12.

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Dean sente l'incessante ed inevitabile avanzare delle ore fra le mura della sua stessa stanza. Ne sente il ticchettio, le lancette che si muovono secondo dopo secondo, minuto dopo minuto. Cerca di  dormire, ma non vi riesce, e le coperte pesano come macigni sopra il proprio corpo. Ruota il viso da una parte all' altra e sbuffa, infastidito, passandosi una mano sul viso.

Rivive il ricordo nella sua mente e per quanto provi ad allontanarsene, anche solo per un attimo, anche solo per riprendere a respirare, vi sprofonda con più violenza della volta precedente.

Si guarda le mani e ne gira i palmi, analizzandoli. Li sfiora con le dita e si chiede perché si fossero strette con così tanta forza alla bottiglia di birra che aveva tenuto in mano. La risposta è chiara nella sua mente e si palesa fastidiosa, ma Dean la mette da parte, cercando disperatamente una soluzione che non sia quella. Perché ora, mentre il suo corpo è abbracciato dal calore delle lenzuola sottostanti, giace immobile sul letto, solo raramente scosso da un' irritazione che lo fa voltare, e sente che non sta più avidamente  fremendo.

Inspira, profondamente. Percepisce una preoccupazione salirgli per il petto, annodargli la gola, intingere gli occhi, fermargli il respiro: Cosa sarebbe successo se non avesse avuto la prontezza di scaraventare quella bottiglia a terra? Se, per un attimo, l'avesse stretta con maggiore forza ed il suo corpo fosse stato attraversato da un folle e meschino  istinto, impossibile da tenere sotto controllo, avrebbe ferito Castiel?

La sua mente conosce la risposta, eppure Dean la ignora. O meglio, la rifiuta. Sa, nel profondo del suo cuore, che non gli  farebbe mai del male come non ne farebbe mai a  Sam. Eppure, ora, un timore, acido e sporco, che macchia tutto quello che è riuscito a costruire nelle ultime settimane, scorre fra i propri pensieri, danzando con nuove paure. Perché sa che lui non ferirebbe Castiel, ma riconosce, meglio di ogni altra cosa, che  negli ultimi giorni non è lui ad avere il pieno potere del suo corpo.

Ha un marchio tracciato sul braccio, un segno oscuro e potente, e Dean ne sente la potenza accrescere ogni giorno, alimentarsi di paure e odi passati e sfociare in una rabbia animalesca che avverte di non poter controllare.




Sta calando la sera mentre Dean pensa che, forse, tutto questo è stato uno sbaglio. Non può fare questo a Castiel. Non può permettersi di ignorare la potenza che vige avida nel proprio corpo e sperare che questa non si manifesti con maggiore violenza quando Castiel è con lui. Non può concedersi di amare una persona. Non quando ogni suo nervo implora per la brama di colpire, martoriare ed uccidere.

Dean sospira  nel letto e si sente solo, mentre il silenzio inonda la camera. Si chiede se sia simile a quello che segue quando una persona viene uccisa, e l'ultimo respiro esalato muta  in un silenzio che ricorda la vita andata perduta. Si chiede se sarà l'unico rumore che sentirà di lì in poi: la vita che muore, piano,  e cade in un baratro oscuro senza fine. Un vortice scuro che  fa pensare che tutto quello presente in superficie morirebbe, soffocato dal buio glaciale di cui quella stessa atmosfera è colma. Gli sembra di vederli per un attimo: gli alberi che si ingrigiscono di un liquido nero, e le fronde, impregnate di questo, che calano verso il terreno, improvvisamente troppo cariche per poterne mantenere il peso   e lo stesso pavimento, nero e denso, che cattura ogni creatura che provi a calpestarne l'oscurità che riposa orizzontalmente.

Si sente solo perché Castiel non è fra le lenzuola accanto a lui quando nelle ultime settimane vi è sempre stato, salvo eventuali  urgenze angeliche. Passa una mano sul tessuto morbido sottostante e si interroga su cosa abbia fatto Castiel ogni notte, al suo fianco, senza addormentarsi, ma aspettando pacatamente il suo risveglio. Pensa a se si sia sentito solo o meno, durante quelle ore di veglia, o se la mera presenza del proprio corpo vicino al suo abbia reso l'attesa meno spiacevole.

Falling Stars - DestielDove le storie prendono vita. Scoprilo ora