Capitolo 2.

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Capitolo 2 :

Ascoltai quelle parole attentamente per ricordare ogni suono, ogni, accento, ma sopratutto la sua voce:

Calda, dolce, di un tono basso, a ogni sua parola mi rassicuravo.

Mi girai per guardarlo, ma mi ritrovai a fissare le sua labbra perfette.

Diedi una scrollatina alla testa e con un piccolo scatto lo guardai negli occhi.

-Elisabeth-

Mi immaginavo la scena come una persona esterna...mi vedevo impacciata, sicuramente la ero.

-Elisabeth...- Ripeté il mio nome, come se stesse procando a ricordarlo.

-Piacere Elisabeth!-

Con entusiasmo mi tese la mano destra.

Per un istante restai immobile a guardarlo.

Realizzai dopo che aspettava una mia risposta.

Tesi il braccio lentamente.

Sfiorati le sue dita affusolate, piene di pellicine vicino all'inizio dell'unghia.

All'improvviso sentii una piccola scossa proveniente dal suo dito medio.

La sentii attraversare tutto il braccio fino alle guance.

Divenni tutta rossa all'improvviso, non me ne resi neanche conto.

Le sue labbra si piegarono in un sorriso.

Quasi come se fosse abituato ad una reazione del genere.

In contemporanea tiranno indietro le mani, ci guardammo negli occhi, ma distolsi subito lo sguardo, per evitare un altro rossore in faccia da parte mia.

Fece per andarsene arrivando fino alla porta, mentre io lo seguivo con lo sguardo.

Ma all'improvviso si fermò.

-Miracomando, se ti prendono ancora in giro, chiamami ok?-

Lo disse con un tono da fratello, un tono che a me non è mai stato famigliare.

Annuii imbarazzata e accennai un leggero sorriso.

Lui ricambiò e subito dopo varcò la porta.

Appena lo vidi scomparire dai vidi occhi, cominciai a guardarmi le mani, stavano tremando, sembrava che avessero una vita propria e che si stessero ribellando a me.

Finiti di mettere le cose in cartella velocemente.

Zaino in spalla e mani in tasca.

Il corridoio era pieno zeppo di ragazzi che andavano da tutte le parti.

Mi sentivo osservata, giudicata da tutti.

Andai dritta e spedita nella classe di matematica.

Il professor Houston aspettava che tutti gli alunni entrassero per iniziare la lezione.

Come alla prima ora, il professore si presentò e io mi andai a sedere nel primo banco.

Speravo con tutto il mio cuore che Jake arrivasse.

Ma aspettai inutilmente, lui non varcò la soglia della classe come l'ora prima, con fare svogliato e addormentato.

Il resto della giornata passò abbastanza veloce.

Lui non lo vidi più.

Quel ragazzo mi ossessionava, lo cercavo ovunque, in ogni momento libero.

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