Sconsolata scrivo questi ultimi due versi
che mi sono stati strappati come un filo di voce
soffocato che geme dal volto
di una donna a cui è stato sottratto il suo bambino.
Scrivo perché mi hanno strappato questa penna coltello,
con la quale io disegno ossessionatamente versi frenetici.
Si rincorrono parole tristi di incertezza,
perché poi noi chi siamo?
E soprattutto cosa vogliamo da questo susseguirsi frenetico
di battiti accelerati
come quando mi sfiori ed io mi allontano?
E cosa posso fare se non scrivere esasperata
e sforzata, il sentimento puro che provo?
Potrò forse, sussurrare al filo conduttore
delle nostre due anime,
di essere clemente e non spezzarsi,
nonostante l'età e la lontananza.