3^ UNA COLAZIONE ALL'AMELIA FINDCLUE
In un tenero giorno d'estate tutto taceva. Iniziavano ad intuirsi i primi cinguettii dei dolci fringuelli e la tenue luce dell'alba, emanata dal sole, faceva risplendere l'enorme specchio dinanzi il comodo letto, dove ancora riposava Amelia.
Lo specchio effondeva così tanto splendore, da illuminare l'intero volto di Amelia, svegliandola dai suoi misteriosi e indecifrabili sogni. Ma, dalle sue prime parole mattutine, si poteva ben intuire, che si fosse alzata di malumore.
-"Ah questo sole, non è più quello di una volta. Ora infligge solo bollore alle povere vecchiette come me!".
La povera Amelia, provava troppa repulsione per il caldo soffocante dell'estate. Anche se aveva sempre qualcosa da ridire sull'intera esistenza umana, amava rimuginare sui vecchi tempi andati, attuando critiche, su ogni cosa "MODERNA".
All'Hotel Corallo esigevano commensali del tutto svizzeri, con orari precisi e chiari: la colazione era servita alle 8:00 in punto, il pranzo alle 14:00, l'ora del tè ovviamente alle 17:00 e la cena, alle 20:00.
I camerieri sembravano delle macchine, invece che esseri umani: in divisa distinta che onorava perfettamente la compostezza e la signoria di ogni cameriere. L'hotel, per ogni piano delle hall, disponeva in tutto, di dodici camerieri: sei donne e sei uomini. I domestici, invece, erano rispettivamente il doppio dei camerieri, ma al contrario degli ultimi, non rispecchiavano affatto l'immagine che la servitù dovrebbe avere: educati, puliti e servizievoli; proprio per questo, l'hotel, aveva adottato il supporto di quattro governanti, che si sarebbero occupate dell'organizzazione e igiene di ogni camera. Alla fine, nel livello amministrativo, vi erano, solo due segretarie, entrambe depresse, proprio per la miriade di lavoro caricato solamente sulle loro spalle. Il personale amministrativo venne ridotto cinque anni prima, proprio per l'assunzione delle governanti.
Alla fine vi era il direttore di nome Maurice Lawrence, era un uomo molto riservato, con un certo charme, proprio per il suo carattere introverso, ma nel contempo virile. Postura fiera, viso ben curato e smoking elegante, personalizzato con le iniziali del suo nome e cognome. Si può affermare, con certezza, che nella sua riservatezza, non passava mai in osservato.
Nel frattempo, Amelia, stava diventando sempre più nervosa, spossata da quel caldo afoso, durante il suo risveglio.
-"E' quasi l'ora della colazione, che cosa potrò mai mettermi? No, questo abito è troppo corto e questo troppo lungo! Ah no, questo è a maniche lunghe e non voglio di certo bollire per poi vaporizzarmi in un abito...".
Dopo una lunga ispezione dei suoi capi di abbigliamento, decise di indossare lo stesso abito bianco a pois del giorno precedente.
Arrivata alla soglia della hall, osservò complessivamente ciò che si stava svolgendo. Animi smorti come sempre che spettegolavano l'un con l'altro, o che provavano visibilmente sofferenza per i loro continui acciacchi. Camerieri che sembravano delle locomotive in partenza e che sgomitavano armoniosamente tra la folla e alla fine, le due segretarie, che sgambettavano di qua e di là in cerca dell'affascinante direttore.
Questa, pensava Amelia, era la triste e monotona vita di un piccolo paesino del New Jersey.
Abbandonando le sue cospicue riflessioni, si accomodò al suo solito tavolo: l'ultimo a destra. Dopo qualche secondo, al rintocco delle 8:00, arrivò la colazione.
-"Buongiorno signora Amelia, ecco qua: uovo fritto con bacon aromatizzato all'anice. Le auguro una buona colazione e spero che il piatto sia di suo gradimento" disse il cameriere Roger, cambiando direzione.
Amelia scrutò a lungo quel piatto, compiendo ogni singola analisi e dopo qualche minuto richiamò il cameriere, dicendo: "scusi se la distolgo dai suoi doveri, caro Roger, ma mi potrebbe ripetere che cos'è?" disse Amelia, indicando il piatto.
-"Certo. Uovo fritto con bacon aromatizzato all'anice" e concluse dicendo "signora Amelia, è l'eccellenza dell'America!".
-"Eccellenza!" ripeté perplessa e continuando, disse: " scusate se lo preciso, ma essendo un hotel in stile italiano, dovreste rinnovare il vostro menù americano, dando almeno delle note italiane, se non del tutto! Si potrebbe avere una tazza di latte di capra e quattro frollini all'uvetta e se non c'è nulla di tutto ciò, tolga comunque, per cortesia, questo coso sublime!?". Con quella insinuazione, lasciò il cameriere sbigottito, che dovette assolutamente obbedire agli altezzosi ordini di una semplice zitella sbruffona.
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OMICIDIO AL TRETON CITY MUSEUM
Mystery / Thriller"La tanto famigerata porta si apre e una tormenta glaciale si scatena al suo interno. Le moquette lacerate da unghie feline, le pareti fermentate da profonde crepe, dalle quali fuoriescono tenebrosi turpiloqui, la lampada al neon che ondeggia frenet...