verso Sam.
«Dove è Cas?»chiese con fare distratto senza che l'astio presente nella voce trasparisse, nel ricordare che non si trovasse nell'appartamento quando erano usciti.
« Probabilmente sta ancora lavorando con gli angeli»
Castiel era, infatti, nelle ultime settimane, divenuto il leader di una fazione dell'esercito angelica.
In un primo momento aveva rifiutato l'incarico, ancora troppo scosso da ricordi di scelte sbagliate e conseguenze ancora più gravi per poter accettare un simile compito ma, poi, aveva visto in quest'ultimo l'opportunità di riscattarsi e condurre i suoi simili alla vittoria di una giusta causa.
E per quanto Dean potesse credere negli obiettivi di Castiel, il fatto che non si fosse trovato lì con loro nel momento di una simile missione, aveva reso il cacciatore più nervoso di quanto già non fosse. L'angelo sapeva dell'importanza di un simile combattimento e della pericolosità di questo. Ed inoltre, Dean sentiva, dentro di sé, che dal momento in cui avrebbe impugnato la Prima Lama e l'avrebbe usata per uccidere Abaddon, non sarebbe più stato lo stesso.
Come avrebbe potuto esserlo se ogni volta che il marchio si illuminava se ne sentiva succube? Se tutta la sua impulsività si palesava vivida di fronte ai suoi occhi? Se la brama di uccidere superava l'istinto primario di autoconservazione e prudenza?
È difficile togliere il sangue dalle mani. Dean se ne rende conto mentre cerca disperatamente di lavare via quello che ne resta sui suoi pugni e strofina più volte il palmo con l'altro mentre l'acqua calda gli brucia le dita. Ed è quando il rosso scorre fluidamente verso l'apertura del lavandino svanendo completamente dal luogo che aveva precedentemente colorato e Dean continua a strofinare più avidamente di prima, che capisce che non è il sangue il problema.
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Falling Stars - Destiel
Fanfiction(Ambientato nel contesto della nona stagione di supernatural) Il caos aleggia sulle teste dei fratelli Winchester con pesantezza mentre una guerra per la supremazia in Inferno e Paradiso è in corso. Il marchio di Caino viene tracciato sul corpo di D...