20^ CIRCOSTANZE
Seconda parte...
L'ignoto è stato sempre un blocco e soprattutto un freno, per l'intera esistenza umana.
Tutto ciò che non si conosce fa paura; forse perché non sapendo cosa si cela dietro quel buio, si è abbastanza timorosi, forse perché non ci si crede in grado di sorpassare quel misterioso traguardo o forse, perché abbiamo perso quella speranza, quella fiamma che ci fa brillare tutti diversamente. Ma la vera domanda è: siamo davvero sicuri, che quello che crediamo di conoscere, si conosca davvero?
Per Amelia niente era certezza, non poteva affidarsi a niente e a nessuno, doveva sfruttare quell'ignoto come un punto di forza.
-" Agente Trevor, ho saputo il terribile accaduto!" disse Amelia con occhi brillanti e sedendosi su una delle poltroncine beige, che caratterizzavano la hall d'accoglienza, incitò l'agente ad accomodarsi vicino a lei e continuando disse: " le circostanze dei due casi a quanto ho capito, sono similmente diverse..."
-" Cosa intende per similmente diverse?"
-" Me lo dica lei. Secondo voi cosa potrebbe significare?"
L'agente Trevor era sempre più smarrito, ma diede una risposta sensata a quella bizzarra, ma indiscutibile domanda.
-" Taylor Tolf è stata ritrovata cadavere nel porticato di casa sua. Non è accessibile e identificabile l'arma del delitto, infatti è stata uccisa con un colpo alla testa, si presume che l'oggetto possa essere stato o una pala da giardinaggio o un sacco riempito con sabbia o pietre. L'omicida per la seconda opzione, sarebbe potuto essere, solamente un uomo, perché una donna, non avrebbe mai avuto la forza fisica di sollevare quel sacco. Tutto ciò rimane un mistero, stiamo cercando questo oggetto fittizio, ma ancora niente. La cosa più strana è che i due delitti sono..." l'agente s'interruppe, era stupefatto, osservava Amelia, accigliato, ma nel contempo divertito; quella donna era veramente una forza della natura, ed era riuscita a fregarlo in flagrante e continuando disse: "ma allora lei sapeva tutto, ecco cosa intendeva con quel similmente diverse; l'orario infatti è lo stesso del primo omicidio, tra le 20:00 e le 21:00!"
Egli scoppiò in una risata tanto sincera quanto nervosa, si accorse che davanti a sé aveva una leonessa pronta all'attacco.
-" Caro agente, io non so niente, ma sapendo di non sapere, intuisco ciò che sarebbe potuto accadere..."
-" Signora Amelia, io le devo delle scuse, l'ho sottovalutata, tutti in questo hotel l'hanno fatto e sono sicuro che se ne pentiranno amaramente hahaha".
-" Io purtroppo sospetto che il vostro omicida, sia un individuo molto meticoloso e preciso, ed è per questo che credo, che egli voglia aggirarci tutti, facendoci completamente smarrire con queste due circostanze similmente diverse".
-" Con ciò vuole dire che siamo in una trappola per topi?"
-" Proprio così, dobbiamo affrettarci a disinnescare la trappola! Dasy Ackroyde ha detto, che l'ultima parola di Taylor Tolf è stata smeraldo".
-" Smeraldo? Quando l'ho interrogata mi ha detto ripetutamente che non sapeva niente".
-" Ma non lo capisce agente? Quella ragazza è in pericolo! Sta tacendo alle autorità e a tutti noi, ciò che sa, è terrorizzata, molto probabilmente è continuamente ricattata!" affermò Amelia con fervore, strattonando con la mano destra il copri poltrona color beige.
-" Ma come fa ad esserne sicura?"
-" Non lo sono, è sempre un'intuizione".
-" Voglio crederle signora, non so perché, ma voglio farlo!".
-" Dasy ed io, ci siamo urtate per caso, proprio poco fa, ed è stata lei a raccontarmi dell'accaduto e a dirmi quella parola, smeraldo. Subito dopo, mi è apparsa ancor più nervosa, infatti una delle sue abitudini, che dimostrano la mia supposizione, è il fatto, che quando scappa dalle sue labbra pungenti, qualcosa di troppo, inizia a rosicchiarsi i calletti sui polpastrelli. Come ha ben potuto intuire, Dasy, è una donzella molto ingenua e pettegola e quel smeraldo, era stato una forzatura; non avrebbe dovuto assolutamente dirlo e se non si affretta ad avere anche una banale traccia, potrebbe sorgere un terzo omicidio e mi creda agente, non sarebbe l'ultimo. Dietro quei due delitti, c'è lo stesso individuo, ne sono sicura e la contraddizione di luoghi è una strategia di quel maledetto, per farvi confondere! Il Treton City Museum, ora l'Hotel Corallo, fanno parte entrambi di un circola vizioso, il cui capo è uno solo..."
-" L'omicida..." disse con voce sommessa e piena di meraviglia l'agente.
-" Esatto! Dasy Ackroyde sa chi è e anche dove si trova, deve parlarle in modo rassicurante, farle capire che le autorità sono il suo punto d'appoggio".
-" Ha ragione! Domani lo farò, ora devo continuare il mio giro di domande".
Amelia si alzò e con un sorriso infantile salutò l'agente, fu proprio quest'ultimo a trattenerla per il polso e dirle: " grazie..." per poi lasciarla andare. Amelia rimuginando su quanto in sei mesi, la sua vita fosse cambiata, si diresse a passo lento verso la sua camera, quella stanza "B51", che era stata l'inizio della sua irrazionale avventura. Aprì con una debole pressione la porta e fece scivolare la sua mano, dalla maniglia fredda color giallo placcato in oro, al piccolo tavolino d'appoggio dinanzi a lei. Toccando una superficie cartacea voltò il viso verso il margine del tavolino e squadrò, quel foglio accartocciato che si trovava accanto a sé, avvicinando la sua mano tozza a quella cartaccia, la prese e lesse il contenuto, una sola, ma eclatante parola: " aiuto".
Immediatamente scese la prima rampa di scale e prendendo un piccolissimo respiro, scese subito dopo, anche la seconda, fino ad arrivare alla hall d'accoglienza.
-" Agente! Dasy Ackroyde è in pericolo, guardi!" gridò porgendo quel foglietto all'agente.
-" Dovrebbe essere in servizio...direttore Maurice può andare a chiamarla?"
-" Certamente, mi affretto!"
Dopo pochi minuti, si rivide la sagoma del signor Maurice sconcertato: " agente, Dasy Ackroyde non c'è..."
-" Lo sapevo è troppo tardi! Non c'è più niente da fare..."
-" Non è detto agente, è scomparsa, ma ciò non esclude, la possibilità che sia ancora viva!" disse il direttore con sguardo sagace.
-" Direttore, per caso prima di rientrare all'hotel, durante la pausa pranzo, ha visto Dasy? Chiese Amelia incrociando al petto le braccia corpulente.
-" Oh si, ma dopo non l'ho più rivista".
Quella singola parola, aiuto, racchiudeva la luce di cui Amelia aveva bisogno, era riuscita finalmente a disinnescare quella trappola per topi. Ora era lei, che aveva preso le redini del gioco...
SPAZIO AUTRICE: Salve miei cari lettori, finalmente ho aperto questo spazio, dove vi confiderò degli aspetti importanti di questo e dei prossimi capitoli. Vi porrò anche delle domande per rendere ancora più confidenziale questo racconto. Allora iniziamo!!! Prima di tutto questo come ben saprete è il continuo di CIRCOSTANZE, in questa seconda parte, finalmente Amelia sa la traccia da seguire e ha lei le redini del gioco. Purtroppo Dasy è scomparsa, perché? E soprattutto è ancora viva? Quel foglietto è stato portato da lei nella camera di Amelia o è tutto una finzione? In questo nuovo capitolo, sorge una personalità guerriera, la nostra Amelia sfida le supposizioni e vediamo aprirsi anche un po' di più l'agente Trevor. Il prossimo capitolo vi sorprenderà, ci sarà un colpo di scena inaspettato o forse due e chi lo sa, troveremo un nuovo personaggio? Spero che il capitolo vi piaccia fatemelo sapere con una stellina e un commento. Buona lettura.
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OMICIDIO AL TRETON CITY MUSEUM
Mystery / Thriller"La tanto famigerata porta si apre e una tormenta glaciale si scatena al suo interno. Le moquette lacerate da unghie feline, le pareti fermentate da profonde crepe, dalle quali fuoriescono tenebrosi turpiloqui, la lampada al neon che ondeggia frenet...