twelve

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Capitolo 12
"Stop stop stop! Mai dare della stupida ad una scopa, pensi forse che loro non abbiano sentimenti?"

"Tu sei un genio, Harry James." esclamò Allyson entusiasta quando il fratello le mostrò la fiala di piena di una pozione rosa acceso.
"Direi che è giunta l'ora di mettere in atto il primo scherzo, no?" rispose lui ghignando.
Avevano un'ora buca prima del pranzo e avevano deciso di divertirsi un po' utilizzando la pozione che Harry aveva dato a Dorcas per far diventare il tavolo di Serpeverde un po' più allegro e colorato. Camminarono a passo svelto verso la Sala Grande, Allyson con la Mappa in mano pronta ad evitare qualsiasi anima vivente che potesse ostacolare il loro piano.
"Qui non c'è nessuno, sono tutti a lezione, nel parco o nelle Sale Comuni." disse ripiegando la pergamena e riponendola al sicuro nella tasca del mantello.
Le porte della Sala erano aperte come al solito ma sui tavoli i piatti e i calici d'oro erano vuoti. Era davvero strano vedere quell'enorme stanza così vuota e silenziosa, a tratti sembrava inquietante senza le mille voci degli studenti, i colori, l'enorme quantità di cibo presente sui tavoli e il profumo che faceva venire l'acquolina in bocca.
"Ora, basterà un goccio di questa in ogni bicchiere e Serpeverde si trasformerà in Serpearcobaleno." disse Harry ghignando e mettendosi all'opera.
"Non pensi che dovremmo avvisare Jo? Lei è simpatica infondo ed è sempre stata gentile con noi." propose Allyson mentre contribuiva a riempire i calici di pozione.
"No, meglio di no. Potrebbero pensare che sia stata lei e non voglio che la colpa ricada su nessuno. Però potrei darle l'antidoto." rispose lui.
"D'accordo...se lo dici tu. Hey, dove vai?" chiese quando vide che il fratello si stava avvicinando al tavolo dei professori.
"Qui è dove si siede Mocciosus, giusto?"
"Si. Non mi dire che...oh si arrabbierà moltissimo, eccome se si arrabbierà. Facciamolo!" esclamò emozionata saltellando verso di lui.

Quando i tavoli si riempirono di studenti, mezz'ora più tardi, Harry ed Allyson dovettero sforzarsi di non iniziare a ridere da subito per non destare sospetti. Con il passare dei minuti però i calici iniziarono a svuotarsi e i primi capelli a colorarsi e a quel punto tutta la Sala Grande scoppiò a ridere. I capelli degli studenti assunsero le più svariate sfumature di rosso, rosa, viola o azzurro e quelli di Piton diventarono di una sgradevole sfumatura verde acido che stonava pesantemente con il suo solito look da funerale.
Harry vide i professori, compreso Silente, trattenersi dal ridere per rispetto del loro collega e la McGranitt puntare lo sguardo nella direzione sua e di Allyson con gli occhi che le brillavano di una nuova luce e un sorriso divertito stampato in volto. Lui, con la sua solita sfacciataggine, le fece un occhiolino e poi tornò a ridere con i suoi amici. Era sicuro che infondo i Malandrini e i loro scherzi mancassero anche a Minnie; lo vedeva nei suoi occhi quando osservava lui e sua sorella ridere, lo vedeva quando riusciva a svolgere perfettamente una trasfigurazione e lei lo guardava con lo sguardo perso come se stesse rivivendo un momento lontano, lo vedeva quando osservava Marlene e Sirius insieme e i suoi occhi diventavano lucidi pensando a tutto ciò che quei ragazzi avevano dovuto affrontare e ringraziando Merlino perché almeno loro fossero sopravvissuti per crescere quella sventurata generazione figlia della guerra a cui erano state portate via persone che neanche riuscivano a ricordare.
Poteva fare la dura, Minnie, essere severa quanto voleva, ma Harry sapeva che dietro quella corazza che si era costruita con gli anni si nascondeva una persona dal cuore immenso. Lui l'aveva sempre vista come una sorta di nonna, sempre lì ad insegnargli qualcosa sin da quando era bambino ma severa al punto giusto e pronta a fargli una ramanzina quando faceva qualcosa che non doveva fare, ramanzina puntualmente accompagnata da qualche sorriso dolce e nostalgico perché, come diceva sempre lei, con il figlio di un Malandrinò è dura a combatterci.
All'improvviso la voce carica di rabbia di Piton fece ammutolire tutti.
"Chi è stato ad organizzare questo scherzo di pessimo gusto?" urlò irato passando in rassegna con lo sguardo tutti gli studenti. "Sei stato tu, vero Potter? Tu e la Black, lo so che siete stati voi!" disse dirigendosi al tavolo di Grifondoro e guardandoli con rabbia e un pizzico di disgusto che non mancava mai di far notare.
"Suvvia Severus, è uno scherzo innocente!" intervenne Silente alzandosi a sua volta. "E comunque non sarebbe giusto incolpare uno studente senza una valida spiegazione. Niente prove, niente colpevole. Sono sicuro che queste simpatiche tinte colorate scompariranno nel giro di poche ore, ne ho visti tanti di scherzi del genere."
Piton lo guardò come se fosse pazzo, poi senza dire una parola uscì dalla Sala in cui si diffuse di nuovo il solito chiacchiericcio causato dagli studenti.
"Siete stati geniali!" sussurrò Neville ad Harry ed Allyson; li conosceva abbastanza bene da sapere con sicurezza che erano stati loro.
"Siete stati veramente voi?" disse Hermione facendo attenzione a non farsi sentire dagli altri studenti che ancora ridevano per i compagni Serpeverde. "E avete coinvolto anche un professore!"
"E dai Hermione, non è niente di male infondo!" la interruppe Ron. "Tra qualche ora svanirà l'effetto e nessuno si ricorderà di niente."
Hermione gli lanciò un'occhiataccia e scosse la testa rassegnata.
"Ragazzi...guardate qui." mormorò Neville mettendo il giornale al centro tel tavolo.
"Peter Pettigrew: il processo e la sentenza. Il Wizengamot ha condannato l'imputato al bacio del dissennatore." lesse Allyson facendo in modo che i suoi amici la sentissero.
Harry rabbrividì; il bacio del dissennatore era la cosa peggiore che potesse esistere, vivere senz'anima era un destino peggiore della morte e lui lo sapeva bene.
"Ma è terribile!" esclamò Hermione strabuzzando gli occhi.
"Se lo merita, quel ratto traditore!" ringhiò Allyson. "È colpa sua se zio James e zia Lily sono morti e nessuno glielo perdonerà mai."
Harry invece, nonostante si sforzasse di pensarla come la sorella, sentiva una vocina dentro di sé che protestava per il destino crudele che era stato riservato all'uomo.
Cosa avrebbe fatto suo padre?
James Potter si fidava dei suoi amici più che di sé stesso, non avrebbe dubitato di loro nemmeno per un istante ed era stato tradito; ma avrebbe attaccato Peter in quella maniera? Probabilmente no. James Potter era un uomo dal grande cuore, gentile ed estremamente sensibile ed Harry avrebbe scommesso che se avesse avuto la possibilità di parlare con Peter avrebbe cercato di capire cosa lo avesse spinto a tradire i suoi amici di una vita e non lo avrebbe attaccato, non subito. Gli avrebbe parlato, gli avrebbe detto che era stato davvero importante per lui, che si era fidato di lui e poi gli avrebbe sbattuto in faccia tutta la delusione che provava nei suoi confronti perché era quello che avrebbe provato James Potter, delusione; non rabbia, non rimorso, semplice delusione perché per lui amicizia significava famiglia e famiglia significava fiducia e tradire la fiducia di un amico era il più grande dei disonori. Poi probabilmente avrebbe chiesto giustizia, James Potter, giustizia non per sé stesso, giustizia per la sua famiglia perché a Peter aveva affidato sua moglie e suo figlio, le sue ragioni di vita, le persone che amava più al mondo, e lui li aveva consegnati tra le braccia della morte condannandoli ad un destino crudele che non meritavano affatto. E a James Potter avrebbero potuto fare di tutto, aveva ventuno anni ma avrebbe sopportato torture, avrebbe sopportato dolori, avrebbe sopportato la morte pur di sapere le persone che amava al sicuro, pur di saperle felici anche se senza di lui, pur essendo consapevole che senza di lui magari felici non lo sarebbero mai stati veramente perché James era sempre stato James, era sempre stato il filo invisibile che teneva uniti i ragazzi nel bene e nel male, era stato il Capitano, era stato il primo Malandrino e tutti sapevano che senza di lui l'ordine delle cose sarebbe stato stravolto e niente e nessuno sarebbe stato più come prima e in un certo senso era andata a finire così.
"Harry...stai bene?" gli chiese Allyson gentilmente, spostandogli il ciuffo di capelli che gli cascava sugli occhi.
"Si, sto benissimo." rispose semplicemente accennando un sorriso. Con sua sorella parlava di tutto, era l'unica, insieme a Neville, con cui si apriva anche sull'argomento mamma Lily e papà James ma in quel momento non gli andava di farlo davanti a tutti gli altri.
Allyson e Neville sapevano ascoltarlo, riuscivano a vederlo solo come Harry, come Harry James e basta, ed era sicuro che se ne avesse parlato con altri non avrebbero capito. Non voleva ricevere sguardi compassionevoli e fintamente consapevoli perché loro non sapevano cosa si provava e ad Harry James la compassione non era mai piaciuta.

A better life || Harry James PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora