twenty-one

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Capitolo 21
"Ci sono riusciti, sono scappati."

Faceva caldo. Gli abitanti di Harlow si erano appena lasciati la prima metà di agosto alle spalle e ormai mancavano una decina di giorni al primo settembre.
A casa Lupin/ Vance regnava il silenzio; Neville era da Sirius e Marlene, Emmeline se ne stava sul letto a testa in giù, a leggere uno dei tanti libri babbani che erano appartenuti a Dorcas prima che se ne andasse per sempre e lasciasse a lei tutti i suoi averi e Remus era seduto sul divano con una lettera in mano. Aveva letto e riletto quel foglio decine di volte tanto che ormai ricordava a memoria ogni singola parola, ma non riusciva ancora a prendere una decisione. Era da sempre stato il suo sogno poter insegnare, insegnare ad Hogwarts poi andava oltre tutte le sue aspettative, ma avrebbe fatto male, avrebbe fatto malissimo.
Non ne aveva ancora parlato con nessuno se non con Sirius che ovviamente gli aveva ordinato di accettare e di iniziare a fare la valigia, ma non era bastato. Per lui era semplice dirlo, non era lui quello che sarebbe stato costretto a girare per quei corridoi, a fare di nuovo lezione in quelle aule che erano fatte di sorrisi e di ricordi, a mangiare a quei tavoli su cui erano incisi le iniziali di una vita, una vita che ormai apparteneva a un'epoca passata.
Si alzò dal divano e raggiunse il corridoio strascicando i piedi dal nervosismo, poi si passò una mano sul volto, spostò dietro la testa i capelli biondi che gli coprivano gli occhi e bussò alla porta della camera di Emma.
"Puoi entrare!" gli urlò in risposta una voce dall'interno della stanza.
Remus allora aprì la porta e la trovò stesa sul letto con un libro in mano, i piedi poggiati vicino al muro e i lunghi e liscissimi capelli neri che penzolavano dal materasso fino a toccare terra.
"Che leggi?" le chiese avvicinandosi e sbirciando la copertina.
"Jane Eyre." rispose lei "Era di Dorcas, era uno dei suoi preferiti."
"L'ho letto anch'io, è piaciuto molto anche a me." sorrise Remus sedendosi sul letto accanto alla ragazza.
"Che hai lì?" chiese Emmeline tirandosi su a sedere e indicando la lettera che l'amico stringeva tra le mani.
"Tieni, leggila tu." rispose lui passandogliela e sospirando.
"MA È FANTASTICO!" esclamò Emmeline saltandogli addosso e facendolo cadere di schiena sul materasso "Perché non me l'hai detto prima? L'hai già detto a Neville? Oh, sarà felicissimo."
"Hey, frena. Non ho ancora accettato, Emma."
"Cosa? E perché?" chiese la ragazza sollevandosi e guardandolo negli occhi.
"Non lo so... ne ho parlato solo con Sirius."
"E che ti ha detto?"
"Che dovrei accettare."
"Sono d'accordo con Padfoot." affermò Emmeline incrociando le braccia.
"Volevo parlarne prima con te, in realtà; non voglio lasciarti sola."
Le sopracciglia di Emmeline scomparvero sotto la frangetta nera "Tu, Remus Lupin, idiota di un Chihuahua Mannaro, rinunceresti al sogno di una vita per non lasciare sola me?"
"Sì... anche."
"Sei un idiota. So che non è solo per questo, Remus. Io starò bene qui, con Marlene, Sirius e i bambini; sei tu che hai paura di non stare bene lì."
Cazzo.
Non voleva iniziare con la solita solfa, non gli piaceva parlare delle sue emozioni, soprattutto se riguardavano la sua famiglia e soprattutto se doveva aprirsi con persone molto sensibili riguardo all'argomento.
"No, no davvero. Sono già stato ad Hogwarts, starò bene." disse scuotendo la testa.
"Sei stato ad Hogwarts per poco e con noi. Va bene, Remus, se hai bisogno di sfogarti o di parlare." lo rassicurò poggiandogli una mano sul braccio.
"È che io... ho paura, forse, paura di vederli in ogni angolo del castello, in ogni momento di solitudine. Ho paura di vederli seduti a quel tavolo, in giro per i corridoi o a passeggio per il parco e ho paura poi di rendermi conto che in realtà loro non ci sono, che sono solo frutto della mia stupida immaginazione e del fatto che non riesco ad andare avanti, che me li porterò dentro per sempre." sospirò guardando il pavimento.
"Tutti ce li porteremo dentro per sempre, Remus, lo sai. Loro sono parte di noi ed è proprio per questo che tu devi accettare questo lavoro. Pensa a come se la starà ridendo Jamie, o a come sarà felice Lily; pensa a Mary, Remus."
Mary.
No, Mary no, non voleva parlare di Mary.
"Glielo hai promesso, lei voleva che tu fossi felice. Accetta, Remus, è la cosa migliore che tu possa fare."
Già, glielo hai promesso.

A better life || Harry James PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora