6. Michael

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- Ow.

Un ennesimo lamento uscì dalle labbra soffici e rosate di Michael, mentre si rannicchiava ancora di più su sé stesso, premendosi le mani sullo stomaco. Affondò debolmente un gemito nella federa nera del cuscino, soffocando coraggiosamente i lamenti.

- Mikey? - la porta si schiuse e uno spiraglio di luce tagliò il pavimento, ferendo le iridi cristalline di Michael e illuminando i suoi capelli di un rosso più vivace.

Strizzò gli occhi, mentre Calum si affrettava ad entrare nella stanza chiudendo la porta dietro di sé.

La stanza era completamente buia, le tende tirate e un silenzio assoluto rinfrescavano la fronte sudata del ragazzo. Calum si sedette sul bordo del letto, accarezzandogli la schiena nuda. L'amico sbuffò piano.

- Perché? - piagnucolò. - Adesso capisco cosa provano le ragazze durante il periodo rosso.

A Calum sfuggì un sorrisetto divertito. - Periodo rosso? - chiese inarcando le sopracciglia.

Lui gli gettò un'occhiataccia penetrante. - Sì. Sai... in quel periodo... quando sono scazzate... e vanno in bagno.. sono rosse. Cioè,  non loro, non loro, intendevo, sai, quello che... hanno... è rosso. - fece dei vaghi gesti insensati con le mani, farfugliando parole e spiegazioni mozzate e senza la minima logica.

Calum continuò ad annuire imperterrito, cercando di non ridergli in faccia per le assurdità che stava sparando una di fila all'altra. Ma, a un certo punto, Michael ne disse una così assurda che quasi si strozzò con la sua stessa saliva.

- Mi leggi una fanfiction? - lo supplicò con una vocina sottile e acuta, con il labbro che tremava e gli occhi sgranati.

Una volta ripresosi -e ripreso fiato dopo aver tossito come un dannato per due minuti per respirare un filo d'aria, Calum si girò a guardarlo inorridito.

- Ti prego - cinguettò Michael, aggrappandosi al suo braccio e continuando a tirarlo come un bambino di tre anni che vuole attenzioni.

L'amico respirò, e - Se non lo faccio attacchi a urlare, giusto? - disse, e al "sì!" convinto di Michael, accompagnato da un vivace cenno della testa, sospirò rassegnato.

- Okay. Ma la scelgo io.

Michael tornò a rannicchiarsi premendosi le gambe sullo stomaco, prestando nuovamente attenzione alla nausea.

- Okay. Girati a pancia in su, funziona - gli consigliò Calum, e lui obbedì con un gemito di dolore.

Calum sospirò scuotendo la testa e si passò una mano tra i capelli, aggiustandosi il ciuffo. Afferrò il tablet e digitò un paio di parole. Poi si schiarì la voce e cominciò a leggere, mentre i lamenti imperterriti di Michael si spegnevano al buio. Il viso di Calum era illuminato dalla luce del tablet e mentre si sedeva accanto all'amico, con la schiena appoggiata alla testiera del letto, lo sguardo di Michael era attratto da lui come se fosse stato una calamita.
- "Ehy" mi girai al suono della voce di Calum, che mi sorrise e con un cenno svolazzante della mano, esageratamente ampio perché dovuto alla sfilza di bicchieri alcolici che si era scolato uno dopo l'altro, mi indicò una parte del salotto dove si stava svolgendo la festa. "Ti sfido a sedurre quel ragazzo" biascicò ballando lievemente a ritmo della musica spaccatimpani. Mi stavo annoiando terribilmente, perciò annuii. "Accetto" dissi immediatamente. Lui ghignò mentre mi voltavo.
"Ma chi?"
Calum si accostò a me, abbassandosi sulla mia spalla e appoggiandoci su il mento. Poi il suo braccio si sollevò delineando la direzione verso cui avrei dovuto scorgere la mia preda
- Eccolo la - ridacchiò.
Non appena capii chi fosse, mi venne un infarto e le mie gambe quasi cedettero. Due gambe lung-

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