8^ UN REGALO FATALE
Settimane che volano come aquiloni guidati da un unico pensiero, come poterlo contrastare? Nel cuore di Amelia regnava il caos più totale, caos dovuto a quel risonante concetto di cui non trovava alcuna idea risolutiva.
Settimane passate a poltrire su quel letto, che per la continua presenza gravosa di quel corpo massiccio, si era completamente affossato. Amelia aveva del tutto sobbarcato il suo carattere eccentrico, irrispettoso delle regole altrui e assolutamente smoderato, instaurando su di esso, un carico emotivo tendenziale, identico a quello dei suoi coetanei.
Tutti, in ogni angolo dell'hotel, si accorsero del cambiamento radicale di Amelia. E anche i più burberi vecchietti, cercavano di risvegliare quel suo fuoco, imprigionato in una campana di vetro, ma invano. Ogni minimo tentativo, accentuava ancor di più quella cupola creatasi. Finché una domenica mattina, mutò totalmente il suo umore. Amelia sembrava come essersi ridestata da un sogno. Tutto era tornato come prima: il suo sorriso radioso, infuocava ogni persona che le si avvicinava, anche i suoi abiti ritornarono come quelli di una volta: immensamente variopinti e sbrilluccicanti e addirittura il suo letto, aveva ripreso la sua forma originaria. Quel cambiamento radicale, fece stravedere tutti di gioia, ma nello stesso tempo, destava molte domande e così in pochissimo tempo ogni commensale spettegolava sul Amelia.
Quella domenica d'agosto, riattivò l'esuberante zitella, chissà cosa le era accaduto e soprattutto come mai aveva improvvisamente rivoluzionato il suo umore.
Quella domenica, non aveva nulla di particolare, era anzi piuttosto burrascosa e uggiosa, come faceva Amelia a vedere in quella nebbia d'agosto, una qual si voglia chiarezza? Forse quel pensiero che l'aveva tanto perseguitata, era stato finalmente risolto, ma quel concetto così ostinato, così struggente, cos'era realmente?
-" Finalmente so quello che devo fare, per far ambientare Maggie in questa piccola, ma pertinace cittadina" disse fra sé e sé.
Per tutto quel tempo, aveva pensato a una soluzione, per salvaguardare Maggie dalla malvagità e disprezzo altrui, caratteristiche ancora più accentuate in un piccolo paesino, dove si sa tutto di tutti.
La sua mente strategica aveva ragionato molto sul da farsi e così, capì che per introdurre Maggie in un ambito sociale, l'unico messo era aiutarla a trovare un lavoro, che l'avrebbe anche agevolata ad avere più fiducia in sé stessa.
E così si mise alla ricerca di un mestiere, che non solo avesse un buon salario, ma nel con tempo, la stimolasse socievolmente.
In un batter d'occhio si diresse nella seconda hall d'accoglienza, dove esponevano tutte le tappe turistiche di Treton e i rinnovati giornali lavorativi. Iniziò così a gironzolare, atteggiandosi come una danzatrice per tutta la sala, ma non essendo una ballerina, ed essendo del tutto maldestra e per niente atletica, inciampò, non facendo caso al nuovo tappeto persiano, che donava molta più vivacità a quella sala smorta; e cadendo di pancia, attirò l'attenzione dell'intera folla. Proprio in quel momento, stava scendendo le scale del secondo piano dell'hotel, con aria fiera e regale, il direttore dell'albergo, che con gran galanteria si precipitò a soccorrere la povera sventurata.
-" Signora Amelia, si sente bene?" chiese il direttore sconvolto. Il gentiluomo Maurice, nonché unico miliardario di Treton, che grazie a suo padre aveva ereditato la gestione dell'Hotel Corallo, aveva l'abitudine di studiare e imparare a memoria, ogni singolo nome di ogni nuovo ospite. Avvisato dalle sue premurose e calorose segretarie, dell'arrivo di un recente commensale, adorava dargli il clamoroso benvenuto personalmente. Il signor Maurice aveva dei modi di conversazione molto aristocratici e ogni volta che le sue labbra carnose pronunciavano una singola parola o articolavano un intero discorso, l'ascoltatore veniva rapito dal quel suo lessico forbito.
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OMICIDIO AL TRETON CITY MUSEUM
Misterio / Suspenso"La tanto famigerata porta si apre e una tormenta glaciale si scatena al suo interno. Le moquette lacerate da unghie feline, le pareti fermentate da profonde crepe, dalle quali fuoriescono tenebrosi turpiloqui, la lampada al neon che ondeggia frenet...