nineteen

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Capitolo 19
"È passata su troppi cadaveri, quella ragazza, e forse un po' è morta anche lei."

15 settembre 1992,
da qualche parte in Inghilterra.

"Non ci credo! Siete riusciti a farvi mettere in punizione alla seconda settimana di scuola!" strillò Hermione entrando in Sala Comune con Jo, Harry ed Allyson al seguito.
"Era per inaugurare l'anno, Hermione." disse il Potter "E poi è Piton che ha avuto una reazione esagerata."
"Esatto!" concordò Allyson "Che vuoi che siano un paio di caccabombe."
"Due idioti, siete due idioti!" borbottò la riccia sfrecciando su per le scale del dormitorio femminile.
"Beh, non potete darle tutti i torti. Un po' idioti lo siete entrambi." disse Jo lasciandosi cadere su un divanetto della sala comune rosso-oro.
Allyson le lanciò un'occhiata torva e la imitò "Sai che teoricamente non potresti entrare qui ogni volta che ti va?"
"Sai che teoricamente non mi è mai interessato?" rispose Jo facendole una smorfia.
"D'accordo bambine, smettetela di litigare." intervenne Harry "Piuttosto, qualcuna di voi sa dirmi dove sono finiti Neville e Ron?"
"Ronald è stato fermato da quel rompipluffe di Percy giù in Sala Grande." rispose la Serpeverde.
"Neville si è imboscato da qualche parte con Hannah." fece invece Allyson.
"Neville? Imboscato con una ragazza?" chiese Jo alzando un sopracciglio.
"Ehi! Non dubitare del mio migliore amico, Moon, l'ho istruito personalmente su certe tecniche seduttive." esclamò Harry gonfiando il petto.
"Tecniche seduttive? Davvero, Harry? Hai dodici anni, per Salazar!" disse Jo lanciandogli un cuscino bordeaux che lui acchiappò al volo.
"Dici pure quello che vuoi; scommetto tutti i galeoni della mia camera blindata che quei due un giorno si sposeranno."
"Addirittura un matrimonio! Tu sei mezzo matto, Harry Potter."
"Si vede che mi conosci solo a metà, Jo Moon."

Ninfadora amava i bambini, li aveva sempre amati. Forse perché infondo, nonostante avesse ormai raggiunto la veneranda età di diciannove anni, un po' bambina lo era anche lei. Aveva passato i primi anni della sua vita chiusa in casa a causa della guerra, non aveva avuto amichetti, fratellini o cugini con cui giocare e la sua unica compagnia era sempre stata sua madre. Quando poi Sirius, il cugino che lei aveva chiamato zio fino a dieci anni prima, era stato scarcerato e la guerra era stata dichiarata finita, la sua vita era radicalmente cambiata e la vivacità e la voglia di vivere che l'avevano da sempre caratterizzata erano usciti allo scoperto. Aveva sempre passato molto tempo a casa di suo cugino e ora che era cresciuta la situazione non era cambiata affatto; la mattina era al ministero per il corso Auror ma il pomeriggio, nonostante la stanchezza, non mancava mai di fermarsi a giocare con i suoi piccoli cugini Black.
"Dora, tu in che Casa eri ad Hogwarts?" le chiese Dorcas mentre lei faceva ridere Regulus con le sue trasformazioni.
"Ero una perfetta Tassorosso!" rispose la ragazza gonfiando il petto. Era estremamente orgogliosa della sua Casa, la stessa a cui era appartenuto suo padre.
"Anche zia Andy era Tassorosso?"
"No, zia Andy era una Serpeverde come tutti i Black." disse Ninfadora.
"No, no. Non come tutti i Black, Dora. Il mio papà è un Grifondoro e anche Ally, e anche loro sono Black." inveì la bambina mettendosi le mani sui fianchi.
"Hai ragione Dory, il tuo papà e Ally sono dei Black diversi."
"Diversi? Diversi dagli altri Black?"
"Si, diversi dagli altri Black."
"E cos'hanno che non va, gli altri Black?"
Ninfadora osservò gli occhioni azzurri curiosi e pieni di domande, poi sospirò.
Cos'hanno che non va, gli altri Black?
"Niente, Dorcas, non hanno niente che non va."

Mentre Ninfadora era impegnata a distrarre i piccoli eredi Black, Marlene ed Emmeline chiacchieravano in cucina. Tra turni di lavoro e pupi a cui badare erano rari i momenti in cui riuscivano a passare del tempo da sole come ai vecchi tempi.
"E non sei preoccupata? Voglio dire... se avesse detto la verità?" chiese Emmeline sorseggiando il tè caldo che la sua amica le aveva preparato.
"Sono stanca di questo elfo; se proprio devo dirtelo non so cosa pensare. Mi fido di Albus ma dopo quello che è successo l'anno scorso e l'avvertimento di Dobby non sono così tranquilla." rispose Marlene "A dir la verità mi preoccupa Harry, ho paura che possa fare una stronzata per Allyson o per i suoi amici. È così uguale a lui!" fece passandosi nervosamente una mano tra i capelli biondi "Ma basta parlare di cose tristi. Piuttosto, tu che mi racconti?"
Emmeline scrollò le spalle. "Che vuoi che ti racconti; la cosa più emozionante che faccio quando Neville è ad Hogwarts è improvvisarmi parrucchiera e tagliare i capelli di Remus."
Marlene ridacchiò e scosse la testa ma, prima che potesse replicare, Emmeline riprese a parlare.
"In realtà sono contenta che ci sia lui. Pensa se vivessi da sola...credo che mi stabilirei qui e Sirius mi caccerebbe fuori a calci dopo due giorni."
"Oh, non lo farebbe mai, e comunque intendevo un'altra cosa." disse Marlene guardandola sottecchi "Neville ormai è grande, Emma, non hai mai pensato di...non so, cercare qualcuno?"
Emmeline guardò la sua amica con espressione neutra.
"No, non se ne parla. Neville ha ancora bisogno di me e io non posso permettermi distrazioni." disse poi scuotendo la testa.
"No, tu non vuoi. Insomma, l'ultima volta che sei stata fidanzata eravamo all'ultimo anno di scuola, per Godric, e ora hai trentadue anni; direi che puoi concederti di innamorarti."
"Hai ragione, non voglio. Che senso ha legarsi a qualcuno, in questo mondo di merda? Va a finire che ci tieni, e più ci tieni più hai da perdere e io ho già tanto da perdere."
"Oh, ma che bei ragionamenti che fai." esclamò Marlene ironica "Non ha senso quello che dici, Emma, non puoi permettere alla paura di vincere! Pensa a cosa direbbero James o Dorcas se ti vedessero così."
"È proprio questo il punto, Marlene! James e Dorcas sono morti, cazzo, non potrò mai sapere cosa mi direbbero!" strillò Emmeline alzandosi dalla sedia.
"E dopo tutto quello che abbiamo affrontato, dopo tutte le battaglie che abbiamo combattuto, tu permetti alla paura di piegarti? Quella corazza che ti sei creata intorno non ti farà bene, Emmeline Vance. Capisco quello che provi ma non puoi chiuderti in te stessa e impedirti di vivere a causa delle tue emozioni."
"Io non mi impedisco di vivere! Ho te, ho Neville, Remus, Sirius e i ragazzi; siete la mia famiglia e tanto mi basta." disse lei fissando gli occhi azzurri che tanto le erano familiari.
"D'accordo, capisco, ma ogni tanto ripensa a quella ragazza piena di vita che mi diceva che sarebbe andato tutto bene, che ce l'avremmo fatta insieme e che niente avrebbe potuto buttarci giù e chiediti dove è finita."
Emmeline fissò Marlene con gli occhi di ghiaccio e le labbra strette.
"È passata su troppi cadaveri, quella ragazza, e forse un po' è morta anche lei."

A better life || Harry James PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora