15^ SOSPETTI
Era passata una settimana dal tremendo accaduto, l'agente Trevor, aveva seguito il consiglio sfrontato di Amelia con grande ostinazione, ma senza trovare niente di sospetto. Quella coppia, i Cavill, era fin troppo arcigna. Il discorso che Tom Cavill aveva riferito all'aiutante Trilly non era credibile.
Com'era possibile che tutti i sospetti individuati dal commissariato, ricadevano su personaggi dell'hotel, quando l'omicidio era avvenuto al museo di Treton? Il caso stava quasi confermandosi irrisolto, quando...
Il sole abbagliante, splendeva alto nell'immenso azzurro, sprigionando bagliori intensi. I vetri delle imposte propagavano ovunque schegge brillanti e i frutteti bagnati, esalavano i primi sapori divini della giornata. L'autunno si lasciava scivolare addosso quell'estate afosa, piena di viaggi, incontri e disgrazie. Il tempo capeggia sempre ogni singola decisione e purtroppo come capo supremo, prende le redini di ogni situazione, marcando il proprio territorio e piegando a suo piacimento nel bene o nel male, ogni corpo trovatosi nel suo eterno passaggio. Ma quando i corpi smarriscono il tempo, sprofondano nelle fauci dell'oblio, rimanendoci per sempre. Quella settimana era stata una perdita di tempo per Amelia, così si decise a sfogare la sua rabbia, in una sana passeggiata e attirata dalla vetrina di un piccolo negozietto, si fermò, incantata dalla vista planimetrica dell'interno bottega. Si avvicinò a quella grande vetrina rettangolare e appoggiando le mani sul vetro, che separava la realtà dall'illusione, guardò con un sorrisetto infantile, tutti i dolciumi esposti in vetrina. Barattoli di caramelle gommose alla fragola, quintali di bignè appena sfornati, frutta martorana in vassoi circolari, con una scritta sui bordi di " BENVENUTO" e alla fine, quei piccoli e nostalgici frollini all'uvetta, che fecero ritornare dolore e malinconia a quel suo cuore infranto. Quei frollini all'uvetta, rievocavano il dolce ricordo di quella lunga passeggiata ai giardini di Treton. Maggie con un vassoio colmo di frollini, coperto da una tovaglietta a quadrati rossi e bianchi. Era ancora un po' timida allora, eppure sentiva il suo amore. Quei suoi frollini all'uvetta, erano un segno d'affetto e il contatto dei suoi polpastrelli callosi con quella frolla malleabile, la facevano avvampare. Sentiva un caloroso ricordo, inoltrarsi nelle vene e dileguarsi in un debole sospiro.
Là, tra le due mura reggenti della bottega, vide un volto familiare confondersi con le pareti bianche, adornate da cestini di vimini colmi di dolciumi, inchiodati alle pareti laterali. Scalpitando tra la folla, si fece spazio per avvicinarsi di soppiatto a quella sagoma maschile. Appoggiandosi al muro sinistro reggente, affiancato alla seconda entrata della bottega, vide il signor Tom Cavill, parlare a telefono con qualcuno.
La sua fisionomia era alterata; aveva degli occhi neri vispi, pieni di lacrime, le guance paffute arrossate dalle goccioline di lacrime e labbra sanguinose, alimentate ancor di più, dallo sfregamento dei denti sul labbro inferiore. Gesticolava con le dita, smorzando passi ostentati.
-" No, basta è finita! Con l'assassinio della ragazza si è complicato tutto! Sospettano di me, ho paura, non so quello che devo fare".
Amelia sentendo quell'affermazione si accasciò al muro sbigottita, ma subito si accorse che doveva andarsene in fretta e con una mano sul fianco destro e l'altra tra i capelli scompigliati dall'umidità, si diresse verso la cassa, comperando un pacco da mezzo chilo di caramelle alla cannella e ancor prima di uscire da quel luogo traviante, si sentì chiamare e strizzando gli occhi per la sua deludente fuga, si girò verso...Tom Cavill.
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OMICIDIO AL TRETON CITY MUSEUM
Misterio / Suspenso"La tanto famigerata porta si apre e una tormenta glaciale si scatena al suo interno. Le moquette lacerate da unghie feline, le pareti fermentate da profonde crepe, dalle quali fuoriescono tenebrosi turpiloqui, la lampada al neon che ondeggia frenet...