twenty

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Capitolo 20
"Tornerò sempre da te, Allyson."

4 maggio 1993,
Hogwarts, da qualche parte in Scozia.

E in effetti quello che venne dopo non fu niente di buono.
Era successo di tutto e Harry James ancora si chiedeva come poteva essere stato così tanto stupido da non dare ascolto a quell'elfo o a quella sensazione che gli diceva insistentemente che sarebbe accaduto qualcosa di brutto.
Ora si trovava ben al di sotto del livello della scuola, in quella che - ne era sicuro - era l'ingresso della Camera dei Segreti, era in pericolo, aveva messo in pericolo per la seconda volta sua sorella, Neville, Ron e Hannah ma tutto era iniziato molto, molto prima.

Il primo segnale era stato proprio la voce che solo Harry sembrava poter sentire, evento strano, ovviamente, ma di cui non si era preoccupato più di tanto dopo essere stato rassicurato da Sirius e Marlene.
Poi c'era stata la prima partita di quidditch e lì erano iniziati i veri guai. Un bolide, un diavolo di bolide il cui unico scopo sembrava essere quello di voler ammazzare Harry, non aveva fatto altro che inseguirlo per tutta la partita ed era finito per spezzargli un polso. Marlene e Sirius si erano arrabbiati tantissimo anche se all'inizio nessuno era riuscito a capire chi o cosa avesse causato l'incidente.
Qualche giorno dopo erano iniziate le stranezze di Ginny. Harry e Ginny erano sempre stati uniti, in sintonia, la loro era un'amicizia bella e fatta di piccoli gesti, di piccole accortezze ed entrambi erano stati entusiasti quando avevano avuto l'occasione di girare insieme per i corridoi del castello. La piccola Weasley, con grande disappunto di suo fratello, era sempre insieme ad Harry, Neville o Allyson e si separava da loro di rado, o almeno era quello che accadeva nelle prime settimane di scuola. Dopo un po' infatti aveva assunto atteggiamenti strani; era sempre assente, stava spesso sola e aveva perdite di memoria improvvise. Harry ricordava un episodio in particolare, quando la piccola rossa si era addormentata su una poltrona in Sala Comune e poi, una volta sveglia, gli aveva dato l'impressione di essere sotto effetto di una Confundus.
"Harry..." aveva mormorato aprendo gli occhi. Erano da soli perché gli altri erano già andati a dormire. "Che...che cosa ci faccio qui?" aveva chiesto guardandosi intorno spaesata.
Harry l'aveva guardata con un sopracciglio alzato "Ti sei addormentata dopo che siamo arrivati. Abbiamo cenato più o meno un'ora fa." le aveva risposto semplicemente, parlando come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Cosa?" aveva urlato lei saltando in piedi "No! Io ieri sera sono andata a dormire, ora è martedì mattina!"
"È martedì sera al massimo. Ginny, che diavolo ti prende?"
"I-io non ricordo. Non ricordo la giornata. Sto impazzendo. No, sono solo stanca. Vado a dormire, notte." aveva detto lasciandogli un leggero bacio sulla guancia e scomparendo su per le scale.
E dopo di quello c'erano stati altri episodi simili, altri vuoti di memoria a cui nessuno era riuscito a dare una spiegazione e che Ginny aveva tributo semplicemente alla stanchezza.

Poi Harry aveva scoperto di essere un rettilofono. Si era spaventato a morte e quando era arrivato il momento di dirlo a Sirius e Marlene aveva temuto che lo avrebbero cacciato di casa. Le sue preoccupazioni erano infondate ovviamente dato che, dopo esserne venuti a conoscenza, i due l'avevano semplicemente rassicurato e gli avevano detto che non sarebbe cambiato nulla e che sarebbe rimasto sempre e comunque il loro bambino.
La situazione era peggiorata seriamente quando erano iniziati gli attacchi ai nati babbani.
Prima era toccato a Justin di Tassorosso, poi a Colin Canon, un Grifondoro del primo anno, e dopo Natale la stessa sorte era toccata anche ad Hermione e Jo. Venivano pietrificati, semplicemente pietrificati e nessuno era riuscito a trovare il colpevole fino a quando Harry e i suoi amici avevano scoperto - grazie ad Hermione e Jo - della reale esistenza della Camera dei Segreti e di un mostro che ci viveva. E quindi eccoli lì, ancora una volta nei guai, ancora una volta in pericolo di vita che cercavano di salvare la scuola.
Harry chiuse gli occhi e cercò di calmarsi. Ron, Allyson, Neville, Hannah e quell'idiota del professor Allock erano bloccati al di là del muro di pietre che era caduto dal soffitto, se non fosse riuscito a salvare Ginny probabilmente sarebbero morti entrambi, se fosse riuscito a salvarla sarebbe morto lo stesso perché Marlene l'avrebbe ucciso per essersi messo in pericolo di nuovo, senza avvisarli di nuovo. Insomma, non era in quella che poteva definirsi una situazione piacevole.
"Harry! Harry aspettami. Spostiamo questi massi e andiamo insieme, ti prego!" urlò Allyson al di là del muro di pietre.
"Non posso, Ally. Ginny è in pericolo, non c'è più tempo." rispose Harry. Si avvicinò alle pietre e vide che da una piccola fessura c'era un occhio azzurro pieno di lacrime che lo scrutava implorante.
"Ti prego, non te ne andare." piagnucolò ancora cercando di persuaderlo.
"Devo andare, Paddy. Lo sai anche tu."
Lei lo fissò incerta. Ginny. Ginny era sua sorella, sua sorella da sempre, le voleva un mondo di bene e doveva pensare a lei e a lei soltanto. Annuì piano e lasciò che una lacrima le rigasse la guancia arrossata.
"Harry." lo chiamò prima che lui scomparisse definitivamente alla sua vista "Torna da me."
"Tornerò sempre da te, Allyson."

A better life || Harry James PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora