25. Contro tutti (1/2)

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Appena mi volto mi trovo davanti Lucas e vengo invasa dall'angoscia.
Deglutisce, mentre mi osserva deluso e arrabbiato, con i pugni chiusi.
Poi si allontana.

Seguo con gli occhi il suo spostamento, fino a quando Lucas non sparisce dalla mia visuale.

Christian mi poggia una mano sulla spalla, come per dirmi di stare tranquilla.
«Ho tentato di fartelo notare, ma...»

«Devo andare a parlargli, Chris» gli dico, interrompendolo e incontrando nuovamente i suoi occhi, nei quali riesco a leggere la preoccupazione mista a rabbia nel lasciarmi da sola con il mio ex.

Lui sospira e annuisce.
«Torno dagli altri» mi risponde con tono neutro e scende le scale per tornare al piano di sotto.

Io percorro tutto il corridoio, fino a quando non arrivo davanti alla porta della camera di Lucas.
Spero non sia chiusa a chiave.

Afferro la maniglia e la abbasso, per fortuna la porta si apre, entro nella stanza e lo vedo affacciato al grande terrazzo, la cui portafinestra è spalancata.

Accosto la porta e cammino lentamente verso Lucas, lui probabilmente sente il rumore dei miei tacchi, ma fa finta di niente.
Appoggio le braccia sulla ringhiera del terrazzo, pochi metri distante da lui.

Rabbrividisco.
Si gela qui fuori e ovviamente non mi è nemmeno passato per la testa di prendere il cappotto.
Lucas invece è vestito leggerissimo e non sembra patire il freddo, evidentemente perché è furioso.

«Vattene Amanda, sei l'ultima persona che voglio vedere in questo momento» mi dice freddamente, senza guardarmi e senza muoversi di un millimetro.

«Lucas...»

«Lucas niente, ti ho detto di andartene»
Sta iniziando a perdere la calma, ma io faccio qualche passo verso di lui.
«Non pensi di avermi già fatto male abbastanza?» mi chiede.
Ecco, gli ho fatto male, proprio l'ultima cosa che volevo, nonostante lui mi abbia fatta soffrire parecchio.

«E pensi che tu non mi abbia fatto male, tradendomi?» inizio ad urlare.

«Quindi è questo? Hai baciato Miller per farmi capire come sei stata male tu?» alza anche lui la voce, ma senza smettere di fissare il vuoto.
Gli piacerebbe che fosse così.

«Assolutamente no, non lo farei mai, non lo userei mai» rispondo.

Avanzo ancora verso di lui e quando raggiungo una vicinanza che probabilmente lui non sopporta, Lucas si sposta di scatto e va a sedersi su una delle sedie poste intorno al tavolino in fondo al terrazzo.

Prendo anch'io una sedia, la metto abbastanza lontana da Lucas e mi ci accomodo.

Rimaniamo in silenzio per un tempo indefinito, ma poi è lui a prendere parola per primo.
«Come hai potuto, Mad?» mi chiede piano.
«Avresti potuto almeno parlarmene, non c'hai pensato?»

«Certo che c'ho pensato, volevo farlo prima della festa di Halloween, il giorno in cui sei venuto da me e poi ti sei picchiato con Christian e anche stasera ne avevo tutte le intenzioni, non immaginavo che mi vedessi baciarlo, prima che potessi parlarti»

«Casualmente proprio stasera» sussurra a se stesso.
Non mi crede.
«Cazzo Amanda, poi tra tutti proprio lui?»
Incrocia per la prima volta i miei occhi e si alza nuovamente, iniziando a camminare ininterrottamente mentre si sfrega le mani.

«Non l'ho fatto apposta, Lucas, è successo e basta»

«È successo cosa? Che ti sei innamorata di Miller?»
Si ferma di nuovo.

Distolgo lo sguardo da Lucas, non trovando la forza di fissare i suoi occhi verdi, diventati scurissimi per la rabbia.
«Sì» rispondo semplicemente.
Questa semplicissima sillaba ha il potere di far arrabbiare Lucas ancora di più.

Non dovevo innamorarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora