Capitolo 6
"Smettetela di litigare e andate a prendere i mantelli. Si va da zia Alice e zio Frank."Per Marlene McKinnon, pardon, Black la gravidanza era sempre stata un'arma a doppio taglio. Se amava passare i pomeriggi sul divano ad accarezzarsi la pancia e attendere con impazienza il momento in cui il bambino in questione avrebbe dato qualche calcetto, odiava profondamente dover mettere da parte la sua iperattività, la sua voglia di giocare con i suoi figli, di volare sulla scopa e anche di andare al lavoro. Non era assolutamente programmata per stare ferma per nove mesi, aveva bisogno di azione e di qualcosa da fare. Che poi quel bambino in particolare era assolutamente calmo, al contrario di Allyson che le aveva fatto patire le pene dell'inferno, tanto che era arrivata a chiedersi se fosse davvero figlio suo e di Sirius o se fosse finito nel suo utero per qualche motivo a lei sconosciuto. Era letteralmente impossibile che i suoi geni mischiati a quelli del Black dessero vita ad un essere così calmo e pacato dato che in due teste calde come loro di calmo e pacato c'era poco e niente.
Proprio in quel momento, ad una settimana dalla non proprio apprezzata visita dei mangiamorte, Marlene era stravaccata sul divano e giocava con un boccino rubato dal set di sua figlia in una perfetta imitazione di un James Potter sedicenne. Il James Potter in questione ovviamente non era mai stato incinto ma era sempre stato iperattivo quanto la sua amica bionda. Sedicenni a parte, comunque, dopo una settimana le acque si erano apparentemente calmate dato che nessun uomo vestito in nero si era più fatto né vedere né sentire, ma Sirius insisteva comunque per far rimanere o Remus o Emmeline a casa con lei; la sicurezza prima di tutto, diceva. I bambini quindi trascorrevano le giornate con Remus imparando a leggere e scrivere e quelle con Emmeline giocando a quidditch sotto lo sguardo invidioso di Marlene che con quel melone al posto della pancia al massimo poteva stare seduta sull'erba a guardarli. Tutto questo comunque sarebbe durato davvero per poco, due settimane al massimo dato che il parto era previsto per il cinque di aprile, e poi avrebbe potuto stringere tra le braccia un altro scricciolo. E lo avrebbe fatto piano perché appena nato sarebbe stato così piccolo che avrebbe avuto paura di spezzarlo e lo avrebbe guardato come fosse la cosa più bella al mondo e coccolato all'infinito perché se c'era una cosa che aveva imparato ad amare con tutta sé stessa quelli erano i bambini. Ogni volta che ci pensava le spuntava sul viso un sorrisetto ebete molto simile a quello di Sirius, totalmente estasiato all'idea di avere un altro bambino per casa. Il rumore della porta che sbatteva la riscosse dai suoi pensieri e, quando vide suo marito e Remus entrare in casa, si ficcò il boccino in tasca.
"Come sta la mia mogliettina?" cantilenò Sirius avvicinandosi a lei e baciandole prima il pancione e poi le labbra, proprio come faceva da otto mesi a quella parte.
"Mi annoio!" protestò lei scatenando le risate dei due ragazzi.
"Dove sono i bambini?"
Marlene sbuffò roteando gli occhi. "Dove vuoi che siano? In giardino a fare quello che io non posso!"
I due annuirono cercando di non scoppiare a ridere e farla arrabbiare di più e uscirono dalla porta sul retro. Rientrarono in casa pochi minuti dopo, Sirius con la piccola Ginny sulle spalle e Harry in braccio, Remus che faceva il solletico a Neville, Allyson e Ron che battibeccavano e Emmeline a chiudere il corteo. Con non poca fatica, Marlene si alzò dal divano avviandosi verso la figlia.
"Smettetela di litigare e andate a prendere i mantelli. Si va da zia Alice e zio Frank." disse ai bambini che corsero di sopra a fare ciò che gli era stato ordinato.
No, Emmeline e Remus non ce l'avevano fatta a mentire a Neville e gli avevano rivelato le vere condizioni dei genitori; di conseguenza anche Marlene e Sirius e Molly e Arthur avevano fatto lo stesso con i rispettivi figli. Da quando lo aveva saputo, Neville andava ogni settimana a trovare la mamma e il papà e spesso i Black ci portavano anche Harry ed Allyson e qualche Weasley all'occasione.
La prima a scendere le scale con il mantello nero sulle spalle fu proprio la piccola di casa, Ginny, che ormai aveva raggiunto i quattro anni e mezzo, accompagnata da Harry. Ginny Weasley adorava Harry Potter più di qualunque altro bambino al mondo e lui dal canto suo era molto affettuoso e protettivo nei suoi confronti.
"Fatto!" trillò la rossa saltando l'ultimo gradino. Si avvicinò a Marlene e iniziò a giocare con il campanellino che pendeva sul pancione.
"Zia Lene" la chiamò. Lei, Ron e a volte anche i gemelli erano gli unici Weasley a chiamare lei e Sirius zia o zio più per abitudine che per altro.
"Si, tesoro?" chiese lei accarezzandole i capelli quasi arancioni, marchio distintivo Weasley.
"Quando questo bambino nasce, io non sono più la più piccola." disse assottigliando gli occhi, sospettosa "Quindi lui sarà più importante di me e non mi vorrete più bene."
Marlene scoppiò a ridere; avendo avuto tre fratelli più piccoli quella della gelosia era una fase che aveva attraversato anche lei da bambina.
"Io e lo zio Sirius ti vorremo sempre bene, Gin." la rassicurò Marlene.
"Davvero?" chiese sorridendo.
La ragazza annuì e la conversazione si concluse quando anche gli altri marmocchi scesero muniti di mantello.
"Bene, tutti al camino!" esclamò Sirius prendendo il sacchetto con la metropolvere. Ora, viaggiare attraverso metropolvere era un'operazione assai complicata se si metteva in conto che i bambini non sapevano usarla da soli e che gli adulti erano in netta minoranza. Marlene era obbligata a viaggiare da sola perché già di per se era pericoloso viaggiare in metropolvere con un pancione di quasi nove mesi, figurarsi poi se doveva stare attenta ad un ulteriore bambino; decisero così che Harry e Ginny sarebbero andati con Sirius, Allyson e Ron con Remus e Neville con Emmeline, che non era molto pratica con questo tipo di viaggi.
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A better life || Harry James Potter
FanfictionCosa sarebbe successo se qualcuno avesse saputo dell'innocenza di Sirius Black? Come sarebbe stata la vita del Bambino-Che-È-Sopravvissuto se avesse avuto una famiglia a sostenerlo? Harry James Potter è la fotocopia di suo padre. Ironico, esuberant...