Comme le diamant, capitolo 15

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Ci stiamo preparando per andare al Louvre. La mia immancabile macchina fotografica al collo, la borsetta elegante di Damiano e siamo pronti per uscire.
Il cielo è limpido, il Sole comincia già a scaldare lievemente i nostri volti.
Arriviamo presto, perciò non c'è ancora molta fila per entrare. Nel mentre dell'attesa il mio telefono vibra. Mi arriva un messaggio da un numero sconosciuto. Lo leggerò poi.

Siamo all'interno e si sente il classico profumo che c'è in ogni museo. Io ho già fatto qualche foto, che poi scaricherò una volta tornati a Roma. Damiano ha immortalato qualche opera che l'ha impressionato di più.

Giriamo per tutta la mattina, restiamo affascinati da ogni
piccolo dettaglio. Si fa mezzogiorno buono perciò decidiamo di andare a mangiare qualcosa. Optiamo per un semplice panino. Dal bar in cui siamo si scorge la Tour Eiffel. Mi torna in mente il messaggio di prima perciò decido di leggerlo, forse commettendo l'errore più grande.
Il mio sguardo cambia di colpo.
-Tutto bene?-  Mi chiede Damiano prendendomi per mano.
-Tranquillo.-
Non è convinto, ma sa che preferisco non parlarne perciò non insiste. So che dovrei farlo, ma a trovare le parole.

-Dai Damiano, ti tengo la mano, quando ci ricapita?-
-È peggio, sai che soffro tantissimo di vertigini. Non ce la faccio, optiamo per qualcosa d'altro.-
Sto provando a convincerlo a salire sulla Tour Eiffel ma non c'è verso di riuscirci. Non lo biasimo. Avrei paura pure io. È un peccato dal momento che chissà quando torneremo qui, se ci torneremo.
-Che palle però.-
-Ma sta zitta, vorrei vedere tu al mio posto.-
Alzo gli occhi al cielo è lui mi avvolge un braccio attorno al collo.
-La vuoi una sorpresa?-
-Si?-
Mi prende per mano e mi porta all'interno di una gioielleria.
-Che vuoi fare?-
-Aspettami qui.-
Damiano si dirige da una signora sulla cinquantina che lo porta in una sala accanto. Li sento parlare in francese e non capisco gran che. Resto ad aspettare per un dieci minuti buoni poi lo vedo tornare con una scatoletta ricamata.
-Che hai preso?-
-Seguimi.-
-Ma...-
-Fidati.-
Torniamo sotto la Tour Eiffel, nella piazzetta. Damiano tira fuori la scatoletta e si inginocchia.
-Forse sono un idiota a pensare che possa funzionare, forse un idiota a chiedertelo dopo nemmeno un anno di relazione, ma già che mi hai completamente rubato il cuore, ti va di rubarmi pure il cognome?-
Apre la scatolina e mi mostra un anello d'oro bianco con un piccolo diamante al centro.
Oh cazzo, non è vero, ditemi di no, ve ne prego.
-Dam... io... non so che dire se non un sì gigante.-
Mi butto tra le sue braccia con le lacrime che bagnano sia le mie che le sue guance.
-Ti amo Rebecca.-
-Pure io Damiano.-
Mi infila l'anello sull'indice, sembra fatto apposta per me mi bacia, lo fa dolcemente. Forse è il bacio più dolce che ci siamo mai dati.
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Ho visto che siamo primi in #damianodavid, grazie di cuore🙏🏻

Quattro colpi nel cuore// Damiano David Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora