FACCIA A FACCIA CON...

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11^ FACCIA A FACCIA CON...

Maggie era sconvolta, aveva il fiato smorzato e la mente che balenava da un pensiero all'altro, ma era certa di sapere ciò che doveva fare. Quella traccia losca che Amelia aveva intuito sul Treton City Museum, era stata totalmente smascherata da lei. Non aveva tempo da perdere, ogni secondo era fondamentale per ledere la catastrofe che per anni era rimasta impunita e censurata.

Chiamando un taxi, si affrettò a pronunciare forte e chiaro la sua destinazione all'autista.

-" Mi porti immediatamente al TRETON CITY MUSEUM".

E il tassista eseguì gli ordini sbrigativamente. In pochi minuti l'autovettura si fermò di fronte il museo e Maggie, aprendo lo sportello posteriore energicamente, si incamminò verso il museo, con passo rapido e pressante.

La porta d'ingresso era semiaperta, ma a quell'ora l'entrata era vietata al pubblico, solo il personale di servizio e amministrativo poteva prendere le redini del museo.

Maggie allungò prontamente la mano levigata e affusolata, impugnando la maniglia del grande portone vittoriano arrugginito, color verde petrolio e aiutandosi con la spalla sinistra, appoggiata interamente su un'anta del portone, la spinse con tutta la sua forza e senza esitare entrò, fermandosi subito, per osservare tutto ciò che le era intorno. Con i pugni serrati andò alla ricerca di quel qualcuno, che aveva aperto il Treton City Museum.

Salendo la prima rampa di scale, sporse lo sguardo agli angoli, per vedere se le porte degli uffici fossero chiuse o aperte. Si incamminò all'interno del corridoio, ed entrò nel primo ufficio, ma non notò niente di strano: i soliti scaffali a schiera, dove riposti, c'erano varie cartelle colorate in ordine alfabetico. Le tende di pizzo stropicciate e il bancone alla sua sinistra con cartacce ammassate l'una sull'altra. Entrando nel secondo studio, non notò nulla di diverso dal primo ufficio. Sentendo dei rumori sinistri al piano inferiore, scese immediatamente le scale agilmente e molto velocemente, si diresse nella sala di esposizione dei quadri bellici.

Là, vide dinanzi a sé, una porticina minuta, inchiodata tra due pilastri. Quella sua posizione anomala, la fece avanzare, senza pensare all'azione di movimento che stava compiendo convulsamente. Passo dopo passo, si avvicino a quella strana apertura distorta, dai caratteri alterati. Quella porticina, suggestionava talmente tanto la tua mente, da generare una visione macabra, dell'intero ambiente circostante.

Maggie rizzò la schiena incurvata dal timore e si avvicinò rigidamente e silenziosamente verso la porta.

Abbassandosi e inclinando la testa, per vedere cosa stava avvenendo all'interno di quella stanzetta, vide di sbieco una sagoma, che si accingeva a infilare dentro una fessura profonda del muro, un braccio e cercare di afferrare qualcosa con le dita. Facendo fuoriuscire il braccio, Maggie poté vedere dei fili pagliosi, con delle sfumature rossicce, radunati in una ciocca, tramite una specie di sigillo rosso. Immediatamente si ricordò del perché fosse andata proprio là e incamminandosi verso l'uscita di quella sala, osservò per un ultima volta quella porticina rettangolare. Salì nuovamente al primo piano e si richiuse dentro l'ufficio "Q12". Rizzando le spalle, si avvicinò a passo lento, ma rigido, alla scrivania in legno massello e aprendo il cassetto anteriore dello scrittoio, ne estrasse l'oggetto, che avrebbe permesso lo smascheramento di quella pagina di giornale. Impugnando l'oggetto, lo osservò a lungo, pensando a quanto Amelia sarebbe stata fiera di lei e compiacendosi di se stessa, aprì la porta, che fu respinta da quella sagoma misteriosa, vista nella stanzetta vuota e ombrosa.

-" Salve Maggie, che ci fai qui?" chiese con aria sadica quell'essere.

-" Lei? E' stato lei allora. Ma come è possibile!" disse Maggie in preda al panico.

-" Io? A fare cosa ragazzina?" continuò lui inebetito.

-" Devo andare immediatamente" affermò Maggie, accingendosi a infilare dentro la manica della sua camicia, l'oggetto fatale. E incamminandosi verso l'uscita, fu fermata improvvisamente da una mano forte e nervosa.

-" Non così in fretta! Tu non andrai da nessuna parte! Mia cara e dolce bambina!" si affrettò a dire con disprezzo quell'essere diabolico, spingendola, serrandole il collo con il braccio, verso la parete posteriore. Maggie era ferma e non riusciva ad opporre resistenza, i suoi muscoli erano bloccati dalla paura e le tremavano le gambe. Non riusciva ad osservare quegli occhi pieni d'ira, che culminavano sempre più in un rosso ardente.

-" Guardami bambina, ti ho detto di guardarmi! Credevo che fosse tutto finito, ma a quanto pare devo completare l'opera. Tacerai per sempre, sei solo venuta al mondo per essere ricacciata con le mie stesse mani nell'oltretomba!" Si ritrovò faccia a faccia con...la morte.

OMICIDIO AL TRETON CITY MUSEUMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora