Capitolo 3 :
Il suo sguardo era affondato nel mio.
E io continuavo a perdermi nella sua eterocromia.
Aveva un occhio color ghiaccio, e un'infinito occhio verde.
-Wow....- Non controllai le mie parole.
Il mio unico pensiero in quel momento erano i suoi occhi.
Mi guardava con un'espressione interrogativa e cominciò a parlare.
-Cosa? Ti stupisci tanto che so aprire un armadietto?!- Accennò una risata.
Ritornati in me stessa e staccati la spina dalla macchina dei sogni.
Non sapevo cosa rispondere...
Tirai fuori la prima cosa che mi venne in mente.
-Emmm...certo, chi sa aprire un armadietto?! Io sicuramente no!-
Cominciò a ridere per la battuta.
Non ero consapevole della scena che stavo vivendo.
Sembrava di essere veramente in un film.
Presi le mie cose dall'armadietto controllando i movimenti.
Probabilmente si vedeva che avevo i muscoli contratti.
Lo chiusi, mi girai verso di lui.
Mi stava osservando.
Aveva gli occhi piantati su di me.
Mi sentivo a disagio, parecchio.
Esaminati il suo volto per qualche secondo.
-Grazie...- E me ne andai fredda, senza aggiungere altro.
Non volevo andarmene.
Volevo parlare con lui tutto il giorno.
Ma dovevo andare.
-Stamattina ti ho vista in metro!- Mi urlò quando ero a pochi metri da lui.
.O MIO DIO.
Mi girai di colpo a guardarlo, ma non c'era più.
--
Ricordai tutto mentre sistemato camera mia dagli scatoloni.
Tantissimi scatoloni, non pensavo di avere così tanta roba.
Me ne mancava solamente uno da mettere a posto.
Lo aprii.
Vidi subito una foto di me e mia madre.
Avrò avuto massimo quattro anni.
Ricordo a malapena quel momento.
Sapevo solo che mia madre insistette molto per farmi le treccie.
Una bambina di quattro anni con le treccine color rosso fuoco piena di lentiggini, dava l'impressione di vedere una contadinella.
Le odiavo!
Ma facevo felice mia madre.
Cominciai a pensare a tutti i ricordi che avevo di lei e me insieme.
Il primo giorno di scuola, il mio settimo compleanno, il primo film visto al cinema.
Tutte cose che saranno sempre nel mio cuore.
Se fosse quí gli parlerei di Jake: di come l'ho conosciuto, la sua camminata, gli descriverei le sue mani e il colore dei suoi occhi, dettaglio per dettaglio.
Tirai una marea di cose dallo scatolone, la maggiorparte delle cose erano vecchi giocattoli di quando ero piccola.
Decisi di buttarli.
In fondo non sapevo dove metterli.
Ritornai in camera dal mondo dei sogni e cominciai a realizzare della giornata di domani.
Compiti su compiti uguale noia su noia.
Feci prima...non li feci.
-Stamattina ti ho vista in metro!-
Quella frase continuava a rimbombarmi nella testa.
Non ci credevo ancora!
Sembrava...non lo so...sembrava un sogno!
Cominciai a ricordare la sua immagine.
Quella perfetta immagine.
Arrivò l'ora di cena, mio padre venne a chiamarmi in camera dicendo che era pronta.
Spostati lo scatolone che era davanti a me per passare.
La tavola era sommersa dal cibo.
Probabilmente Silly voleva che ha prima sera nella casa nuova fosse meravigliosa.
Ci sedemmo tutti a tavola e dopo aver tirato su gli occhi al cielo per la preghiera di Silly, cominciai a mangiare.
Mio padre moriva dalla voglia di chiedermi com'era andata a scuola.
Ma io non aprii bocca.
-Com'è andata il primo giorno tesoro?- Papà si decise a parlare.
Ci misi un per rispondere, non volevo raccoltargli di Jake.
Sicuramente mi avrebbe fatto una ramanzina sul fatto che dovevo stare attenta alle persone appena conosciute.
Risposi vagamente.
-Abbastanza bene....- Non vedevo l'ora di ritornare in camera a mettere a posto l'ultimo scatolone.
Meno male che Silly si accorse che non avevo voglia di parlare, quindi prese la situazione in mano cominciando a raccontare la sua giornata e facendo qualche domanda a mio padre sul lavoro.
Non mi interessava niente di quello che stavano dicendo.
Fini di mangiare abbastanza in fretta, spinsi la sedia all'indietro e mi alzai augurando la buona notte a tutti.
Silly spiegò brevemente a mio padre perche scappati via dalla cena, visto che aveva uno sguardo interrogativo.
Feci sentire la porta che si chiuse.
Avevo solo voglia di fissare il soffitto e pensare.
In fondo i poster attaccati sopra la mia testa, erano una bella visione per i medie occhi.
Sognare la mia vita con uno dei miei idoli, mi fece bene.
Dopo qualche minuto mi ricordai che dovevo preparare lo zaino per la scuola.
Guardai l'orario:
Chimica,
Arte,
Matematica,
Due ore di Letteratura,
Spagnolo e Musica.
Con calma e attenzione misi tutti i libri e il materiale nello zaino.
Solo dopo aver chiuso la cerniera, realizzai che nelle due ore di Letteratura, avevo come compagno di banco Jake.
Non avevo voglia di mettere a posto l'ultimo scatolone, quindi andai a dormire con il pensiero di Jake accanto a me.
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That Metter
RomanceNew York doveva essere una specie di rinascita. Invece ho scoperto cosa vuol dire vivere. -Elisabeth- Questa è la storia di una ragazza che finalmente trova l'amore sotto forma di pazzia.